Capitolo 85. "Non abbandonarmi"

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Addison's pov

Faccio continuamente avanti e indietro nella sala d'attesa dell'ospedale, imponendomi di non pensare al peggio.
Ma ciò mi riesce del tutto impossibile.
Ho ancora le immagini impresse di qualche ora fa; io e Royal mano nella mano che stavamo finalmente andando via da quel posto, nel quale non avrei mai più voluto mettere piede, quando qualcosa interruppe tutto.
Ricordo che Royal si girò di scatto, mentre Ben fuorusciva una pistola dalla sua giacca, puntandola poi nella direzione di me e Royal.
Poi tutto fu veloce.
Ben aveva sparato, e il proiettile colpì Royal.
Tutto divenne confuso, e mi chiesi per un attimo se quella fosse la realtà o se lo stessi solo immaginando.
Royal cadde sull'asfalto, mentre i suoi indumenti divennero sporchi di sangue causati dalla ferita profonda e intensa.
Io caddi insieme a lui.
Persi le forze nel vedere quella scena davanti ai miei occhi.
Lo supplicavo di tenere gli occhi aperti ancora per un po'.
Lui cercava di pronunciare il mio nome, intento a dirmi qualcosa che non è riuscito a dire.
Riuscì a pronunciare il mio nome una sola volta, e quando le sue labbra lasciarono il mio nome, lui perse le forze.
Gli stringevo le mani, sperando che riuscisse a sentire il mio tocco, e che mi rispondesse stringendo di più quel tocco.
Ma lui non strinse, e la sua mano scivolò dalla mia.
Urlavo continuamente il suo nome, nella speranza di una risposta o di un cenno.
Ma niente di questi due arrivò.
Ben nel frattempo ero andato via, subito dopo aver sparato a Royal.
Non perse tempo a salire nella macchina con gli altri due ragazzi, mettere in moto quest'ultima e fuggire via.
Poi presi immediatamente il cellulare, chiamando Noah, Axel e Ruben.
Passavano i secondi, ma nessuno dei tre rispondeva alle mie chiamate.
Quando poi, Noah rispose.
Passarono pochi minuti quando poi loro mi raggiungessero in quel posto, che Noah conosceva molto bene.
Spiegai a loro tutta la situazione e di come siano andate le cose.
E adesso ci troviamo qui, da circa tre ore, se non di più.
E ancora nessuna notizia di Royal.
I dottori passano ripetutamente nei corridoi, e ad ognuno di loro chiedo di Royal.
Ma nessuno ha saputo darmi notizie.
Mi basterebbe sapere che sta bene.
Solo questo.

<<Ehi>> noto dalla coda dell'occhio Ayla avvicinarsi nella mia direzione, con un bicchiere di cioccolata in mano, presa dalle macchinette non molto distanti da noi. <<Cerca di non pensarci troppo, vedrai che andrà tutto bene>>

Prende posto su una delle tante sedie esposte, mescolando la sua cioccolata, la quale dopo vari secondi inizia a bere, appoggiando la superficie del bicchiere sulle sue labbra.
Vorrei poter non assillare la mia testa di così tanti pensieri.
Ma quelle immagini non mi si tolgono dalla mente.
E se ci penso, riesco ancora a sentire il suono di quello sparo nella mia testa.
E se chiudo gli occhi rivedo tutte le scene.
Ayla mi fa segno con la testa ci sedermi di fianco a lei, nell'altra sedia libera.
Mi avvicino a quest'ultima, e mi siedo, riposando così anche le mie gambe che da quando sono qui non fanno altro che muoversi dall'agitazione.
Vorrei poter avere notizie su Royal, possibile che dopo tre ore ancora nessuno ha saputo dirmi come sta?
Poso lo sguardo su Noah, il quale ha appena rilasciato un sospiro pesante dalla sua bocca.
Da quando è qui è sempre nella stessa posizione; seduto, con spalle in giù e le mani tra i capelli, mentre nasconde il viso, colmo di frustrazione.
Anche Ruben non si muove di un millimetro, mentre nei suoi occhi posso leggerci la preoccupazione, la stessa che sta tormentando me.
Lui è in piedi, con le spalle appoggiate sulla parete e lo sguardo fisso oltre la finestra accanto a lui.
Tuttavia il suo sguardo è spento, come se stesse fissando solamente il vuoto, lo stesso vuoto che avvolge i miei occhi da quando ho visto quelle scene.
Axel invece non riesce a stare fermo un attimo, mentre si tortura le dita delle mani continuamente.
Il suo sguardo è trepidante, mentre attende con impazienza notizie su Royal.
Si siede su una delle tante sedie libere, e dopo neanche tre minuti si rialza in piedi.
E poi di nuovo.

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora