capitolo 54. Voler cancellare tutto

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Posiziono i libri nell'armadietto, ma, ancora per la seconda volta, mi cadono a terra.
Alzo gli occhi al cielo, sospirando.
Possibile che devono sempre cadermi per terra?
Sarà la terza volta ormai.
Mi abbasso per poter prendere tutti i cinque libri caduti, e proprio in quel momento, sento qualcuno appoggiarsi nell'armadietto accanto, e dire qualcosa.

<<Da quando leggi libri per addestrare i cani?>> 

Mi alzo da terra, e, con i libri tra le braccia, sposto lo sguardo su Royal, con le braccia incrociate al petto.

<<Da oggi.>> dico solamente.

Mi volto verso il mio armadietto, posando uno per uno i libri, evitando così che cadano nuovamente. 

<<Vedo che va alla grande con Ken, è così?>> esordisce.

<<Io e Kennedy non siamo fidanzati>> metto le cose in chiaro. 

<<Strano, vedo molto feeling tra di voi, o sbaglio?>>

Il suo tono di voce è impassibile, come il suo sguardo. 

<<Io e lui siamo solo amici>> finisco di posare i libri sull'armadietto, e dopo qualche attimo di silenzio, mi volto nuovamente verso di lui. <<E poi non so neanche perché sto parlando di questo con te>>

Fa spallucce, rimanendo però in quella posizione.

<<Non so, dimmelo tu>> dice, come se fossi stata io ad aprire un discorso con lui. <<Io ti ho fatto delle semplici domande, eri libera di non rispondermi. Ma l'hai fatto, quindi questo dovresti dirmelo tu>>

Stava dicendo sul serio? 
Ha davvero questa faccia tosta?  
Distolgo un attimo lo sguardo, solo per sbuffare una risata.

<<Ma guarda tu che faccia tosta>> dico.

Lui alza un sopracciglio a quella mia esclamazione.

<<Bene, se la mettiamo così, sono anche libera di andarmene. Ed è quello che farò.>> concludo, con un tono di voce freddo, nonostante tutto questo mi faccia male.

Mi volto, dandogli le spalle, e dirigendomi verso la mia classe.
Cammino lungo il corridoio, ma noto che mi segue.

<<Mi stai seguendo o cosa?>> gli chiedo, fermandomi in un punto non preciso del corridoio.
E facendo, automaticamente, fermare anche lui.

<<Devo ricordarti che siamo nella stessa
classe?>> 

A volte, come in questo momento, odio dover condividere lo stesso spazio, nonché la stessa classe.
È così strano parlarci così, adesso, dopo tutto quello che è successo tra di noi.
Arrivare fino a questo punto con lui era l'ultima cosa che avrei voluto.

<<Allora cammina distante a me.>> dico, guardandolo. <<Sei stato tu a dire che non ha senso, no?>>

<<Ed è così, infatti>> dice, lasciandomi su quel punto di corridoio da sola, con le sue parole.

Se ne va, come se ferirmi stesse diventando il suo passatempo preferito.
Ti prego, smettiamola di comportarci così.
Torna e abbracciami, dicendomi che mi ami, fallo, ti prego.
Avrei voluto urlarglielo, volevo che tornasse da me, in quel punto del corridoio, ma non l'ha fatto.
Mi ha lasciata lì, con le sue parole, ma non con lui. 

{...} 

<<Non capisco nemmeno perché siamo qua>> si lamenta Axel, già da cinque minuti. 

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora