capitolo 17. L'opposto e il simile

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Scendo dalla macchina, avvicinandomi ad ogni passo a quella discoteca.
Le gambe tremano leggermente, e l'ansia prende il sopravvento.

<<Sei sicura di voler entrare?>> mi chiede Ayla a bassa voce.

La musica si poteva sentire fin da qui.
E guardo quel posto quasi con paura.
Mi viene in mente quello che è successo due anni fa, facendomi sussultare dentro.

<<Si>> rispondo ad Ayla.

<<Non sei obbligata, se non te la senti>> continua a ripetermi.

<<Tranquilla, sono sicura>>

E, per una parte, era vero.
Faccio un bel sospiro, quando mi avvicino ancora di più.
Ci raggiungono anche Noah, Axel e Ruben.
E infine, il mio sguardo si posa su Royal.
Io, Noah, Axel e Ruben, ci rivolgiamo degli sguardi.

<<Spero che Jake sia già li>> dice Ayla, mentre stiamo per entrare.

A ogni passo, sento sempre di più la musica che rimbomba sulle mie orecchie.
La puzza di fumo e di alcol, invade le mie narici, facendomi assumere un'espressione di disgusto.
Quando entriamo del tutto, sento già la testa scoppiarmi.
Axel e Ruben sembrano divertiti, come se ci andassero spesso.
E di Ruben non mi stupirei.
E, conoscendo il carattere di Axel, neanche.
Ayla cerca con lo sguardo Jake, senza, però, trovarlo.
Io e Noah ci guardiamo, come due complici di tutto ciò.
E, infondo, è così.

<<Ma dov è Jake?>> continua a dire Ayla.

<<Eddai, puoi divertiti anche senza di lui>> dico.

<<Ma deve esserci, per forza. Mi aveva detto che sarebbe venuto>>

Noah si avvicina ad Ayla, porgendogli la mano, quasi come un galantuomo.
Sorrido a quella scena.

<<Nel frattempo, mi concedi di ballare con te?>> gli chiede, e vedo Ayla sorridere.

La sue guance si tingono improvvisamente di rosso, e dopo non molto accetta, appoggiando la sua mano in quella di Noah.

<<Si, volentieri>> dice.

Si allontanano da me, e vanno in pista.
Io mi guardo intorno, in cerca di Ruben, o di Axel.
Ma di loro nessuna traccia.
Saranno sicuramente andati a ballare, o a bere qualcosa.
O, comunque, saranno andati a fare qualcosa di sicuramente più divertente di quello che, invece, faccio io.
E cioè stare ferma in un punto.
Mentre vago con lo sguardo sulle persone presenti, proprio esso, cade in una persona che non avrei mai voluto fosse qui.
Sarah.
I suoi capelli rosa, il suo vestito corto sopra le ginocchia, nero, con dei tacchi alti.
Sta ballando, mentre tiene in mano un bicchiere di qualcosa di alcolico, e muove la testa al ritmo di musica.
Io mi sentivo come un pesce fuor d'acqua.
Mi sentivo diversa.
Infondo, è proprio così che in tutti questi anni mi hanno fatto sentire.
Diversa.
Ora ero io a sentirmi diversa.
Sento spingermi la spalla, e non appena mi giro, vedo un ragazzo e una ragazza che si baciano, mentre cercano di raggiungere chissà quale punto della discoteca.

<<Ehi, fate attenzione>> dico, ma loro sono troppo impegnati a baciarsi per dare ascolto a ma.

In che posto sono finita?
Davvero la gente è così?
Per me, anche un semplice bacio, è qualcosa di unico.
E la gente lo da così, a chiunque e come se non si fosse un domani.
Sono una ragazza che da un valore anche ad un semplice gesto, come un bacio, ad esempio.
A ad ogni singola parola.
Anche un semplice "sei bellissima" io gli do valore.
Ma la gente no, la gente non sa più cosa significa dare valore alle cose.
Sarah mi nota, e, sorridendo con la sua solita falsità, si avvicina a me.

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora