Crollo al suolo senza forze. Le ginocchia sbattono sul terriccio umido.
Quelle immagini; è come se mi avessero fatto rivivere tutto quel dolore una seconda volta. Sono impietrita dal mio stesso tormento.
Istintivamente riporto le mani sul mio ventre piatto pensando alla gobbetta che invece avrei dovuto avere proprio la se le cose fossero andate come dovevano andare: diversamente.
Cerco con lo sguardo qualcosa che il mio Io interiore sa benissimo non esistere, non più, ma non importa, sono guidata dal vortice di emozioni che provo.
"Iris mi dispiace" esclama Draco riportandomi con la mente lì con loro. Noto il suo corpo, ormai libero dalla maledizione, provare a raggiungermi.
"Fermo! Non avvicinarti" intimo gridando con tutta l'aria disponibile nei polmoni in quel momento. La mano alzata quasi come a voler proteggermi da lui, dall'unico uomo che pensavo mi avrebbe sempre capita e protetta. L'eco della mia voce si diffonde per la foresta facendo alzare in volo uno stormo di corvi.
"Sei uno stronzo" riprendo dura. Il tono secco non tradisce il mio dolore e sono grata per questo. Sono ancora immobile mentre pronuncio quelle parole.
"Iri-"
"Smettila" lo fermo prepotentemente alzando brusca il tono di voce "non ci provare Draco. Non è la prima volta questa"
"Cosa?" interviene Thomas sconcertato.
"L'ho fatto per te, non ci arrivi? Ti saresti distrutta" tenta di giustificarsi.
"Probabile, ma avevo il diritto di soffrire per la mia perdita Draco" sputo fuori senza ormai più il minimo controllo. La rabbia che provo verso Draco cresce ogni secondo di più. Mi alzo per raggiungerlo a passo svelto. Vorrei solo prenderlo a schiaffi, a pugni, vorrei che soffrisse come sto soffrendo io.
"La nostra" specifica deluso prima che possa raggiungerlo spiazzandomi. Tentenno un attimo per quelle parole.
No, conosco Draco e questa volta non mi farò fregare da lui.
"Ah, ora è la nostra?" domando con tono sarcastico esasperata dal suo comportamento.
"Era anche figlio mio"
"Non l'hai mai voluto Draco" lo correggo prima che possa dire altre assurdità ricordando la scenata nella sua camera.
"Ed immagina il perché" una risata quasi nervosa si impossessa di lui "guarda cos'hanno fatto a te per avermi" prosegue spedito "credi che quando vorrà di più si fermerà? E cosa sarebbe successo quando avrebbe raggiunto l'età per prendere il marchio? Credi l'avrebbero risparmiato? Come hanno risparmiato me?"
Si sta confessando, sta confessando i suoi pensieri più profondi a me. La sua più grande paura.
"Mio padre una volta disse" continua per concludere il suo discorso "l'amore è una debolezza che gli altri useranno sempre contro di te e ti giuro Iris, non avevo mai capito davvero questa frase prima di innamorarmi di te..." sospira sconsolato "e poi di lui" indica il mio stomaco con lo sguardo trafiggendomi di dolore.
Sono spiazzata per la sua confessione ma questo non toglie ciò che ha fatto, non cambia la sua decisione di cancellare la mia memoria come se potesse scegliere lui per me, come se non avessi alcun potere decisionale, ma soprattutto: come se non fosse la prima volta.
"Si ma non spetta a te scegliere per me; per cosa posso, o non posso, soffrire" grido esasperata "io mi fidavo di te Draco, dovevi esserci per me, era tutto quello che avrei voluto, tutto quello che ti chiedevo" confesso sconsolata carica di rabbia repressa, ed ecco che una lacrima minaccia prepotente di segnarmi la guancia rosea per il freddo.
STAI LEGGENDO
Reptilia
FanfictionIris Culligan, Draco Malfoy. Sottomissione, sesso e possesso... Ma si può cambiare un destino che è già stato scritto? 🔴 ATTENZIONE 🔴 La storia contiene elementi non adatti ad un pubblico sensibile tra cui: - atti s...