Cap.73

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Sento gli occhi bruciare dalle lacrime non ancora scese. Inspiro ed espiro in cerca di quella calma che ormai è solo un vago ricordo.

Non ho salutato nessuno alla festa, mi sono limitata ad incassare il colpo dato dall'ennesima delusione ed uscire lasciandomi il vociare alle spalle; ed ora eccomi qui, in un corridoio buio a far riecheggiare il suono della mia delusione e dei tacchi che mi stanno lentamente uccidendo i piedi. Abbasso lo sguardo notando i segni rossi espandersi sul collo del mio piede. Pazienza, guariranno, non come il mio cuore che ormai è rotto, incrinato per sempre da colui che appena qualche mese fa diceva di amarmi e di non volermi vedere soffrire.

Raggiungo la porta della mia camera aprendola per rintanarmi nel buio di quella solitudine che pensavo di essere riuscita a combattere a fianco all'uomo che credevo mi amasse. Mai considerazione fu più errata di questa.

Sospiro sconsolata non avendo più nemmeno la forza di piangere mentre mi faccio avvolgere dalle braccia di Morfeo sprofondando nel buio del mio stesso sonno.

Non mi strucco, non mi cambio... ho solo bisogno di staccare da tutto e trovare un pò di pace.

"Bambina"

Una voce soave, una donna, mi chiama ma non riesco a capire da dove provenga. Mi volto in cerca di risposte, cerco strizzando gli occhi ma vedo solo buio intorno a me. Questa volta, stranamente rispetto a tutte le altre, sono consapevole di stare sognando.

Istintivamente mi muovo alla ricerca dei miei soliti punti di riferimento: candela e specchio, ma niente.

Cammino a tastoni in un'ambiente totalmente buio e la sicurezza inizia a vacillare in me. Dove sono?

"Chi sei?" grido a pieni polmoni iniziando ad essere spaventata dalla mancanza di quella solita costante ormai tipica.

"Non sei sola, non lo sei mai stata"

Una voce diversa, più roca, sovrasta la prima. è più vicino, lo posso percepire. Non sono nuove, al mio orecchio ricordano qualcosa ma ancora fatico a ricordare cosa, o meglio chi.

"Vi prego, aiutatemi a capire" supplico di base il nulla rigirandomi su me stessa è più e più nel buio di quell'ambiente cupo in cerca di uno sprazzo, seppur minimo, di familiarità.

D'un tratto un candido bagliore mi avvolge avvicinandosi sempre di più. Non so come o perchè ma mi sento immediatamente serena, sollevata, riscaldata da un tepore.

L'ambiente da buio pece inizia a colorarsi prendendo vita come fosse il tratto di un pittore con il suo acquerello su tela: si colorano le pareti, il pavimento ed ogni piccolo dettaglio che mi rimanda ad uno dei miei vecchi sogni mai del tutto dimenticati: sono nella casa che vidi qualche mese prima.

Della donna, della bambina così come del cane non c'è nemmeno più l'ombra. Sono sola.

Niente lenzuola insanguinate, niente dolore. Il fuoco è acceso e scoppiettante. Mi guardo in giro studiando di nuovo il tutto come se cercassi delle conferme nella disposizione dei dettagli.

"Hai già le risposte che cerchi bambina" rincara la voce femminile facendomi sussultare.

"Cosa vuol dire?" chiedo ora più calma iniziando a muovermi per quella camera da letto alla ricerca di non so quale dettaglio, seppur minimo, che credo mi possa essere sfuggito la prima volta che sono stata lì.

Passo in rassegna tutto muovendomi freneticamente da una parte all'altra, in lungo ed in largo quando ecco che di sfuggita noto lo strano riflesso provocato dalla mia figura passando davanti ad uno specchio. Mi inchiodo tornando dritta davanti allo stesso e rimango con più dubbi di prima.

Nel riflesso, la neonata che vidi la prima volta che finì in questa casa.

Mi sorride imitando le mie stesse movenze.

La studio dubbiosa avvicinandomi, cosa che anche lei fa di rimando. Passano interminabili millisecondi prima che questa infili una manina in una tasca della sua tutina porpora per tirare fuori una catenina con annesso un medaglione dorato.

Conosco benissimo quella collana: è la stessa che le donò la madre, la stessa che trovai nel bosco la notte del mio sonnambulismo.

La studio giocare con il gingillo prezioso donato da sua madre in punto di morte quando ecco che noto il particolare tocco laterale che ne fa scattare un meccanismo segreto.

Cerco di ricordare istintivamente dove possa averla appoggiata di rientro da quella 'passeggiata' notturna quando ecco che la vedo aprire le labbra per parlare con me:

"Tu-"

Un rumore di passi pesanti proveniente dal corridoio mi fa sobbalzare nella tranquillità del mio letto.

NO. Cazzo. Sono sveglia.

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