Cap.31

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Apro gli occhi e mi ritrovo in una stanza scura, non un filo di luce se non per una candela. La prendo per cercare di illuminare meglio lo spazio intorno a me. L'aria è pesante, sento odore di cane bagnato... mi giro e vedo un'infinità di scaffali. Sono allineati esattamente uno dopo l'altro con una precisione disarmante. Una miriade di oggetti impolverati stanno a riempirli.

Erano parecchie notti ormai che il sogno non si faceva più spazio nel mio subconscio addormentato... ma tutto è esattamente come l'ultima volta che ero stata qui.

... Ricordo lo specchio. Velocemente cerco l'oggetto in quel luogo buio e impolverato.

"Irisss"

Quella voce, la sento ancora più vicina del solito. Voglio saperne di più. Non ho paura, non più.

La curiosità è l'unica emozione che provo.

Poco più in là trovo l'oggetto del mio desiderio. Lo afferro per scrutarne l'interno. Cerco quell'ombra impressa nella mia memoria. D'un tratto la macchia prende contorni più delineati: se sembra rappresentare in un primo momento un volto, amplia l'inquadratura fino a lasciarmi intravedere l'intero corpo coperto da un ampio lungo vestito.

È una donna, sembra tenere in una mano lo stesso specchio che impugno anch'io in quell'esatto momento. Con l'altra si porta al viso un oggetto indefinito.

Ancora lei.

"Iriss".

"Ti prego ho bisogno di saperne di più"  supplico quasi con le lacrime agli occhi.

D'un tratto la figura che aveva abitato lo specchio fino a quel momento sparisce in una nuvola di fumo nero semplicemente dissolvendosi.

La nube annerisce interamente la superficie riflettente oscurando ogni traccia di luce all'interno.

Incuriosita avvicino il viso per studiarne meglio la fattura. Improvvisamente vengo catturata dalla nube stessa.

È doloroso; come se qualcuno mi scavasse nell'anima per estrarla con forza dal corpo

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È doloroso; come se qualcuno mi scavasse nell'anima per estrarla con forza dal corpo. Chiudo gli occhi e stringo i denti per sopportarne il supplizio... anche se con scarsi risultati.

La sensazione mi ricorda quella della smaterializzazione, il che mi provoca la paura inconscia di poter stracciare il mio 'Io' interiore, la mia coscienza, a brandelli in caso di fallimento. Ma come potevo fallire se non ero nemmeno fisicamente lì? Cosa si sarebbe rotto nel caso?

E ancora, come poteva accadere se non ero nemmeno io stessa ad avere il controllo su quello che stava succedendo?

Come una goccia, percepisco la mia anima colare ed espandersi in un cielo tempestoso che, lentamente, definisce un panorama...

In qualche millesimo di secondo l'inquietudine mi prospetta alla mente gli scenari più disparati.

...Riapro gli occhi.

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