capitolo 33. Ferite aperte

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Addison's pov 

Sento un leggero venticello scompigliare i miei capelli, ma tengo ancora entrambi gli occhi chiusi.
E quando apro un occhio, mi accorgo che è giorno, e che ho dormito nel terrazzo.
Allora richiudo l'occhio che avevo aperto, e mi stiracchio sempre rimanendo distesa sul pavimento.
Nel momento in cui faccio questo gesto, noto una coperta sopra di me.
E non mi ci volle molto a capire che fosse stato Royal a mettermela, dato il fatto che mi sono addormentata qui.
E sorrido al pensiero.

<<Ti sei svegliata finalmente>> sento una voce di fianco a me.

E quando mi giro lentamente con il viso, vedo Royal di fianco a me.
è messo disteso ma con il gomito appoggiato per terra e la testa alzata.
Credo mi abbia guardata mentre dormivo, e questo mi fa sentire in un leggero disagio.
Tuttavia, alzo la testa da terra e mi massaggio le tempie.

<<Che ore sono?>> gli chiedo. <<Ieri notte mi sono addormentata qui>>

<<Me ne sono accorto, ti ho portato anche una coperta nel caso che sentissi freddo>> mi dice. <<Sono le dieci, comunque>>

<<Ho visto la coperta, grazie>> gli dico, mostrandogli un sorriso.

Si alza dal pavimento e dopo qualche minuto essermi svegliata del tutto, mi alzo anch'io.
Raccolgo la coperta da terra e la sistemo prima di scendere dalla terrazza e posarla nella stanza di Royal.
Ma mi viene in mente qualcosa, e alzo lo sguardo verso Royal che si stava già dirigendo verso la porta della terrazza per scendere.

<<Royal>> lo fermo, con la coperta in mano e il venticello che scompiglia i miei capelli.

Si volta verso di me.

<<Dimmi>>

<<Posso vedere la stanza?>> gli chiedo tutto d'un fiato, sperando che dica di sì.

Del Royal di ieri, fortunatamente, non c'è più traccia.
Sembra essersi ripreso.
Io, al suo posto, non so se ne sarei stata capace.
Capace di guardare la vita col sorriso, nonostante tutto.
So che Royal ha questa ferita ancora aperta dentro di lui, ma ammiro come riesce a nasconderlo.
Ammiro il suo modo di voler aiutare me ad affrontare la vita, la paura, tralasciando però se stesso.
Perché lo fa?
Perché fa scorrere la ferita, e pensa a quelle degli altri?
Perché vuole nascondere tutto?
A volte, i ragazzi forti, hanno più ferite di quelli deboli.
E le nascondono, non vogliono mostrarle.

<<Vieni>> mi dice, facendomi capire di sì.

Senza dire nient'altro, scendiamo dalla terrazza, ancora con la coperta in mano.
Prima però di farmi entrare nella stanza, poso la coperta nella stanza di Royal, appoggiandola sul letto in modo ordinato.
E fatto questo, usciamo dalla sua stanza.
Prende delle chiavi in un posto in cui io non avevo minimamente cercato: un mobile nel corridoio.
Ero concentrata nel cercare nella sala pranzo, quel giorno, e non mi era passato nella mente questo piccolo mobile.
Ci avviciniamo poi alla porta della stanza.
Il sorriso che Royal aveva quando mi ero svegliata, adesso non c'è più.
Anche se, in confronto a ieri, credo stia meglio.
Non ha occhi lucidi, e neanche rabbia.
Una volta che toglie le chiavi dalla serratura della porta, quest'ultima si apre.
E finalmente, avrei potuto vedere cosa c'era dentro questa stanza che mi ha messo tanta curiosità dalla prima volta che me ne sono accorta.
Fa entrare prima me, e io non perdo tempo ad entrare.
Una volta entrata, mi guardo intorno.
E subito capisco che non è una stanza da letto, ma ben altro.
E mi viene subito in mente la frase di Royal quando eravamo in aula arte "lo faccio perché mi fa ricordare lei".
Royal, quel giorno, mi aveva detto che dipingeva perché gli faceva ricordare sua madre.
Sento una porta che si chiude alle mie spalle, e non appena mi giro, vedo Royal entrare nella stanza e chiudere la porta.

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora