Cap.58

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Draco a pochi passi da me è incredulo.

"Non è possibile" il suo tono non è più così brusco come lo era qualche istante prima. Si immobilizza sull'uscio della porta.

"Non può essere" esclama mentre studia gli stipiti.

"La porta era chiusa" continua a balbettare tra se ad alta voce. La voce tremante.

Nel mentre, poco mi importa; sfilo il vestito restando in intimo per l'ultima volta di fronte ai suoi occhi incurante dei suoi deliri personali. Afferro un paio di jeans ed un maglione. Ho solo voglia di uscire da lì. Tornerò a casa dei miei, anche se non c'è nessuno... non importa. Ovunque è meglio che qui, chiunque è meglio che lui ... anche la mera solitudine.

"Hai girato la maniglia?" mi chiede.

Non lo voglio ascoltare, non ci voglio parlare... voglio solo scomparire.

"Hai girato o no quella cazzo di maniglia?" grida per cercare una sorta di reazione in me.

Sobbalzo alzando le spalle dallo spavento per il repentino cambio di tono e senza neanche accorgermene mi ritrovo occhi negli occhi con lui. Proprio quello che non volevo fare.

"Si penso di averlo fatto ok? Che problema c'è?" sbotto con gli occhi rossi per il pianto. Non lascio il mio sguardo troppo a lungo nel suo.

"Non può essere" continua a balbettare traballando poco più in la sul letto per sedersi. Si allenta il papillon e poi la camicia con le mani. Fingo di non aver appena assistito alla scena. Non mi importa di lui o quanto meno non voglio che lui pensi che mi importi. Lo seguo con la coda dell'occhio mentre sono intenta ad afferrare le ultime cose per riporle senza un senso in valigia: le afferro e le sbatto dentro. Non importa l'ordine in questi casi.

Noto la sua espressione terrorizzata mentre passo in rassegna la stanza in cerca delle ultime cose dimenticate. È pallido, più bianco del solito... quasi una cadavere. Balbetta e mugugna cose senza un senso.

"Fermati" mi intima.

"Drac-"

"Devo solo costatare una cosa"

In un attimo torna ad un'apparente calma.

Alzo gli occhi al cielo stufa delle sue pretese, stufa di lui, di quella casa, di quella sera,...

"Se è un modo per farmi restare sappi che non funzionerà. Me ne andrò comunque"

"Fidati, sto sperando di sbagliarmi" confessa afferrando la bacchetta e puntandola contro di me.

"Stai scherzando? Che vuoi fare con quella? Non ti è bastato quello che mi hai già fatto?" grido tra la preoccupazione e l'incazzatura più profonda.

"Alza il maglione" mi ordina

"Draco è inutile"

"Alzalo" ribadisce con tono più autoritario.

Rimango ferma mentre mi alzo il maglione in segno di sfida, come a voler dimostrare che io posso mantenere il punto pur sotto la sua pressione. Draco in piedi di fronte a me mantiene una distanza alzando nuovamente la bacchetta come per mimare una sorta di G.

"... revelo" sussurra poco prima che la sua bacchetta emetta un fascio di luce dritto verso di me.

È un incantesimo antico, qualcosa di estremamente difficile. Credo di aver letto di questo genere di incantesimi su qualche libro di magia. Richiede grande concentrazione e forza di volontà, non tutti i maghi sono in grado di eseguirlo... ce ne sono diversi tipi, ma, in base a cosa si voglia rilevare, sono uno più difficile dell'altro.

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