Cap.2

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"Signori Culligan bentornati, come richiesto abbiamo provveduto a sistemare tutto per il vostro rientro" ci accoglie sull'uscio il nostro elfo domestico Huddy.

La Villa è rimasta invariata, sembra non abbia sentito affatto l'anno della nostra assenza.

L'erba verde del giardino è perfettamente livellata per far risaltare l'elegante fontana circolare che spicca in mezzo ad esso.

"Vado in camera mia a disfare tutto" dico senza nemmeno un'emozione in viso.

Spalanco la porta e la tristezza si fa breccia nel mio cuore.

Quella casa mi riporta alla realtà. Ho passato un anno babbano circondata da amici, uscivo tutte le sere, mi divertivo ignara della mia vera natura ed ora era tutto finito.

Nessuno degli amici di Hogwarts mi ha scritto in questi mesi e la cosa mi fa rattristire ancora di più.

Mi hanno forse dimenticata anche loro?

Non ne avevo tanti, ma stavo bene con loro.

D'un tratto un lampo: "cazzo" esclamo ad alta voce non appena il mio cervello realizza di avere anche un fidanzato un anno fa... non l'ho più sentito ne visto.

Cedric, così si chiama, è un Tassorosso. Non è mai successo nulla con lui all'infuori dei baci, voleva che mi sentissi pronta ma poi sono partita... o meglio sono stata ingannata.

Chissà come saranno le cose ora.

La verità è che questo periodo di 'pausa dalla magia' mi ha profondamente cambiata; non solo caratterialmente ma anche fisicamente. Mangiavo meglio, andare in palestra era la normalità per gli adolescenti laggiù e il mio corpo ne ha sicuramente beneficiato.

L'Italia e il mondo babbano mi mancano già così tanto motivo per cui decido di non usare la magia per disfare tutto, inutile a dire che ci metterò le ore.

Non ceno questa sera, Huddy ha lasciato un vassoio d'argento fuori dalla porta di camera mia con sopra del cibo ma non ho fame, l'idea di tornare nel mio mondo dopo essermi così ben integrata nell'altro mi demoralizza come non mai.

Si è fatto buio, mi infilo il pigiama e crollo in un pianto non appena tocco le lenzuola di raso bianche del letto. La consapevolezza che i miei amici mi abbiano dimenticata mi spezza il cuore.

La mattina successiva mi sveglio con gli occhi gonfi, raggiungo la cucina triste e trovo mia mamma a preparare la colazione, il nostro elfo la guarda stranita.

"Mancherà anche a me l'Italia" mi sorride nel dire quelle parole.

A Villa Culligan non aveva mai mosso un dito ma ora le cose sono diverse, anche lei ha portato via una parte di quel paese per trapiantarla qui con noi.

Le sorrido di rimando.

"Susu sbrigati a mangiare, dobbiamo andare a Diagon Alley poi... dobbiamo comprare tutto per il rientro a scuola" si raccomanda non troppo severa.

Quelle parole mi stringono il cuore, ripenso alla 'tradizione', se così si può chiamare, con Camilla, il nostro shopping pre-scuola.

Mi asciugo la lacrima che sta minacciando di scendermi e tiro su col naso facendo finta di nulla.

Prendo una brioche dall'alzatina in centro al tavolo di marmo e salgo le scale per cambiarmi.

"E' da ieri che non tocchi cibo... non ti basterà una di quelle per restare in piedi!" si raccomanda mia mamma. Faccio finta di non averla sentirla e continuo a salire sbriciolando il croissant per tutta casa.

Dopo essere entrata in camera, mi spoglio e mi dirigo verso il mio bagno personale che affaccia direttamente in camera grazie ad una vetrata.

Dopo essere entrata in camera, mi spoglio e mi dirigo verso il mio bagno personale che affaccia direttamente in camera grazie ad una vetrata

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