Cap.62

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Il vociare della stanza successiva a quella in cui mi trovo si fa sempre più intenso, fragoroso. Ad un certo punto credo perfino di aver sentito frasi nitide e scandite.

"È la sera questa"

O mi sto immaginando tutto?

Quando ero in Italia avevo letto in più di un'occasione come la fame giochi brutti scherzi al cervello, ma non solo; la fame, la deprivazione di sonno, ...

Un trucchetto mentale mi torna in mente assopendomi: ricordare una serie di sei numeri nei secondi successivi ad averla letta.

Facile no? Peccato che sfortuna vuole non ci sia nemmeno una singola cifra in questa stanza cupa.

Una voce più alta e scandita all'interno della stanza confinante richiama di scatto il mio interesse riportando la mente nel mio corpo.

Mulciber.

"Non c'è niente che il signore oscuro brami di più di vedere al suo servizio un'intera, ma soprattutto unita, famiglia di stirpe nobile. Questa sera, grazie alla mia maestria verrà suggellato l'accordo che il nostro signore tanto brama"

Un vociare pacato e stupito riecheggia fino alle mie pareti. Cerco di drizzare le orecchie e scoprire qualcosa di più. La curiosità è una brutta bestia.

Un boato.

Le porte che fino a quel momento avevano diviso le nostre stanze non esistono più. Sbattuto contro le pareti con la potenza di un incantesimo distruttore il legno, ormai mangiato dalle intemperie e dall'incuria, vola spezzandosi in mille schegge non appena entra in contatto con la parete fredda ed umida.

Giurerei che alcuni frammenti mi abbiano raggiunto in viso, ancora quasi completamente immobilizzato dall'incantesimo di pietrificazione.

Ed eccola li, la presa dell'incantesimo per farmi levitare e richiamarmi a se.

Volteggio fino a raggiungere l'ingresso dell'altra stanza. Una stanza decisamente più accogliente e vissuta. A testa in giù non distinguo bene le cose, finchè...

"Draco la riconosci?"

La voce di Mulciber è tagliente, affilata.

Draco? Lui è qui?

Non ho il tempo di pensare ad una risposta, né tanto meno ad altre domande. Sovrasto levitando il tavolo fino a raggiungere quegli occhi di ghiaccio. I miei occhi di ghiaccio. La mia alaska invernale nel quale adoravo perdermi.

 La mia alaska invernale nel quale adoravo perdermi

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Draco, con Lucius e Narcissa.

Draco, il suo sguardo preoccupato... era la prima volta che lo dava a vedere così apertamente. Una lacrima incontrollata mi segna la fronte prima di gocciolare sul tavolo in mogano scuro.

Osservo i suoi occhi correre per tutto il mio corpo studiandolo. Ne osserva le ferite, i lividi; analizza le ossa ormai palesemente evidenti fino a fermarsi sul mio ventre.

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