Capitolo 75. Verità scoperte

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Sono in ansia, e muovo le gambe avanti e indietro, restando seduta sulla sedia del reparto, con lo sguardo abbassato.
Ma ogni qual volta che qualcuno passa nel corridoio del reparto, alzo immediatamente lo sguardo, sperando di incrociare lo sguardo di Royal.
Ma di lui non c'è ancora traccia.
Mi aveva detto che fosse andato da sua sorella, e che avrebbe fatto veloce, per poi raggiungermi.
E lo aspetto già da dieci minuti.
L'ansia mi sta mangiando viva.
Non mi dà tregua nemmeno per un secondo.
È passata già più di una settimana da quando ho fatto il test di gravidanza, risultando incinta, e ora è arrivato il giorno di fare l'ecografia.
Abbasso lo sguardo, mentre con le dita giocherello con la farfalla della collana che porto sempre al mio collo.
Non mi sono mai più separata da questa collana, la porto sempre con me.
Ma quando sento dei passi verso la mia direzione, rialzo subito lo sguardo.
E quando vedo Royal, mi alzo dalla sedia, raggiungendolo.

<<Eccomi>> dice, con un po' di fiato corto.

Gli avevo chiesto se avesse preferito rimandare il giorno dell'ecografia, dato che per ora ha la mente incasinata da tanti pensieri, a causa di sua sorella in ospedale.
Ma lui ha insisto in tutti i modi di farla oggi.

<<Phoebe come sta?>> gli chiedo, un po' preoccupata.

<<Sta bene, uscirà oggi stesso, nel pomeriggio>> a questa notizia sorrido, e divento più serena.

L'ansia del fatto che tra non molto chiameranno il mio nome per l'ecografia, torna a fare capolino su di me.

<<Sei agitata o sbaglio?>> mi chiede Royal, ridacchiando, e io abbasso leggermente lo sguardo.

<<Non ho mai fatto un'ecografia>> confesso. <<Non per questo, almeno. Ed è tutto così nuovo per me...>>

Lui prende la mia mano, stringendola alla sua, e questo contatto mi fa sentire più tranquilla.

<<Tutto questo è nuovo per entrambi. E qualunque cosa succeda, l'affronteremo insieme>> mi dice, e a queste parole annuisco.

Mi lascia un bacio sulla fronte, e chiudo gli occhi a questo suo gesto, sorridendo.
Li riapro, quando sento il mio nome, e Royal si allontana da me, senza lasciare però la mia mano.
Ci incamminiamo al reparto dell'ecografia, fino ad entrare in una stanza spaziosa.
Le finestre sono semiaperte, ma abbastanza da far entrare i raggi solari e illuminare la stanza.

<<Tu dovresti essere Addison, giusto?>> mi chiede l'infermiera, voltandosi nella mia direzione.

<<Sì>> rispondo.

<<Bene, Addison, puoi pure distenderti in questo lettino>>

Faccio come mi dice, e mi distendo sul lettino.
L'infermiera si allontana per qualche secondo. Faccio un respiro profondo, cercando di non agitarmi troppo.
Royal si siede sulla sedia vicina al lettino, tenendomi la mano.
Poco dopo l'infermiera torna, chiudendo la porta e avvicinandosi poi a me.

<<Deve cercare di stare tranquilla il più possibile>> mi dice, e io annuisco.

O, almeno, cerco di provarci.
Alza di poco il tessuto della mia maglietta, scoprendo la pancia, dove dopo non molto sento il contatto freddo dell'ecografo.
Inizialmente sento un leggero solletico, ma non passa molto affinché non lo senta quasi più.
Soprattutto quando si riesce a vedere qualcosa del bambino.
Del nostro bambino.
E quasi fatico a crederci.
Mi sembra quasi surreale.
E lo sembra anche per Royal.
Sentiamo i battiti, i suoi primi battiti.
Royal stringe di più la mia mano.
Una settimana fa non mi sarei mai aspettata di trovarmi qui, a sentire i battiti di un bambino che porto in grembo, con Royal.
Mi sembrava una cosa così lontana.
E ora, invece, mi trovo qui.
Ad ascoltare i battiti di nostro figlio.

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora