Cap.13

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Arrivo in salotto con un nodo allo stomaco. Posso sentire le viscere annodarsi dall'ansia per la presenza di Draco.

"Iris"

Viene verso di me mia mamma a braccia aperte "Posso presentarti i signori Malfoy?... anche se credo tu conosca già un membro della loro famiglia" fa cenno verso l'intero clan al completo.

Annuisco sfoggiando un sorrisino finto "Perché sono qui?" chiedo sottovoce a denti stretti prima di avvicinarmi "Lucius lavora con tuo padre al ministero" mi risponde come fosse una ventriloqua nascondendo la cosa da un sorrisino a trentadue denti.

"Miss Culligan, è un piacere conoscerla finalmente. Draco non parla molto spesso di scuola ma ora capisco perché è voluto venire qui questa sera. Sono Narcissa"

Arrossisco all'udire quelle parole.

Sgrano lo sguardo prima di rivolgerlo verso Draco in cerca di una spiegazione.

"Buonasera, è un piacere conoscervi" rivolgo il saluto anche al capofamiglia che sta in piedi a squadrarmi dalla testa ai piedi.

Lo sguardo di Draco è come se mi perforasse la carne, peggio di quello del padre. Devo uscire da quella spiacevole situazione.

"Se volete scusarmi... credo andrò in cucina a prendere qualcosa da mettere sotto i denti".

Sto per girare, letteralmente, i tacchi quando la voce di mia mamma mi fa fermare "Perché non mostri a Draco la casa? Sono sicura preferirebbe la tua compagnai piuttosto che stare qui ad annoiarsi con noi".

Mi giro per fulminare la figura di mia madre in un millisecondo.

"Certo. Con molto piacere".

Mi guarda un attimo titubante prima di continuare la conversazione con Narcissa.

Mi dirigo in cucina seguita da Draco.

"Si può sapere cosa ci fai tu qui?" gli chiedo nervosa mentre chiudo la porta della cucina dietro di noi.

"Partecipo ad una festa con la mia famiglia?"

"Non scherzare Draco... sai benissimo cosa intendo"

"E va bene, ho sentito parlare le tue amiche ... Blaise ha chiesto meglio ad Adela e così ho saputo che eri partita per il week end, di questa festa. Ho immaginato, visto che i nostri genitori lavorano insieme, sarebbe stata inviata anche la mia famiglia. Ho scritto a mia madre ed eccomi qui" mi risponde tranquillamente addentando una tartina al paté con nonchalance.

"Non mi interessa il come hai fatto a sapere della festa o come ci sei arrivato quanto più che altro perché... perché sei voluto venire" il mio tono inizia a scaldarsi.

"Perché? Perché volevo parlare con te ovvio no? Sono giorni che ci provo ma tu stai sempre a dietro a quelle oche delle tue amiche o nascosta chissà dove"

"Chissà come mai eh" rispondo cercando di tagliare corto

Mi guarda come se non capisse il perché di quelle parole.

"Mi hai quasi soffocata l'altra notte ... che cazzo volevi fare si può sapere? uccidermi?" grido senza neanche accorgermene "Zitta se non vuoi che tutti sappiano quello che abbiamo fatto" il suo tono è più severo mentre viene verso di me.

"Ah adesso ti importa se qualcun altro possa sapere, non l'hai già raccontato a tutti?" grido ancora più forte.

In un attimo torreggia di fronte a me, la sua mano destra mi tappa la bocca mentre con la sinistra spinge in avanti la testa chiudendola a morsa. Sono immobile.

"Perché hai questo brutto vizio nel fare sempre l'opposto di quello che ti chiedo?" mi sussurra all'orecchio facendo toccare il naso sul mio collo.

Deglutisco. In quel momento sento che la saliva non è l'unica cosa che il mio corpo butta giù.

ReptiliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora