Capitolo 68. Strani sensi

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Addison's pov

<<Oddio>> esclamo, alzando la testa dal cuscino. <<Mi sono addormentata>>

I raggi solari delle dieci del mattino illuminano la stanza, e ogni oggetto presente in essa.
Sposto lo sguardo, e non vedo Royal.
Aggrotto la fronte, chiedendomi dove potesse essere.
Poi, sposto lo sguardo sulla porta della stanza, e noto che è aperta.
Aggrotto un'altra volta la fronte, soprattutto quando vedo un filo rosso per terra, che prosegue oltre la porta.
Insomma, ho solo dormito, che diavolo è successo?
Decido di alzarmi dal letto, e seguire il filo.
Esco dalla stanza, e il filo prosegue oltre le scale.
Cammino ancora, seguendo il filo, fino a raggiungere il piano di sotto.
E appena scendo l'ultimo gradino, mi blocco.
Letteralmente.
I ragazzi, e anche Ayla e Phoebe, sono tutti posizionati accanto, davanti a me.

<<Che succede?>> chiedo, confusa.

<<Finalmente ti sei svegliata>> esclama mia sorella, sorridente.

<<Sì, ma... insomma, perché siete tutti qui?>>

Ruben tossisce due volte, prima di parlare, e sposto lo sguardo su di lui.

<<Volevamo dirti grazie>> dice, e io non capisco.

<<Grazie?>> chiedo. <<Per cosa?>>

<<Perché se oggi incideremo il nostro disco, è solo grazie a te>> prende parola Noah, e adesso il mio sguardo si posa su di lui. <<Perché per tutte quelle volte che noi volevamo arrenderci, tu ci hai sempre dato un motivo per non farlo. Perché prima di noi, sei stata tu a credere in noi, ad averci dato fiducia. Quando, in realtà, c'era poco da fidarsi, dato il modo in cui a malapena andavamo a tempo. Ma tu non ti sei mai arresa, non hai mai perso la speranza. Ed è solo grazie a te, se adesso noi ci troviamo qui, e se adesso noi ci possiamo considerare una vera band>>

Non riesco a credere alle sue parole, alle loro parole.
Le mie corde vocali sembrano essersi bloccate, insieme ad ogni muscolo del mio corpo.
Gli occhi iniziano a diventare lucidi, e un sorriso si fa spazio sulle mie labbra.

<<Non dovete ringraziare me>> dico. <<Dovete ringraziare voi stessi, per non esservi mai arresi, nonostante c'erano tutti i motivi del mondo per farlo. Dovete ringraziare voi stessi, per aver inseguito il vostro sogno, questo sogno, e per non aver mai perso la speranza>>

I ragazzi mi sorridono, e anche Phoebe.
Sento che tra non molto uscirà la prima lacrima, davanti a quelle parole rivolte alla sottoscritta.
Ma prima che mi potesse scendere una sola lacrima, mi accorgo che manca una persona.
Ma non ho neanche avuto il tempo di chiedermi dove fosse, che Royal, da dietro, mi mette le mani davanti agli occhi, lasciandomi un bacio tra i capelli, e sussulto.

<<Buongiorno amore>> mi dice.

E per un attimo mi blocco.
Mi ha davvero chiamata così?
Amore?
Non mi ha mai chiamata così.
È la prima volta che mi chiama amore.
E per un attimo mi sono chiesta se, magari, ho sentito male io.

<<Mi hai chiamata...>> non riesco neanche a completare la frase.

<<Sì>> mi sorride, con i suoi occhi che si riflettono nei miei, mentre con il pollice accarezza delicatamente il mio mento. <<Amore. Ti ho chiamata così>>

Quindi, non avevo sentito male io...
Nel mio volto comparare un sorriso quasi timido, mentre abbasso leggermente lo sguardo.
Ad interrompere quel momento, è Phoebe.

<<Allora...>> dice, mentre indossa degli occhiali da sole, e questo la rende buffa. <<Siamo pronti per fare la quarta cosa della lista?>> chiede.

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora