44.

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La sveglia risuona nella stanza come uno stormo fastidioso di cornacchie, di prima mattina.
Socchiudo un occhio per controllare l'ora sullo schermo del cellulare, sono le sette di mattina precise.
Sbuffo e mi strofino via la stanchezza dagli occhi.
La notte prima avevo fatto le ore piccole per riportare Marinette a casa, dopo qualche giretto per la Parigi notturna che tanto amiamo.
Ricordo vividamente i suoi occhi lucidi sotto la luce fioca dei lampioni.
Sospiro, e noto Plagg alla fine del letto con un sorriso beffardo.
<<Che vuoi?>> ridacchio.
Lui fa spallucce, volteggiando su se stesso.
<<Tikki dev'essere molto arrabbiata a questo punto, voi ragazzi correte molto>> osserva, dirigendosi verso il cassetto del formaggio.
<<Che intendi?>> lo incalzo io, doveva saper qualcosa di più; sicuramente più di quanto so io sulla situazione così nuova.
<<Che lei era proprio l'ultima a sperare una cosa simile>> ridacchia, girandosi tra le mani un pezzo di camembert.
<<Ah, quindi voi sapete l'identità di entrambi e nonostante questo tu non mi hai detto nulla?>> mi alzo a sedere sul letto, corrucciato verso il mio compagno malfidato.
<<Ci mancherebbe! Dovrei mettermi contro un'altro kwami per i tuoi affari?>> mi deride con qualche risatina, prima di ingoiare il pezzo di formaggio.
<<Soprattutto, uno dei più forti, Tikki è la creazione,ricordatelo>> mi rimprovera sarcasticamente.

<<Certo, sei un cagasotto>> lo correggo alzandomi dal letto.
Lui fa spallucce e dice <<Pensa quel che vuoi, io ci tengo alla mia pelle>>

<<Sì come no, quando ti pare>> ridacchio ironico, stringendo il telefono nel palmo della mano.

Mi alzo dal letto, diretto al cassetto dei vestiti, nel mentre controllo le notifiche dei miei messaggi.
Alcuni sono di Nino e altri sono messaggi non letti.
Quelli che saltano più agli occhi sono le due notifiche da Marinette, una di ieri e una di poco fa.

Principessa
Grazie per oggi, non dovevi riaccompagnarmi!

Ehi, sei sveglio dormiglione?

Afferro una maglietta verde pistacchio e dei semplici jeans neri, mentre penso a una risposta perspicace.
Ma soprattutto, come mi sarei dovuto comportare oggi? Come dovrei guardare quella bella compagna di classe dai capelli cupi come la notte e gli occhi belli come il cielo?
Penso questo mentre mi lavo i denti, mentre mi sistemo i capelli e improfumo il corpo.
<<Che Dio mi ha mandato questo dono?>> sussurro.
<<Ma adesso parli pure da solo?>> chiede Plagg, con un altro pezzo di formaggio tra le mani.
<<Basta Camembert che questo lo pago io>> sbuffo, sfilandoglielo dalla pronta presa.

Esco dal bagno e infilo velocemente le converse nere ricavate da una vecchia collaborazione con mio padre.
Afferro lo zaino, e scappo dalla mia camera.

Gorilla mi aspetta nell'atrio, con il suo fare impassibile come sempre.
Nathalie mi raggiunge prontamente a passo di lince, pronta ad assaggiare la sua preda, che sfortunatamente sono io.
<<Dimmi Nathalie>> dico superandola.
<<Innanzitutto buongiorno, Adrien>> risponde lei.

Le faccio un cenno con il capo, voltandole le spalle per raggiungere il mio autista.
<<Lo spot di ieri ha avuto riscontri positivi Adrien, stai andando bene>> mi informa lei, da sopra le scale.
Parlare di lavoro di prima mattina, passo.
Le rivolgo un altro gesto meccanico, una specie di "grazie per l'informazione"
Raggiungo finalmente Gorilla, e nel nostro comune silenzio ci incamminiamo verso l'auto.

Nel tragitto verso scuola sento l'emozione crescere nel petto, mentre gli edifici e il marciapiede sfrecciano veloci sotto i miei occhi, io non faccio altro che pensare a come ci saremmo comportati adesso.
Non le avevo nemmeno risposto ai messaggi, per mancanza di tempo;chissà che avrà pensato.

Arriviamo a destinazione, e finalmente scendo dall'auto del silenzio. Saluto con un cenno veloce Gorilla, e lui ricambia con un sorriso appena abbozzato.

Tengo salda la borsa sulla spalla, mentre esamino il viale di scuola alla ricerca di quelle due codine scure, o quei due grandi occhi celesti.
Con mia sorpresa, nessuna Marinette avvistata.
Ma una cosa mi colpisce a prima vista, Kagami ferma all'ingresso della mia scuola.

Lei riceve le lezioni da casa, quindi oltre scherma non dovrebbe frequentare questo posto, eppure è lì in piedi alla fine della lunga scalinata, con il cellulare tra le mani.
Mi avvicino per salutarla e quando sono abbastanza vicino lei alza subito il suo sguardo pungente su di me.
Quegli occhi scuri mi fulminano a primo impatto.
<<Adrien>> dice in saluto.
<<Kagami, come va?>> le chiedo, rivolgendole un sorriso accomodante.
<<Ho saputo che il tuo spot è andato bene, sono venuta a congratularmi>>
Il suo sguardo impassibile mi spiazza, non comprendo nemmeno il suo tono.
È arrabbiata? È sarcastica? Non lo sapremo mai.
<<Ti ringrazio, la mia vita sta prendendo una svolta positiva per una volta>> ridacchio alla mia battuta infelice, alla quale lei risponde con un alzata di sopracciglio.
<<Rendi fiera la tua famiglia>>
<<Che?>> sono pronto ad aprire questo discorso, e il nervoso si stava già diramando nel mio petto finquando una voce familiare mi richiama dall'altra parte della strada.
<<Adrien! Adrien!>> grida Marinette mentre corre verso di me.
<<Ehi!>> la saluto con un gran sorriso sulle labbra, uno dei più sinceri che potevo offrirle ora.
Quando mi stringe a sé, inalo il suo dolce profumo alla vaniglia e  stampo nella mente la visione dei suoi capelli scuri sul mio petto.

<<Dove ti eri cacciato?Ti ho cercato dappertutto!>> ridacchia.
Non deve aver notato la presenza di Kagami.
<<Per quale motivo?>> poi cambio discorso notando la scatolina nera che teneva tra le mani: <<Cos'hai lì?>> le chiedo curioso.
<<Un regalino per te>> dice più fiera che mai.
<<Oh Mari, non avresti dovuto>> dico leggermente imbarazzato.

Kagami si schiarisce la voce alle mie spalle, devo averla coperta dalla vista di Marinette inconsciamente.

Lo sguardo della ragazza scorre fin dietro di me, e alla mia vista l'allegria di pochi secondi prima un po' si allenta.
<<Ciao Kagami>> saluta accennando un tenero sorriso, sulle labbra lucide di lipgloss.
Non mi volto dalla ragazza alle mie spalle, ma a giudicare dagli occhioni scrutanti di Marinette immagino abbia ricambiato il saluto con un cenno secco del capo.

<<Adrien, più tardi vorrei continuare la nostra conversazione>> dice, posando velocemente una mano sulla mia schiena.
Io roteo gli occhi al cielo, e Marinette mi da un leggero pizzicotto sull'addome, dove ovviamente Kagami non poteva vedere.
<<Certo, a dopo>> le dico.

Poi afferro il polso della mia ragazza, e senza rivolgermi alla tremenda scassapalle alle mie spalle, corriamo a scuola, che per la prima volta sembrava l'unico posto sicuro al momento.

<<Aspetta aspetta!>> esclama Marinette sotto la mia salda presa, dopo che abbiamo già superato il corridoio.
<<Innanzitutto, hai visto l'ora?>> chiede retorica riprendendo fiato.
Allungo lo sguardo sullo schermo del mio cellulare, erano solo le sette e mezza, abbiamo ancora mezz'ora.
<<Ecco ti sei risposto, e poi, devo passare in mensa>> dice tra un respiro e l'altro.
<<Non credo di essere mai stato in mensa>> osservo.
<<È dove mangiano i poveracci come me, Adrien>> mi sfotte lei, dandomi una pacca sulla spalla.
<<Ah ah>> rispondo io <<Menomale che ci sei tu,mia piccola Google>>

Mi supera con un paio di passi, e prosegue per la caffetteria.
Io la seguo in silenzio.
<<Che ci facevi con Kagami?>>la domanda mi sorprende.
<<Gelosa m'lady?>> le chiedo scherzando.
<<No affatto>> dice sbuffando, e strappandomi un'altra risata.
<<Si è venuta a congratulare per lo spot, che nonostante tutto è andato bene>>
Lei prosegue la sua camminata, con lo sguardo rivolto al pavimento.
<<Cosa ti preoccupa?>>

-Formidable- [Marichat] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora