capitolo 40. Un'amara verità

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Fisso un punto non preciso della parete bianca davanti a me, mentre le mie mani toccano lentamente il tessuto del lenzuolo.
Ricordo quasi in modo vago quello che è successo ieri. 
Ricordo solo che quando ero entrata in sala prove, avevo visto al suo interno Royal e Kyle.
Sembravano in procinto di litigare, e non avevano uno sguardo per niente calmo.
Poi all'improvviso avevo sentito una fitta alla gamba, una fitta forte, troppo.
E ora mi ritrovo qui.
Su un letto di ospedale.
A fissare la parete bianca davanti a me.
Pochi minuti fa è uscita l'infermiera, dicendomi che c'erano degli amici fuori che volevano vedermi.
E ho subito capito a chi si riferisse per "amici".
Tuttavia, quando quella porta si apre, l'unica persona che l'attraversa, è Royal.
Lo guardo avvicinarsi al letto di ospedale nel quale mi trovo, e sedersi sulla sedia accanto.

<<Stai meglio?>> mi chiede.

<<Si, credo di sì>> la mia voce è appena udibile.

Lui distoglie un attimo lo sguardo, passandosi una mano tra i capelli, e lasciando un sospiro pesante.
Poi torna a guardare me.

<<Perché non me l'hai detto?>> mi chiede, e so a cosa si riferisce.

Ora sono io a distogliere lo sguardo.
Perché non gli è l'ho detto?
Per paura, forse.
Paura che anche lui potesse guardarmi con pietà, magari.
Paura del fatto che anche per lui io sarei "diversa".

<<Chi te l'ha detto?>> gli chiedo.

<<Ayla>> dice. <<Ieri, quando ti hanno portata in ospedale, ho chiesto spiegazioni su tutto ciò. Ho chiesto spiegazioni sul perché quelle strane e improvvise fitte. E Ayla ci ha spiegato tutto>>

Rimango in silenzio, con lo sguardo su un punto non definito, pur di evitare il suo.

<<Perché non me l'hai mai detto?>>

Era come se avessi un nodo alla gola, che non mi permetteva di parlare.
Era come se stessi trattenendo delle lacrime, che, dopo non molto, scendono sul mio viso.

<<I-io...>> dico, tra una lacrima e l'altra, ma senza continuare.

Lui avvicina la sedia al letto di ospedale, e mette due dita sul mio mento, mentre col pollice lo accarezza.

<<Guardami>> giro lentamente lo sguardo verso di lui. <<Non voglio che piangi, mai>>

Senza interrompere il contatto visivo, il suo pollice continua ad accarezzare delicatamente la parte della mia guancia.
Annuisco debolmente.
Distolgo lo sguardo, una volta che le lacrime avevano smesso di scendere.

<<Ora immagino che continuerai a starmi accanto per pietà, la ragazza che un giorno finirà in sedia a rotelle, e immagino che...>> non mi fa nemmeno finire.

<<Non pensarlo neanche>> non l'ho mai visto così serio, mentre dice questa frase. <<Non pensare mai una cosa del genere, non devi neanche sfiorare un pensiero simile>>

Non dico nulla, ma resto a guardarlo negli occhi, fissi nei miei.
Ad interrompere, però, quel contatto visivo, sono i fratelli di Royal e Ayla, che entrano.

<<Ehi...>> mi saluta come in un sussurro Ayla.

Royal si allontana da me, e si alza dalla sedia, dando spazio agli altri.
A sedersi è Ayla, mentre gli altri restano in piedi.

<<Stai bene?>> mi chiede Ruben.

<<Meglio>>

<<Uscirai oggi stesso, non sei felice?>>

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora