Cap.4

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Sono finalmente riuscita a rispondere a quasi tutte le domande che mi ponevano sull'anno all'estero. Sono l'argomento del giorno, sulla bocca di tutti. Spero solo non sia così ancora per molto.

Dirigo i miei passi svelti in aula di pozioni per prendere dei libri. Piton si era raccomandato con quelle letture extra per 'rimettermi in pari' nonostante il mio allenamento privato. Entro in aula, li aveva lasciati sulla cattedra. 9 libri del peso di 15 kg l'uno... mi sarei ammazzata anche solo a portarli in camera probabilmente.

Esco dall'aula con i libri in mano sconsolata. Vago per i corridoi per raggiungere la sala comune dei Serpeverde.

Devo trovare Draco. Devo parlare con lui.

D'un tratto sento un libro vacillare cadendo per terra e trascinandosene dietro altri tre ... "Fanculo" borbotto tra me e me.

Le lunghe maniche della toga mi infastidiscono mentre cerco di riprendere i libri caduti.

Sai cosa? Ora la levo mi dà troppo fastidio.

In teoria non era possibile ma non ero più abituata. Non riuscivo a fare niente senza sentirla d'intralcio. Mi guardo attorno onde evitare ci fossero professori e la tolgo.

"Wow finalmente libera" rincuoro me stessa.

Mi abbasso senza grazia per iniziare a raccogliere i libri sparsi sul pavimento.

"Bene bene bene... giurerei di riconoscere quel culo tra mille"

Malfoy.

Un brivido. Sgrano gli occhi dallo spavento. D'istino porto la mano all'altezza delle mie natiche per coprirle e sento che il vestito le tagliava esattamente a metà.

Ok mi ero abbassata nel peggiore dei modi possibili. Che vergogna. Inizio a diventare rossa dall'imbarazzo mentre cerco di coprirmi e farfugliare qualcosa come scusa "è inutile che ti sforzi tanto... se non ricordo male conosco il tuo corpo meglio di chiunque altro" il tono sprezzante mi fa accapponare la pelle. Soprattutto perché ha ragione.

Mi alzo e mi giro di scatto verso di lui con aria di sfida

"Non conosci proprio nulla"

"Hai ragione, è cambiato" posa lo sguardo sui miei glutei più marcati e sodi sorridendo maliziosamente per poi aggiungere "dovresti aggiornarmi sulle novità non trovi?".

Si avvicina passandosi una mano tra i capelli. I tempi del gel che glieli teneva ben saldi sono lontani.

Sento l'impulso di alzare il braccio e schiaffargli un ceffone sul viso ma prima che possa raggiungerlo la sua mano mi sta stringendo il polso a qualche centimetro dalla sua guancia. Gli anelli d'argento mi bruciano la carne.

"Stai giocando con il fuoco Iris, non vorrai che tutta la scuola sappia cosa hai fatto... cosa abbiamo fatto"

Ho paura possa rivelare tutto ma non posso darglielo a vedere, gli darei troppo potere su di me.

Mi avvicino al suo lobo per sussurrargli sicura "se avessi voluto dirlo a qualcuno l'avresti già fatto... ma ti vanti solo dei tuoi successi no? Cosa direbbero i tuoi amici se sapessero che per scopare ti sei ridotto ad aver dovuto approfittare di una povera ed indifesa ragazza ubriaca e triste?"

Non presto la minima attenzione a lui né alla sua risposta. Prendo i miei libri dandogli le spalle e mi dirigo in camera mia senza degnarlo di nota. Lo sento gridare dietro di me con l'eco del corridoio "Ti pentirai di avermi parlato così troia".

Chiudo la porta della mia stanza con ancora il fiatone.

"Che hai iris tutto bene" chiede la voce di Adela un po' preoccupata

"Si sì, devo solo riabituarmi a tutto questo" accenno un sorriso

Appoggio i libri sulla scrivania e inizio a spogliarmi.

"E quelli sono per?" mi domanda curiosa dalla mole di libri che mi son portata dietro.

"Piton... mi ha dato delle letture extra per mettermi in pari" farfuglio dal bagno con lo spazzolino tra i denti.

"La prossima volta impari a sparire per un anno" mi beffeggia scherzosa. La guardo con una smorfia in viso.

Se solo sapesse la verità... ma quale? Non la conoscevo nemmeno io.

Infilo il pigiama di raso ormai leggero per il clima fresco della sera e mi nascondo sotto il piumone del letto. Sprofondo nel sonno più profondo.

Apro gli occhi e mi ritrovo in una stanza scura, non un filo di luce se non per una candela. La prendo per cercare di illuminare meglio l'area intorno a me. L'aria è pesante, sento odore di cane bagnato... mi giro e noto un'infinità di scaffali. Sono allineati esattamente uno dopo l'altro con una precisione disarmante. Una miriade di oggetti impolverati stanno a riempirli.

Inizio a camminare lungo il corridoio centrale quando avverto un sibilo che mi fa letteralmente accapponare la pelle:

"Iiiiriiissss"

I brividi iniziano a formarsi lungo la mia schiena, non ho paura, sono più che altro incuriosita... attratta da quel richiamo mormorato.

"Iiiirissss" la voce si fa più vicina...

Aspetta. Ho già vissuto tutto questo. Ho già fatto questo stesso identico sogno qualche settimana fa.

Non posso svegliarmi, voglio saperne di più.

"Chi c'è?"

Nessuna risposta.

"Dimmi chi sei" grido; l'eco della mia voce si irradia per l' impolverato archivio ordinato.

Cammino per il percorso centrale quando sento chiamarmi da uno dei corridoi laterali. Decido di seguire quel richiamo... mi sento come un marinaio attratto dalla sua sirena. In un attimo il clima è più freddo, sento dei fili che mi toccano le braccia come mille ragnatele. La sensazione mi fa accapponare la pelle tanto da iniziare a gridare disperata.

"Iris svegliati" "avanti cazzo che succede?"

Sbarro gli occhi prendendo un lungo respiro mentre alzo il busto dal materasso mettendomi seduta sul letto. Vedo Adela al mio fianco che mi strattona preoccupata.

Mi inizio a sentire bagnata. Immediatamente la mia mente ricorda quella mattina quando il letto era un bagno di sudore. Abbasso lo sguardo per controllare il disastro che avevo combinato questa volta. Rimango di stucco.

Il letto era una pozza di sudore e ... sangue.

"Ho cercato di fermarti" "piangevi e ti graffiavi tutta" si giustifica Adela quasi in lacrime.

Le mie unghie avevano sfregiato ogni parte di carne non coperta dal pigiama. Sotto di esse posso ancora vedere il primo strato epidermico vivo. Ho un brivido ma poi mi tranquillizzo incamerando aria, quanta più aria possibile per regolarizzare il mio battito.

"Ho sognato che ero ricoperta di ragnate, mi sarò graffiata mentre cercavo di tirarle via nel sogno"

Cerco di dare una spiegazione logica all'accaduto.

Devo assolutamente tranquillizzarmi e devo tranquillizzare lei.

"Avanti o faremo tardi a lezione" le dico mentre mi alzo dal letto per raggiungere la doccia.

Non voglio che nessuno veda i segni della notte appena passata motivo per cui studio il mio outfit alla perfezione.

Scelgo di indossare dei jeans lunghi neri, un dolcevita verdone non troppo pesante e un paio di stivaletti neri di camoscio con qualche centimetro di tacco. Cerco di coprire quanto più possibile anche se alcuni segni in viso erano ancora ben evidenti nonostante il trucco. Nel ripromettermi che avrei cercato Cedric, chiudo la porta dietro di me e mi dirigo in aula.

Prima lezione: Erbologia.

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