Capitolo 64. New York, New York, New York!

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Solo una parola: America.
I raggi solari riflettono sui vetri trasparenti dei grattacieli, i quali ammiro come se fossero la cosa più bella mai vista in vita mia.
Le strade sono affollate da macchine e da taxi, mentre i marciapiedi da persone, le quali alcune vanno a destra, altre a sinistra.
I cartelloni illuminati rendono il tutto ancora più fantastico, e quest'ultimi è come se ti ipnotizzassero, facendoti rimanere con lo sguardo fisso su essi per non so quanto tempo, mentre le scritte e i colori cambiamo di secondo in secondo.
I taxi gialli ci passano accanto, in velocità.
Sapevo che l'America fosse così...caotica, ma ammetto di non essere per nulla abituata a tutto questo caos.
È come se fosse un altro mondo.
Un altro pianeta.
Come se fosse disconnesso dall'intero mondo.
Sento la mano di Royal appoggiarsi sulla mia, e non appena mi giro per incrociare i suoi occhi, lui mi stava già guardando.
Restiamo mano sulla mano, mentre continuiamo ad ammirare tutto ciò che abbiamo intorno.
Dopo circa quindici minuti, o poco più, i grattacieli si cominciano a vedere da poco più lontano, e ciò che inizia a circondarci sono alberi, colorati da un verde così acceso che ti illumina gli occhi.

<<Ragazzi miei, sono lieto di annunciarvi che siamo arrivati>> annuncia Jordan.

Il taxista si ferma, posteggiando in un'area privata.
Non perdiamo tempo a prendere le nostre valigie, e aprire lo sportello del taxi, per poi uscire da esso.
Appena scesi, restiamo un attimo ad ammirare ciò che ci circonda.
Da un lato ci sono alberi, un'area piena di verde, e dall'altro lato, si possono ammirare i grattaceli di New York.
Dire che è fantastico è sicuramente poco.

<<Questa è la casa vacanza dove alloggerete>> Jordan ci indica l'abitazione dove staremo, poi indica il taxista che ci ha accompagnato per tutto il tragitto. <<Lui è Cal, e sarà il vostro taxista privato. Detto questo, penso che possiamo entrare, così potete posare le vostre valigie nelle vostre stanze>>

Sento i ragazzi eccitati bisbigliare qualcosa, ma io ero troppo attenta a godermi quella visuale per ascoltarli.
Jordan infila delle chiavi nella serratura della porta di quella casa, e dopo non molto quest'ultima si apre.
Con le nostre valigie in mano, entriamo nella casa che ci avrebbe ospitato per tutto il tempo necessario.
Non appena entriamo, notiamo un'anziana sulla cinquantina d'anni ad accoglierci con un dolce sorriso.

<<Lei invece è Brittany e sarà la vostra cameriera personale>> Jordan ci presenta l'anziana. <<E infine, queste sono le chiavi delle vostre stanze, nelle quali sarete a coppie formate da due persone>> per ultimo, ci consegna le chiavi delle nostre stanze.

Detto questo, io e i ragazzi restiamo ad ammirare quella casa, né troppo grande, né troppo piccola.
Della giusta dimensione.
Le pareti sono di un color panna, e i mobili sono di un arredamento moderno con dei colori chiari.

<<Se vuoi posso aiutarti a portare le tue valigie nella tua stanza>> Kennedy mi fa tornare alla realtà, dato che ero troppo distratta ad ammirare quella casa.

<<Oh, sì, grazie, mi farebbe molto piacere>> lo ringrazio con un sorriso, il quale viene ricambiato.

Questa scena, però, dà occhio a Royal.
Il quale poco prima stava parlando con Noah, di poco più distante da me, ma adesso il suo sguardo è sulla direzione di me e Kennedy.

<<Che te ne pare della casa?>> mi chiede Kennedy.

<<È molto bella, sul serio>> il mio sguardo si sposta su ogni angolo di quella casa, guardandola ancora una volta.

Ma la frase successiva di Kennedy, mi fa subito tornare con lo sguardo su di lui.

<<Beh, mai bella quanto te>> il suo complimento mi fa leggermente arrossire, e abbassare di poco lo sguardo.

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora