Cap.59 Iris

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25 Dicembre

L'odore di muffa mi scava le narici. Il freddo gelido mi perfora fin dentro le ossa. 

Riapro gli occhi un una stanza vuota. Il nulla è intorno a me. Lì, sdraiata sul pavimento di pietra senza nulla attorno sono completamente disorientata. Una piccola luce filtra da un foro microscopico del soffitto.

Ho addosso ancora i vestiti della sera prima. Sono sporchi, quasi come fossi caduta in una pozzanghera di melma fangosa. 

Non riesco a ricordare nulla... studio la stanza a tastoni. Pareti fredde, pareti fredde, pareti fredde e...

... sbarre. Sbarre? Le afferro tirandole e spingendole da e verso di me con la mera illusione che queste si sarebbero aperte. Come se fossi stata messa li per errore. Come se qualcuno volesse farmi solo uno scherzo. Niente, si limitano a ninnare sui loro perni arrugginiti senza sbloccarsi. Il loro tocco mi brucia la pelle, come se avessi appena messo entrambe le mani sul fuoco. Grido per il dolore.

Sono in una prigione? Cosa ci faccio qui? Cos'è successo?

Mi sforzo di ricordare quanto più possibile ma la mia memoria è completamente fuori gioco...

" cosa avete fatto tu e Draco il pomeriggio prima di prendere il treno per venire qui?"

"... revelo"

"Questo non cambia niente"

Istintivamente porto entrambe le mani sul mio ventre mentre ripenso a tutti gli avvenimenti di quella sera. Pansy, Draco, il 'boccino' ... il mio istinto di protezione verso quest'ultimo è amplificato. 

Un marcato mal di testa inizia a minacciare seriamente le mie povere tempie ma non importa, devo uscire da qui. Non so dove sono, non so se qualcuno può sentirmi ma devo provare... 

La mia bacchetta.

Tasto ogni possibile 'nascondiglio' dove potrei trovarla... niente, andata anche lei proprio come la mia libertà.

Ed è a questo punto che il panico prende il sopravvento sulla mia razionalità.

"Aiuto. Vi prego se c'è qualcuno. Aiuto. Aiuto. Chiunque" grido e mi dimeno attaccata a quelle sbarre ustionanti che lasciano entrare una lieve seppur costante corrente gelida.

"Aiuto. Aiuto. Aiuto"

Una voce maschile dal tono maleficamente divertito si avvicina intonando ironicamente la mia disperazione.

Percepisco il rumore di scarpe quasi come scendere dei gradini. Mi sforzo di decifrare ogni singolo segnale visivo, olfattivo ed uditivo pur di avere quante più informazioni possibili per la costruzione mentale della mia prigione. 

 

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Non so, mi sto illudendo da sola di poter scappare

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Non so, mi sto illudendo da sola di poter scappare.

Davvero?

La figura si ferma senza raggiungermi completamente. So che è li, in piedi...e che probabilmente può vedermi a differenza mia.

"Non pensare nemmeno di poter uscire da qui. Se pensi che quello alle sbarre sia l'unico incantesimo di cui la tua nuova stanza è dotata sei un'illusa" ride divertito.

"La mia nuova stanza? Cosa vuoi farne? Per quanto tempo conti di tenermi qui? Perché sono qui? Non ho fatto niente, ti prego lasciami andare" 

L'adrenalina del momento mi costringe a trattenere le lacrime soffocandole in grida di disperazione

"Cosa vuoi da me?"

"Tempo al tempo piccola. Potrei volere più di una cosa da te" schiocca la lingua contro i denti, il tono perverso mi fa accapponare la pelle

"Ti prego, non posso stare qui ... sono in-"

"NO" quella voce, una terza voce, la voce del mio sogno. Mi intima secca di fermarmi. 

"In?" domanda incuriosita la sagoma di fronte e me.

Decido di ascoltare il consiglio e mento cercando di inventarmi la prima cosa che mi viene in mente:

"Invitata ad una festa domani" 

"Le feste non saranno un problema, anch'io ne sto organizzando una. Sarà memorabile" 

Silenzio come se si aspettasse che potessi dire qualcosa...

"Sai è stato piuttosto facile, pensavo ci sarebbe voluto di più ... ed invece" precisa con estrema soddisfazione "eccoti qui... meno male avevo già preparato. Ah, prima che mi dimentichi... ecco il tuo pranzo"

Avverto un rumore di traballamento metallico provenire dal pavimento per alzarsi. Mi giro verso il suono sena vedere niente.

Tasto con le mani fino a raggiungere un vassoio in metallo con un bicchiere dello stesso identico materiale. Infilo dentro un dito: un liquido. Sto per portarmelo alle labbra quando un'idea malsana si fa spazio nella mia mente...

E se volesse avvelenarmi?

Titubante studio la situazione fino a che la voce, come mi avesse appena studiato la mente, risponde: 

"Se avessi voluto avvelenarti non mi sarei preso il disturbo di fare tutto questo non credi?"

In effetti il suo ragionamento non fa una piega. Afferro il bicchiere tracannandolo: acqua. 

Continuo la mia ispezione fino a raggiungere un barattolo di latta.

"Razionatelo, questo sarà l'unico servizio che avrai durante tutta l'intera giornata. Ah e Buon Natale"

"Ma è ..."

E prima che potessi finire la frase il rumore dei passi si allontana da me lasciandomi sola, di nuovo.

Scoppio in un pianto liberatorio.

"Draco mi troverà" 

"Qualcuno mi troverà" sussurro a me stessa ricordandomi di come era finita con Draco "qualcuno ci troverà" ribadisco a conferma abbracciandomi il ventre.

"Buon Natale"

***

I giorni diventano presto settimane...

Non so da quanto tempo io sia qui. Nessun metro di definizione oraria, nessun orologio... a definire le mie giornate solo il traballante rumore metallico del vassoio che compare con il bicchiere d'acqua e la latta di legumi. Anche se credo una volta di averne ricevuta una di trippa.

O forse semplicemente sono le mie papille gustative che mi stanno giocando brutti scherzi.

Nonostante la gravidanza i vestiti mi vanno ogni giorno più larghi, segno che sto perdendo peso... fin troppo peso. Probabilmente se avessi a disposizione uno specchio non riuscirei a riflettermici senza la paura di vedere un morto che cammina.

Della figura nessuna nuova notizia, compare saltuariamente a controllare io non sia morta. 

Nessuna notizia da nessun fronte: non Draco, non i miei,... nessuno. Non posso credere che sia così facilmente rimpiazzabile, non posso credere che a nessuno importi di me. 

La verità è che con così tanta solitudine e tempo a disposizione la mente mi sta iniziando a giocare brutti scherzi. Le immagini della mia famiglia, delle mie amiche felici senza di me, di Draco tra le coperte di Pansy dipingono sempre più i miei pensieri ...

... Per quanto ancora potrò resistere?

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