Cap.48

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22 Dicembre

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22 Dicembre.

La costruzione è imponente, predominante, in modo nettamente superiore al maniero della famiglia Culligan. Un'ala di freddezza sembra avvolgerlo in un triste abbraccio. Non solo il maniero, tutto intorno a lui sembra essersi... spento.

Ammiro la vastità del possedimento.

Una sorta di fitta. Parte dallo stomaco insinuandosi fin dentro le ossa, scavando.

Scrollo la testa spostando gli occhi verso Draco tornando in me. Un leggero sorrisino accigliato gli segna il viso mentre finisce di far levitare i nostri bagagli proprio di fronte al cancello.

Un pop mi fa scattare verso di esso.

Un elfo dalla corporatura esile compare proprio di fronte a noi.

"Padron Malfoy"

Segue una sorta di inchino rudimentale e scordinato.

"Boppy" interviene prontamente Draco " ti presento la signorina Culligan".

Un rapido cenno con la mano ad indicarmi.

"Miss Culligan"

Segue un altro inchino, questa volta leggermente migliore del precedente. Sorrido in rimando alla dolce e gracile elfa.

"Miss Malfoy aveva avvisato..." si affretta a specificare "...Boppy ha preparato la camera degli ospiti per Miss Culligan".

"Non ce ne sarà bisogno" la interrompe prontamente Draco. Avverto la sua mano scivolarmi lungo il fianco per saldarsi in vita tirandomi a lui. Il mio corpo urta contro il suo per l'inaspettato strattone ricevuto, lo osservo studiando la sua espressione maliziosa comparire sul viso. Una vampata di calore irradia le mie guance per l'imbarazzo. Cerco di ricompormi prima di reindirizzare il mio sguardo nuovamente verso Boppy.

Aveva espressamente lasciato intendere ...

"Puoi portare i bagagli miei e della signorina Culligan in camera mia. Andrà bene" chiarisce in tono calmo.

Un nuovo pop e Boppy, insieme ai nostri bagagli, era sparita lasciandoci nuovamente soli.

La mano di Draco fa scattare il cancello che si apre per noi richiudendosi velocemente non appena varchiamo la soglia. Le siepi ai lati del viottolo in ghiaia ci guidavano verso il maniero. Lì, in piedi di fronte all'ingresso, Narcissa ci aspettava in febbricitante, ma composta, attesa. Una lunga giacca in lana nera le adornava il corpo.

L'avevo vista solo al galà dei miei genitori. Una donna elegante e raffinata, gentile con chiunque conversava, nettamente differente dai modi più bruti e 'subdoli' del marito.

"Benvenuti"

Il tono di voce calmo e pacato, quanto bastava per permetterci di sentirla mentre raggiungevamo le colonne massicce poste all'ingresso.

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