Cap.40

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È mattina, le 8.03 precisamente. Non credo di aver mai dormito così bene, probabilmente merito dell'erba che ho fumato ieri notte...

Nonostante abbia dormito solo qualche ora, il mio corpo è così rilassato che a tratti faccio fatica ad avvertire le mie stesse terminazioni nervose.

"Buongiorno dormigliona" la voce di Adela fa capolinea dalla porta del bagno appoggiandosi sullo stipite sorridendo.

"Buongiorno" le rispondo crogiolandomi nel soffice abbraccio delle coperte.

"C'è qualcosa che vuoi dirmi?" il suo tono è allusoriamente malizioso.

La guardo con un'espressione dubbiosa.

Adela si limita ad indicare lanciando un'occhiata alla giacca di pelle oversize che avevo riposto accuratamente sullo schienale della sedia della scrivania. Sbianco. Beccata...

Il sorrisino malizioso diventa improvvisamente perverso mentre nella sua mente iniziano a svilupparsi le più comparate scene. È palese dall'espressione che le compare in viso.

"Frena l'entusiasmo" la rimprovero tra le risate "non è successo nulla di quello che stai pensando".

"Se lo dici tu".

"Giuro Ade... abbiamo solo parlato e mangiato qualcosa" mi affretto a specificare mentre decido, finalmente, di alzarmi dal letto.

Adela non proferisce parola ma il suo sguardo vale come mille discorsi.

"Sono seria" ribadisco.

"Diciamo che decido di crederti" prende un sospiro di pausa "lui com'è?" mi chiede eccitata.

"Stano" le rispondo cercando di trovare un aggettivo che riuscisse a descriverlo al meglio. È così che lo percepisco: STRANO.

Avverto la curiosità pervaderle il corpo. Sta per farmi un'ulteriore domanda, me lo sento, la vedo...

...Corro in bagno per finire di prepararmi ma, soprattutto, per evitare di dover dare ulteriori spiegazioni alle quali nemmeno io so rispondere.

Tempo venticinque minuti e sono pronta: vestita, truccata e pettinata... ho solo un'ultima raccomandazione da fare, e questa è per Adela:

"Rimane tra noi questo per favore" le chiedo sottintendendo la notizia della mia notte trascorsa con la nuova compagnia.

"Ok" avvolge la risposta in un dolce sorriso.

Le mie giornate si trasformano in una costante routine: la mattina mi sveglio, mi preparo scrupolosamente scegliendo l'outfit adatto per le giornate sempre più fredde, colazione con il solito gruppetto, lezioni, pranzo, lezioni, cena e ...

...Thomas.

Thomas è ormai una costante nelle mie notti. Iniziata come una coincidenza, ora i nostri incontri clandestini notturni vengono minuziosamente organizziamo lasciandoci bigliettini nelle nostre camere con orario e luogo. Ridiamo e scherziamo per ore prima di raggiungere nuovamente le rispettive camere. Ci hanno rischiato di beccare una o due volte ma del resto fa parte del gioco anche questo...

Con il passare del tempo siamo diventati più bravi a nasconderci scoprendo sempre posti nuovi.

Di giorno il nostro rapporto è diverso: inesistente.

Nessuno sa della nostra amicizia. Perfino ad Adela non racconto tutto.

Thomas si cura bene di non darla a vedere; le rare volte in cui mi rivolge la parola alla luce del sole si tratta di semplici risposte monosillabiche. Sopprimo il costante desiderio di fargli domande in merito al perché di questa differenza abissale tra il giorno e la notte per la paura di poter rovinare tutto. Ho paura di perdere la boccata di aria fresca che ho finalmente trovato.

La verità è che Adela ormai non ha più molto tempo da dedicare alle 'cose' extra-Blaise, Mirea si deve mettere in pari con le lezioni e Draco; Draco si era allontanato sempre più da me nell'ultimo periodo, perfino i suoi attacchi erano diminuiti, un distacco freddo e silenzioso. Mi è giunta all'orecchio qualche voce di corridoio in merito ai suoi divertimenti sessualmente perversi con un numero sempre più alto di ragazze, la gelosia per lui mi logorava dall'interno mentre intorno a me stavo rimanendo da sola e poi...

... poi è arrivato lui.

Il suo fascino mi ha letteralmente rapita, conquistata.

Quando sono in sua compagnia è come se tutto il resto venisse dimenticato. Tutta la tristezza, l'ansia, l'angoscia, la gelosia, la solitudine, ... cancellati. O meglio accantonati. Già perché se è vero che quando sono con lui la mia testa è libera, non appena quel momento finisce, ripiombo nel solito vortice di realtà. Inevitabile e cruda. Consapevole.

Lui è il mio sollievo, seppur temporaneo. Non riesco a far a meno di sgattaiolare fuori la notte per incontrarlo e staccare la spina dalla realtà anche solo per qualche ora...

Un conforto che mi inizia a costare caro. Al decimo giorno senza un ciclo di sonno completo inizio ad avvertire il colpo. Le occhiaie sempre più marcate sono a questo punto scavate fin dentro gli zigomi, i mal di testa sempre più frequenti e l'incapacità di tenere gli occhi aperti durante le lezioni; alle pratiche ancora ancora... a quelle teoriche ed, in particolar modo noiose, un disastro.

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