capitolo 27. Lasciarsi andare

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Lo sguardo di Phoebe, che guarda ognuno di noi con la coda dell'occhio, attentamente, ci fa sentire ancora più a disagio di quanto già ci trovavamo in quella situazione.
Nessuno osa parlare, neanche Axel e Ruben.
Siamo tutti seduti sul letto, formando un cerchio.
Con dei fogli davanti e delle penne in mano, con la speranza che qualche idea per qualche melodia ci venga in mente.
Ma in quella stanza regna il silenzio più assoluto.
Ayla è ancora arrabbiata con Noah per il pugno a Jake, e per questo motivo, non si parlano, ma si scambiano solo sguardi.
La stessa cosa, io evito in tutti i modi di parlare con Royal, nonostante, anche noi, ci scambiamo sguardi.
Ayla appoggia un gomito sul foglio, picchiettando piano la penna sul foglio, ed evitando lo sguardo di Noah.
Il mio sguardo, poi, si posa su Royal, che lui stava già guardando me.
Distolgo subito lo sguardo, evitando il suo.

<<Insomma, ora basta.>> esclama di punto in bianco Phoebe, buttando la penna sul letto per fare un leggero rumore. <<Che succede? La smettete di ignorarvi, Ayla con Noah, e Addison con Royal?>>

Nessuno dei quattro risponde, ma continuiamo ad ignorarci, ignorando le parole di Phoebe.

<<Sono stanca del vostro comportamento. Quindi, se dovete continuare ad ignorarvi, io me ne vado. E vi avviso, resterete senza una menager>>

<<Cos'è? Una minaccia?>> prende parola Royal, e, come se fosse automatico, il mio sguardo si sposta in cerca de suo, ma sempre mantenendo lo sguardo freddo.

<<Si, lo è. Da quando siamo qui non fate altro che ignorarvi>> si lamenta Phoebe.

Sospiro, attirando l'attenzione di tutti su di me.

<<Phoebe ha ragione. Allora, avete scritto qualche nota?>> inizio col chiedere.

<<Io ho scritto una piccola melodia->> Noah non fa in tempo a dire altro, che viene subito interrotto da Ayla.

<<Non mi piace.>> dice quest'ultima.

<<Ma non l'hai nemmeno sentita->> anche stavolta, Noah viene interrotto.

<<Non mi piace.>> ripete mia sorella.

<<Io ho scritto->> stavamo dicendo in coro io e Royal, ma, quando ci accorgiamo che lo stavamo dicendo, senza saperlo, in coro, ci blocchiamo automaticamente.

<<Fai parlare me, grazie>> dico, mantenendo lo sguardo e il tono della voce freddo.

<<Stavo parlando io, e tu non mi hai dato neanche il tempo di finire la mia frase>> si difende.

<<No, ero io che stavo parlando e tu hai deciso di parlarmi sopra>>

<<Vuoi sempre passare per la vittima?>> mi dice.

<<Non faccio la vittima, faccio semplicemente Addison>>

<<Insomma! Basta!>> a mettere una fine al caos che si stava creando, è Phoebe, che sbatte leggermente le mani contro il foglio. <<Se continuate, io me ne vado>> avvisa, in modo serio. 

<<Io direi di fare una pausa>> propone Axel. 

<<Si, lo penso anch'io. Non credo che questo sia uno dei momenti migliori per pensare alle melodie>> dice anche Ruben. 

Phoebe, per fortuna, non controbatte. 

<<Vi rivoglio qui tra un'ora.>> stabilisce però.

Nessuno controbatte Phoebe, il che vuol dire che tutti eravamo d'accordo.
Detto questo, io e Ayla non perdiamo tempo ad alzarci da quel letto e uscire dalla stanza di Ruben. 
Non ne potevo più. 
Avevo Royal davanti a me, che non faceva altro che guardarmi. 
Quel dannato sguardo. 
Non appena esco dalla stanza, faccio un respiro profondo, come se non lo facessi da chissà quanto tempo. 

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora