Goblin 도깨비
La nonna di Jin ridacchiò divertita dalla faccia mortificata del nipote. Aveva paura di averla svegliata, ma in realtà la donna era già in piedi da un paio d'ore, non voleva disturbare i ragazzi, o meglio, voleva poter origliare le loro conversazioni, senza che qualcuno glielo impedisse.
Aveva riconosciuto la voce di due ragazze, una dal tono più alto, sembrava più sveglia, parlava più spesso. L'altra rimaneva più tempo in silenzio, ma quando parlava lo faceva con calma. Non era però quel tipo di calma che faceva innervosire la donna. Appartenenti a quelle ragazze timide e vergognose, aveva percepito della timidezza, sì, ma la voce della ragazza risultava anche abbastanza sicura.
Era confusa dalle sue teorie, per questo, decise di uscire allo scoperto e vedere con i suoi occhi se una di queste due ragazze era quella di cui Jin le aveva parlato qualche sera prima.
Ora, si trovava seduta sulla sua poltrona, posizionata in modo tale che potesse osservare i quattro ragazzi, mentre sorseggiava il suo tè, che ogni pomeriggio il nipote le preparava.
Jasmine, la ragazza dai lunghi capelli neri, era quella che, teneva le redini del ripasso, era lei a decidere, fare domande e a volte si dava anche le risposte da sola. Suo nipote provava a rallentarla e, la donna, notò delle occhiate veloci che lanciava alla ragazza accanto a lui, ma questa sembrava non accorgersene, troppo presa a sfogliare velocemente i suoi libri e i suoi quaderni.
Marco invece, se ne stava con la schiena poggiato sulla sedia, le braccia incrociate al petto e ascoltava passivamente ciò che la mora blaterava, sicuramente già sapeva tutto ciò di cui stavano ripassando, immaginò la nonna.
«E con questo abbiamo finito letteratura italiana!» Esclamò la mora chiudendo il grosso libro della Divina Commedia.
Marco alzò le braccia per stirarsi la schiena. «Con questo abbiamo finito.» Precisò e puntò gli occhi sulla mora per sottolineare che la sua affermazione non era negoziabile.
«Abbiamo gli esami tra un paio di settimane, non possiamo permetterci di-» Iniziò Jasmine facendo dondolare il suo indice smaltato di rosso verso il ragazzo.
«Facciamo una pausa e ricominciamo?» Propose la ragazza riccia.
Jin le sorrise e le posò una mano sulla spalla. «Mi sembra un'ottima idea!» Esclamò per poi alzarsi.
La riccia rimase ferma qualche secondo, e la donna poté notare lo scambio di sguardi tra lei e la mora. Nascose un sorriso e spostò lo sguardo sul nipote, che ignaro stava aiutando la mamma a portare al tavolo delle paste che Jasmine aveva portato poco prima dal negozio.
«Lea!» Esclamò Marco di punto in bianco avvicinandosi a lei, col telefono in mano. «Guarda, dimmi se ti piacciono queste foto, le ho fatte l'altro ieri sera, era da poco piovuto e ho provato a fare il riflesso degli edifici con le pozzanghere.»
Marco le si avvicinò alle spalle e le si piegò sopra la schiena così da poter farle vedere le foto che scorrevano sul suo cellulare. I due si misero a discutere di particolari come le impostazioni degli Iso, del tempo di esposizione, del bilanciamento del bianco. E fu un attimo per la donna anziana perdersi.
Così rimase a osservarli senza concentrarsi sulle loro parole troppo difficili da capire, preferì osservare il loro comportamento e notò come erano più fluidi nei gesti, più vicini, di come si comportassero due amici normali.
Ciò che però la stupì fu di non essere l'unica ad accorgersene, infatti «Cos'è?» Chiese Jin togliendo il telefono dalle mani dell'amico e iniziando a vedere le foto.
La donna aggrottò la fronte e piegò leggermente la testa di lato. Quella ragazza non aveva nulla a che vedere con Ju Kyung. La pelle scura e rovinata, tutti quei ricci disordinati... non era fatta per suo nipote e le dispiacque per lei, talmente innamorata da non riuscire a velare le sue emozioni. Non aveva dubbi che il nipote non se ne fosse ancora accorto, ma per lei era più chiaro che mai.

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Pesca La Papera
RomanceImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...