capitolo 29. Come il sole e la luna

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Ayla's pov

Metto le ciabatte, sedendomi sul letto e prendendo il cellulare sul comodino.
Vedo che ore sono, ma, visto il buio che c'è ancora fuori, credo sia notte.

<<Le tre>> dico, leggendo l'orario sul telefono.

Lo riposo sul comodino, alzandomi poi dal letto.
Mi avvicino alla porta, uscendo dalla stanza.
E non appena scendo al piano di sotto, per prendere un bicchiere d'acqua, trovo Noah.
Mi rivolge uno sguardo, per poi distoglierlo, e riempirsi il suo bicchiere d'acqua.
Quando finisce di riempirselo, passa la bottiglia d'acqua a me, che io riempio il mio bicchiere.
Nessuno dei due dice una parola, ed evitiamo entrambi di guardarci.
Fin quando decido di mettere una fine a tutto questo.

<<Va bene, ora basta>> dico, girandomi verso di lui. <<Voglio dire, non ha senso continuare così>>

<<Ti ricordo che hai deciso tu di far diventare la situazione così>>

<<E cosa avrei dovuto fare dopo che hai quasi spaccato il naso al mio ragazzo solo perché voleva baciarmi?>>

Appoggio una mano sul tavolo, continuandolo a guardare, in attesa di una risposta.

<<Dovresti ringraziarmi, invece>>

Sgrano gli occhi.
Avevo sentito bene?
Aveva detto "dovresti ringraziarmi" o ho sentito male io?

<<Cosa, scusa?>> dico. <<E per cosa esattamente?>>

Fa dei passi avanti, senza però avvicinarsi troppo.

<<Ti stava costringendo, e io ho messo una fine a tutto ciò>> dice. <<Ecco perché dovresti ringraziarmi>>

<<Per me le cose non si risolvono con la violenza>> ribatto.

<<Cosa avrei dovuto fare? Lasciare che sia stato lui a picchiarmi?>>

Distolgo per un attimo lo sguardo, pensando a ciò che era successo quella mattina.
Poi ritorno a guardare Noah davanti a me.

<<Possibile che non capisci?>> gli dico.

Ma prima che lui potesse rispondermi, io mi allontano.

<<Capire cosa, Ayla?>> mi chiede.

<<Lascia perdere>>

Mi blocca il braccio, facendomi girare da lui, i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza.
Improvvisamente sento i miei battiti cardiaci aumentare, e qualcosa dentro di me che si muove.

<<Continua la frase>> mi dice, guardandomi dritta negli occhi, facendomi quasi mancare il fiato.

Ma io, anziché dargli spiegazioni, mi libero dalla sua presa.

<<Lascia perdere ho detto>> ripeto. <<Non era importante>>

E detto questo, mi allontano.
E nonostante lui cerchi di fermarmi, io lo ignoro, camminando avanti.
Raggiungo la mia stanza, chiudendomi lì dentro.
Non appena chiudo la porta, appoggio le spalle ad essa, chiudendo per un attimo gli occhi e cercando di calmare i miei battiti cardiaci.
Una volta essermi calmata, mi avvicino al letto, mettendomi seduta lì.
Guardo fuori il finestrino, guardando le stelle.
Ripenso alla conversazione tra me e Noah, ma poi scuoto la testa, cacciando quel pensiero.
Il mio sguardo, poi, si posa su una foto messa sul comodino.
La prendo, e guardo il volto di Addison, sorridente.
Un sorriso che, però, nasconde la paura dentro di sé.
Un sorriso che nasconde tanto, troppo.
Un sorriso che copre tutto.
Dopo aver guardato la nostra foto da piccole, ricordo come eravamo così unite, così inseparabili.
Poso la foto dov'era messa, prendendo poi il mio telefono e aprendo la sua chat.

𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘜𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘋'𝘈𝘭𝘪 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora