Cap.74

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Scatto di nervoso per la brusca ed improvvisa conclusione. Proprio ora che stavo iniziando a comprendere meglio.

Passo e ripasso in rassegna visiva il mio sogno appena concluso proprio sul più bello cercando di captare quante più informazioni possibili ancora sdraiata nel letto. Il vestito ormai quasi del tutto appiccicato per l'enorme sudata che ho appena fatto. Sento gli strass del serpente perforare la carne del mio fianco ormai quasi del tutto segnato. Odio avere la pelle così sensibile.

"Cazzo" esclamo sussultando per il bruciore localizzato non appena con le dita sfioro l'area più che arrossata.

Nella penombra della camera buia, illuminata solo dal chiarore della luna, realizzo: la collana.

Ma dove l'ho messa?

Ricordo di averla portata con me dopo la mia promenade serale, o per meglio dire notturna, ma ad oggi non ricordo proprio dove posso averla imboscata. Sapevo fosse qualcosa di importante, di prezioso, motivo per cui ho sentito il bisogno innato di custodirla nell'esatto momento in cui l'ho avuta tra le dita ma ad oggi, nel disordine di camera mia non riesco a ricordare. Ragiono tra me e me per cercare di dare un senso ai miei ricordi.

Ci sono.

Scatto dal letto alzandomi bruscamente per raggiungere la scrivania come avessi appena pochi millesimi di secondo per portare a termine la più importante delle missioni, e per lo meno nella mia testa è così. I piedi nudi a contatto con il pavimento ghiacciato mi provocano tracce di brividi fino alla nuca. Non ci do peso, devo assolutamente ritrovare quel gingillo e ora so esattamente dove andarlo a cercare.

La mia scrivania ha un doppio fondo, nulla di magico o che... si tratta più che altro di un affascinante marchingegno babbano capace di nascondere il fondo appunto di un cassetto agli occhi di chi non sa come e soprattutto cosa cercare. Nel mondo magico sono pochi coloro che ne sono a conoscenza, i maghi preferiscono di gran lunga stregare i loro oggetti o metterli in custodia a strani animali. Meglio così.

Raggiungo il cassetto tirandolo con uno scatto fino quasi a farlo venire cadere sfilandolo dalla cerniera che lo tiene ancorato alla struttura principale del mobile. Sollevo la lastra che funge da base ed eccola lì, la collana. Riflette la luce fioca della luna che filtra attraverso la finestra.

Afferro la bacchetta fino a quel momento sul tavolo della scrivania prima di riprendere posto nel mio soffice, e caldo, letto.

"Lumos" scandisco decisa ed ecco che le candele che adornano la stanza prendono vita sotto al mio tocco magico. Le fiamme volteggiano leggiadre bruciando verso l'alto come in una danza.

Porto immediatamente l'attenzione sul medaglione cercando di ricordare gli esatti movimenti fatti dalla mano innocente di quella bambina per replicarli io stessa. Stranamente, quasi come fosse un gesto del tutto naturale, senza riscontrare il minimo problema, riesco a far scattare il frontale proprio come avevo visto fare. Un sorrisino di soddisfazione mi colora l'incavo laterale della bocca. La curiosità mi sta uccidento.

Scosto con le dita la figura aprendola come fosse la copertina di un libro. Vacillo qualche istante per la paura di poter rompere quell'oggetto così prezioso che una volta aperto, mi regala più dubbi e sorprese di quante non ne avessi prima.

Li, inciso nell'oro del fondo interno la scritta "Iris".

Corrugo la fronte dubbiosa e divertita nel leggere in mio nome.

Com'è piccolo il mondo.

E poi mi ricordo....

Se non fosse stato per il rumore, io starei ancora sognando e magari, nella migliore delle ipotesi, sarei riuscita ad ottenere qualche informazione in più.

Abbandono la collana sul letto per rispondere al secondo, e sicuramente meno interessante, dilemma della serata. D'istinto alzo lo sguardo verso la porta e noto un dettaglio che mi era del tutto sfuggito fino a quel momento. Un bigliettino a qualche centimetro della mia porta ripiegato grossolanamente in due. Lo studio dubbiosa finchè la curiosità ha la meglio. Mi alzo riappoggiando i piedi al freddo; la stessa sensazione della volta prima, dovrei davvero mettermi qualcosa di più pesante o domani finirò con una bella influenza.

Mi abbasso per afferrare la pergamena non curante dell'orlo del vestito ormai finito fin sopra il mio sedere.

Al lago nero, 1.00, non un minuto in più.

DM

Draco?

Studio con attenzione la calligrafia sconnessa, per nulla elegante. Non è da lui, ma considerando la quantità di alcol che anche lui ha ingerito non mi sorprende affatto. Poi ci ripenso, ordini, solo ordini... come solo lui sa dare: è lui.

Rigiro il bigliettino in cerca di una risposta su cosa fare. Vorrei andare a mettere un punto a questa storia una volta per tutte, visto che forse non sono stata abbastanza chiara, ma conosco l'effetto che ha su di me ed ho paura non riuscirò a rimanere della mia idea.

"No", esclamo facendomi coraggio. Io posso benissimo fronteggiarlo, non ho paura di lui. Chiuderò questa storia una volta per tutte, da domani mattina Draco sarà solo una parentesi, un chiaccherio che si racconta ai pomeriggi mondani con le amiche e nulla di più.

Sposto gli occhi per controllare l'ora: mezzanotte e mezza.

Mi sfilo da quello strumento di tortura con le paillette. Per quanto sia davvero un bellissimo abito devo ammettere che non credo lo rindosserò tanto presto. Lo butto in un angolo della camera e mi infilo in una tuta comoda di pile e nelle mie amate converse che metto praticamente 12 mesi l'anno. Controllo in mio viso segnato dal trucco sbavato allo specchio. Quello specchio, sospiro al ricordo del dolore che ho provato solo qualche ora prima che torna a farsi vivo, scava nei miei ricordi degradando l'immagine del biondo dal cuore di ghiaccio.

Scaccio quell'immagine dalla mente con un colpo di mano sulle guance per cancellare le linee del mascara colato. Già meglio.

Una giacca invernale e sono pronta. Sto per uscire dalla camera quando ecco che il ricordo di aver lasciato la collana incustodita mi fa bloccare e rigirare di colpo. La porterò con me, ora non ho tempo di metterla via o arriverò in ritardo.

Sono seria? Mi sto seriamente facendo problemi con lui dopo tutto quello che mi ha fatto e continua a fare?

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