Cap.77

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*FLASHBACK*

Mi divincolo per correre in mezzo alla folla. Salgo le scale per i piani superiori con Draco sempre alle calcagna. Continua a gridare il mio nome, a chiamarmi ... ma non posso, non riesco a stare in sua presenza. Non posso proprio.

Ho solo voglia di prendere le mie cose ed andarmene via da li.

Velocemente, piena di rabbia, raggiungo il corridoio delle camere da letto superiori. Giro la maniglia della porta della camera da letto di Draco. Un leggero bruciore prima di riuscire a farle completare il giro e spalancare la porta davanti a me. Draco a pochi passi da me è incredulo.

***

"Non è possibile" il suo tono non è più così brusco come lo era qualche istante prima. Si immobilizza sull'uscio della porta.

"Non può essere" esclama mentre studia gli stipiti. "La porta era chiusa" continua a balbettare tra se ad alta voce. La voce tremante. "Hai girato la maniglia?"

Non lo voglio ascoltare, non ci voglio parlare... voglio solo scomparire.

"Hai girato o no quella cazzo di maniglia?" grida per cercare una sorta di reazione in me.

Sobbalzo alzando le spalle dallo spavento per il repentino cambio di tono e senza neanche accorgermene mi ritrovo occhi negli occhi con lui. Proprio quello che non volevo fare.

"Si penso di averlo fatto ok?"

"Alza il maglione" mi ordina.

"Draco è inutile"

"Alzalo" ribadisce con tono più autoritario.

"... revelo" sussurra poco prima che la sua bacchetta emetta un fascio di luce dritto verso di me.

Il fascio di luce sprigionato dalla bacchetta di Draco mi abbaglia per qualche istante prima di assopirsi e lasciare spazio ad un minuscolo cerchio fluttuante delle dimensioni di un boccino d'oro. Non è così veloce in questo caso... volteggia libero leggiadramente senza voler sfuggire a nessuno.

***

Percepisco il rumore di scarpe quasi come scendere dei gradini. Mi sforzo di decifrare ogni singolo segnale visivo, olfattivo ed uditivo pur di avere quante più informazioni possibili per la costruzione mentale della mia prigione.

Non so, mi sto illudendo da sola di poter scappare.

Davvero?

La figura si ferma senza raggiungermi completamente. So che è li, in piedi...e che probabilmente può vedermi a differenza mia.

"Non pensare nemmeno di poter uscire da qui. Se pensi che quello alle sbarre sia l'unico incantesimo di cui la tua nuova stanza è dotata sei un'illusa" ride divertito.

***

"Buonasera stellina"

La solita inquietante voce che ogni tanto veniva a trovarmi fa capolinea dalla porta della mia cella.

Riversa sul pavimento stropiccio gli occhi tra le mani.

Ho appena il tempo di realizzare quando un nuovo rumore metallico mi inonda le orecchie.

"Perché scappi da me piccola. Stai solo peggiorando le cose"

"Che cosa vuoi da me?"

"Te"

Ed eccola lì pericolosamente vicino. Avverto la sua mano fredda scivolarmi sul viso per afferrarlo.

"Ti prego" supplico.

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