capitolo 7. Una stanza chiusa -REVISIONATO-

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Cerco di afferrare la sveglia, la quale sta suonando già da più di dieci minuti, mentre i miei occhi sono ancora chiusi.
Dopo vari tentativi riesco ad afferrarla, spegnendola, essendo stufa di sentirla suonare.
Emetto un sospiro, imponendomi di alzarmi dal letto e di non riaddormentarmi di nuovo.
E, controvoglia, dopo aver rilasciato uno sbadiglio, metto un piede giú, e poi l'altro, restando seduta sulla superficie del letto.
Massaggio delicatamente le tempie, prima di alzarmi definitamente e affrontare la giornata.
Poi, dopo aver rilasciato un altro sbadiglio, afferro le pantofole e le indosso.
Mi avvicino alla finestra per aprirla, così da darmi la visuale di tutte le sfumature del cielo mattutino, il quale mi concedo qualche secondo in più per ammirarlo.
Sono le sei del mattino, e il sole fa il suo ingresso nella stanza, illuminando ogni oggetto presente.
Nell'aria risuona la dolce melodia che emettono gli uccellini, mentre una piacevole frescura mi accarezza la pelle.
Decido poi di uscire dalla stanza, e di scendere al piano di sotto.
Apro la porta, chiudendola poi piano, per cercare di non svegliare nessuno.
Ero in procinto di scendere le scale e raggiungere il piano di sotto, quando qualcosa blocca questo mio movimento.
Il mio sguardo cade su una porta infondo al corridoio, e non è la prima volta che il mio sguardo ricade lì.
Prima non gli davo molta importanza, tuttavia solo adesso noto che la tengono sempre chiusa.
Da quando abito qui non ho mai visto quella porta aperta.
Perché mai tenere una stanza sempre chiusa?
A questa domanda, la mia curiosità accresce.
Decido di seguire l'istinto e la mia curiosità, e, con passi lenti, mi avvicino a quella porta.
La porta è avvolta da un colore diverso rispetto a tutte le altre porte del corridoio, le quali sono avvolte da un color panna, che spicca con il grigio che avvolge le pareti del corridoio.
Eppure quella porta è l'unica ad essere diversa da tutte le altre, la quale è dipinta di un bordeaux.
E inoltre in essa non c'è appeso nessun cartellino, perciò da qui deduco che non sia una camera da letto.
Potrebbe essere un camerino o una cosa del genere, penso, eppure quando i ragazzi ci hanno permesso di dare un'occhiata più approfondita alla casa, dandoci la guida sulle varie stanze di quest'ultima, l'unica porta che hanno tralasciato è proprio questa.
Una volta che mi ritrovo davanti ad essa, appoggio delicatamente la mano sulla maniglia, facendo poi sempre più forza.

<<Che ci fai qui?>>

Sussulto di scatto, e come d'istinto distolgo la mano dalla maniglia della porta.
Quando mi volto, la figura che mi ritrovo davanti è quella di Royal.
Ha un'espressione seria in volto, come se stessi per fare qualcosa di sbagliato.
Che ci facevo lì?
Dovevo solo scendere al piano di sotto, e poi...
E poi ho visto questa porta.
Mi sono lasciata trasportare e guidare dalla troppa curiosità, senza aver preso nemmeno in considerazione il fatto che, magari, non sono cose che mi riguardano.
Mi sento quasi oppressa dalla sua vicinanza, e cerco di fare dei passi indietro, ma finisco per sbattere contro la porta, adesso dietro di me, rendendo così la situazione ancora più complicata e difficile da gestire.

<<Allora?>> mi chiede, aspettando una mia risposta.

<<Io... nulla>> deglutisco quasi a fatica.

Il suo sguardo si posa sulla porta dietro di me.
Nei suoi occhi, con i quali fissa la porta, adesso si riflette il vuoto, che avvolge le sue iridi.
Sembra che stia pensando a qualcosa, un pensiero che però sembra travolgerlo violentemente.
Il suo sguardo è perso, perso in un pensiero che lo sta divorando.
Poi torna alla realtà, come se si fosse salvato da quel pensiero.

<<Non voglio che ti avvicini mai più a questa porta, d'accordo?>> mi ammonisce.

<<Perché...?>> chiedo, quasi con un filo di voce, ma lui mi interrompe prima che potessi aggiungere altro a quella domanda.

<<Non fare domande. Non devi avvicinarti e basta.>> impone.

Non capisco questo suo strano comportamento solo perché stavo per entrare in una delle tante stanze.
Cosa mai ci sarà di importante in questa stanza?
E perché la tengono sempre chiusa?
La sua espressione seria svanisce pian piano, assumendo degli occhi quasi lucidi, che però cerca di nascondere.
Sembra che quella stanza sia importante per lui, tuttavia non so cosa ci potesse essere dentro.
La curiosità mi invade, ma voglio rispettare la sua richiesta.

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora