Cap.9

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Faccio un respiro profondo mentre mi asciugo le guance cercando di cancellare i segni di quel pianto. Ho passato 10 minuti in piedi guardando la cancellata a tratti arrugginita sfogando lo stress grazie ad un pianto liberatorio e finalmente sono pronta a rincasare.

Guardo l'orologio avvolto attorno al polso sinistro. Le 22.00.

Non voglio pensare a nulla. So che se raggiungessi le mie amiche noterebbero inevitabilmente i miei occhi rossi. In un attimo mi scorrono sotto agli occhi le loro domande. Non voglio essere la vittima del loro interrogatorio con relativi sguardi accusatori ed incuriositi...

In un attimo la mia coscienza mi riporta alla scatola in legno lasciata sulla mia scrivania appena qualche ore prima da Malfoy.

Non vorrei concedermi a lui. Conosco bene lo schema che segue con le ragazze: le fa sue e poi si vanta della cosa con il suo gruppetto di amici. In effetti è stato abbastanza chiaro anche con me. Mi ha avuta sì, ma non spontaneamente... la mia mente era inebriata dall'alcol, non avevo mai 'scelto'... si è sempre trattato di situazioni particolarmente favorevoli in cui ci siamo semplicemente abbandonati al momento.

In un attimo il mio cervello elabora uno dei pensieri più malsani mai avuti.

E se sfruttassi la cosa a mio favore per dimostrare a Cedric cosa si era perso?

Mi fa innervosire quello che ha fatto alle mie spalle. So che non ne ho il diritto... l'avevo tradito anch'io e non stiamo più insieme ma so che se si fosse venuto a sapere della mia tresca con Malfoy l'avrei colpito. Proprio come lui ha colpito me questa sera.

Mi dirigo in camera per prepararmi ed attuare il mio piano.

Percorro il tragitto dal cancello alla sala comune a passo svelto e fiero senza incontrare nessuno.

Apro la porta della stanza e non trovo dentro anima viva. Mi guardo attorno per cercare tracce di Adela finché non ricordo che ora fa sul serio con Blaise... i tempi in cui trascorrevamo le ore prima di dormire a raccontarci storie e spettegolare sarebbero stati sempre più distanti. Ma ehi, c'est la vie no?

Getto la borsa a terra e inizio a spogliarmi. Le 22.15.

Decido di farmi una doccia... voglio essere perfetta.

22.30. Asciugo i capelli stirandoli con il phone per sistemarli il più ordinatamente possibile e, con ancora l'accappatoio addosso, inizio a scegliere che intimo avrei sfoggiato per l'occasione.

Decido di optare per un semplice set di lingerie in pizzo floreale bianco. Sono ancora leggermente abbronzata dall'estate trascorsa sotto al sole italiano e il completo riesce ad enfatizzare con maggiore risalto la mia carnagione. È perfetto.

22.45. Sono in piedi davanti all'armadio.

Cazzo sono in ritardo. Sai cosa? I vestiti non servono no?

Afferro la prima vestaglia da notte che mi capita sottomano. È semplice, liscia... un elegante kimono lungo appena sopra il ginocchio in pura seta nera con un laccio che cinge la vita.

Faccio un fiocco morbido davanti allo specchio. Guardo soddisfatta il mio riflesso cercando di autoconvincermi di stare facendo la cosa giusta.

Prima di lasciare la stanza lascio un bigliettino sul comodino di Adela:

Non so quando torno... non aspettarmi alzata.

Ci vediamo domani, buona notte

Iris

23.00. Chiudo la porta dietro di me. Un brivido freddo mi attraversa il corpo. Ho i piedi nudi, una vestaglietta di seta leggera; nient'altro addosso e l'essere nei sotterranei di un castello pieno di spifferi non aiutava certo a mantenere una normale temperatura corporea.

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