Cap.67

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Poteva essere così, avremmo potuto riprendere da dove eravamo rimasti ma no. Dopo essermi addormentata stremata nelle braccia di Draco mi risveglio ora, sola, avvolta dal suo profumo.

Le mie lenzuola ne sono traboccanti. Basta girarmi e schiacciare il materasso per provocarne un ulteriore dispersione.

Nascondo la testa nel cuscino ispirando a pieni polmoni. Le mie emozioni combattono tra loro: felicità, tristezza, vittoria e sconfitta si mescolano insieme lasciandomi quell'amara consolazione di incertezza. Se non fosse per quel profumo crederei di aver appena sognato.

Infilo le mani sotto al cuscino per schiacciarlo ancora di più verso il mio naso, per assaporare meglio Draco. Con mia sorpresa, nascosto tra il cuscino ed il materasso trovo un bigliettino ripiegato alla buona:

Quello che è successo qui non succederà più.

D

Eccolo lì, Draco che fa ... Draco ...

...ed io che mi faccio usare a suo piacimento da lui. Non imparerò mai.

Stropiccio sconsolata quel pezzo di pergamena mentre mi autoimpongo che non mi sarei alzata da lì fino a sera.

Ed è proprio quello che ho fatto. La giornata trascorsa su quel materasso che ormai era traboccante di noi. I ricordi che si mischiano vorticosamente. Nonostante questo, però, questa volta il pianto non riesce a prendere il sopravvento ed a prevaricare su di me. Non voglio alzarmi ma il mio stomaco brontola per la fame.

Giro la testa verso la sveglia per scoprire che non era del tutto a caso quel bisogno: le 19.30. Considerando che non avevo pranzato era più che normale. Mi faccio forza decidendo di alzarmi dalla mia posizione di letargo giornaliero.

Sconsolata infilo le prime cose che trovo disponibili sulla sedia della scrivania: un maglioncino nero e dei pantaloni della tuta grigi. Arraffo gli Ugg abbandonati in un angolo della stanza e sono pronta.

Arrivata alla soglia della sala comune il vociare degli studenti mi accoglie.

Scruto la stanza in cerca di Draco. Lo trovo seduto poco più in là; un gruppetto di serpeverde, e Pansy, si era riunito attorno a lui. Stanno discutendo animatamente dell'assenza di Zabini dalla partita che avrebbe avuto luogo l'indomani.

"Zabini aveva da fare questo week end. Eravamo d'accordo... tranquilli io basto per tutti"

Passeggio davanti a lui evitando che il mio sguardo possa incagliarcisi dentro. Non so se lui abbia notato la mia presenza, né ,mi interessa saperlo. Raggiungo uno spazio vuoto in un angolo appartato della tavolata e scivolo sulla panca fino ad infilare le gambe sotto al tavolo.

Stufato di manzo, purè di patate dolci, zuppa di cereali, cioccolato fuso,...

Nonostante il menù che solitamente mi avrebbe fatto venire l'acquolina in bocca e che mi sarei strafogata fino a star male la mia tristezza, mischiata ad un briciolo di rassegnazione, mi fanno chiudere lo stomaco.

Mi sforzo di prendere un cucchiaio di purè dal centro tavola ma è proprio mentre tento di spostarlo all'interno del mio piatto che il nodo al mio stomaco si stringe ancora di più. L'urto della nausea mi costringe ad ingerire l'accumulo di saliva.

"Tutto bene Iris?"

La voce di Mirea è preoccupata.

"Sei pallida" prosegue.

"Si, scusa è solo che ..."

"Successo qualcosa con Draco"

Come fa a saperlo? Ha già sbandierato la notizia ai quattro venti.

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