Cap.63

364 16 0
                                    

Riapro gli occhi in una fredda Hogwarts invernale. Nella mia camera. Disorientata stropiccio gli occhi ancora assonnati.

Le 7.55.

Mi alzo velocemente dal letto, quasi in ritardo per le lezioni. Un rapido controllo al letto vuoto accanto al mio prima di correre in bagno a prepararmi.

"Cazzo" esclamo di dolore non appena metto piede sul pavimento ghiacciato. Ogni singola terminazione del mio corpo è dolorante.

Cosa cazzo ho fatto?

Fatico a camminare con le pulsazioni ad ogni passo verso il lavandino mentre mi stiro. Sciacquo velocemente il viso. Lo insapono per bene, quasi come per lavare via tutta la spossatezza e la stanchezza. Alzo lo sguardo verso lo specchio solo per rimanere sconvolta.

Sono davvero io? Qualcuno ha lanciato un qualche incantesimo al mio specchio privato? Uno scherzo di cattivo gusto?

La figura che vedo allo specchio è uno scheletro: occhi scavati dalle borse, occhiaie, capelli sfatti. Mi tocco delicatamente quasi con la paura di poter rompermi da un momento all'altro.

Sono proprio io.

Come ci sono finita in questo stato?

La curiosità è più forte di me; abbozzo una corsa veloce verso lo specchio a figura intera in camera.

Le ossa del bacino in bella vista, lo sterno segnato e le costole ... ogni singolo osso è esposto.

Cerco di sforzarmi di ricordare:

Natale a Malfoy Manor.

Feste.

Draco.

Collana e biliardo.

Vigilia.

Draco.

Italia.

Sole.

Mare.

Un gelato.

Camilla.

...

Sforzo e risforzo la mente fino a provocarmi un bel mal di testa.

I ricordi sono sconnessi: non hanno un senso logico, eppure sono lì, perfettamente scolpiti nella mia mente.

Ottimo, non potrebbe andare meglio di così.

"Iris! Sei tornata finalmente"

La voce di Adela fa capolinea dalla porta della stanza appena aperta facendomi prendere un colpo.

Si precipita verso di me abbracciandomi e provocandomi sussulti di dolore acuti. Trattengo i lamenti ricambiando io stessa l'abbraccio della mia amica. Sono contenta di vederla.

"Come stai? Fatti vedere" esclama allontanandosi quanto basta per potermi scrutare.

"Dove sei stata fino ad ora e perché non hai mai scritto? Guardati sei pelle ed ossa"

Non l'avevo notato Adela, grazie per averlo ribadito.

"In Italia" rispondo convinta senza pensarci troppo su "immagino che sia il clima di lì ad avermi fatto perdere qualche kg" continuo neanche troppo convinta.

La verità è che non so perché io sia improvvisamente così magra.

"Dobbiamo assolutamente rimediare Iris... qualche kg in più ti ci vuole" precisa mentre afferra la borsa con i libri da terra "mi devi raccontare tutto"

Annuisco senza enfasi infilandomi un pull over nero per tentare di mimetizzare il mio improvviso cambio di peso.

"E Draco? Sa che sei tornata? Avete chiarito voi due o ..." si ferma lasciando intendere l'ipotesi più ovvia.

La sua voce è rotta, come se stesse toccando un tasto dolente.

Improvvisamente la mia mente mi riporta al momento preciso a cui si sta riferendo:

"Qualcuno deve aver cambiato idea"

"Iris cosa avete fatto tu e Draco il pomeriggio prima di prendere il treno per venire qui?"

"Bhe Iris, non so cosa hai fatto tu ma io e Draco...bhe ecco vedi noi abbiamo dato una rispolverata a vecchi ricordi"

"Non è vero"

"L'hai fatto"

"l'hai fatto".

"Iris mi dispiace"

"Non toccarmi"

"Noi-"  balbetto sforzandomi di ricercare un ricordo con Draco dopo quel preciso momento "-noi- non abbiamo chiarito. Non l'ho più visto da quella sera"

La tristezza mi pervade. Tuttavia, pur sforzandomi di ricordare il periodo intercorso tra quell'esatto momento ed il preciso istante in cui sta avvenendo questa conversazione non ricordo di averlo mai pensato: non un'idea, non una mancanza, nulla... Draco non esiste nei miei ricordi, siano essi concreti o emotivi.

Strano.

Decido di non darci troppo peso. L'avrei rivisto da lì a breve.

"E te? Eri da Blaise?" domando per sviare il discorso ed i miei stessi pensieri

Annuisce con un sorriso ebete a trentadue denti.

Sono felice per loro. Fanno sul serio, finalmente.

Finisco di prepararmi con un pantalone dello stesso colore del maglione, un po' di trucco per nascondere il pallore in viso.

Pronta.

Prendo in mano due libri, afferro sottobraccio Adela ed usciamo.

Ammetto di stare quasi abituandomi al dolore... se solo non fosse per la mia spalla.

ReptiliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora