Cap.39

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Mi guarda stupito squadrandomi dalla testa ai piedi. Si sofferma in particolare su questi ultimi completamente infangati.

"Sei sonnambula?" mi chiede divertito.

Aspetta... non sto sognando allora?

Un'espressione confusa mi si stampa in viso mentre i denti continuano a sbattere tra loro senza dare il minimo segnale di tregua.

"Tutto bene?" mi chiede continuando ad avvicinarsi sempre più fino ad essere a pochi centimetri da me.

Non rispondo, mi limito ad osservare il suo viso sempre più pericolosamente vicino per qualche momento prima di portare istintivamente la mano sul petto per cercare sotto al tessuto del pigiama la collana: è ancora lì.

Sono ancora nel sogno?

Un vortice di pura confusione mi lacera la mente. Non riesco a capire se sono in un sogno, nella realtà, in un ricordo o chissà dove...

Guardo il dito che mi ero ferita con lo specchio: una piccola crosticina si è formata proprio sopra la ferita.

Allora era reale, non sto sognando?

Sono avvolta nei miei pensieri quando un caldo tocco mi riporta alla realtà... in tutti i sensi.

"Sei gelata" il suo tono è sorpreso mentre si preoccupa di togliersi la giacca in pelle.

Lo guardo alzando il viso con un repentino scatto e realizzo di essere lì; realizzo essere reale tutto: il taglio, la collana, la camminata nella notte, lui...

Rimango immobile, ancora leggermente sotto shock cercando di mettere insieme i pezzi, mentre prontamente mi avvolge la giubba sulle spalle. È così grande che mi arriva appena sotto il sedere. Infilo le maniche e mi rendo conto di aver perso la possibilità di usare le mani. Completamente sepolte dal tessuto che supera le dita di qualche centimetro abbondante. Il profumo della pelle è appena percettibile, coperto da un penetrante odore di erba.

Lui mi guarda divertito.

"Meglio che niente" esclama soddisfatto ammirando la pelle nera circondare il mio corpo "per i piedi mi spiace ma non posso fare molto" scherza.

"Grazie" gli sorrido dolcemente.

"Allora? Mi vuoi dire che ci facevi in giro di notte?".

Non so neanche io come rispondere a quella domanda. Sto per accennare un abbozzo di risposta; la bocca appena leggermente aperta per iniziare a parlare quando...

"MENTI"

Mi si gela il sangue. Riconosco il sussurro che avevo sentito nell'aula di divinazione. Cerco di nascondere al meglio delle mie capacità la sensazione.

"Ogni tanto ho problemi a dormire" rispondo quanto più convincente possibile " tu invece?" gli domando per sviare il discorso da me cercando di non incontrare mai il suo sguardo. Spazio lungo i dettagli architettonici del corridoio vuoto pur di non incastrare i miei occhi ai suoi.

"Sto studiando la scuola" mi risponde secco.

Un silenzio imbarazzante piomba tra noi. Qualche istante che sembra durare un'eternità. Mi decido che forse sia meglio tornare in camera. Sto per salutarlo quando lui mi precede.

"Conosco un metodo infallibile per trovare il sonno sai?" mi chiede accennando un sorriso.

Lo guardo. In qualche modo, per qualche strana ragione, non volevo ancora tornare in camera a farmi logorare dalle domande. Lui era lì, una boccata di aria fresca, di novità... una distrazione dalla monotonia a cui sono abituata.

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