Ti sfido.

Molti pensavano di lui che fosse uno stupido, uno sciocco, un ragazzino infantile che non sapeva stare al mondo. Suo padre non era riuscito a crescerlo come avrebbe dovuto, ma infondo non c'era da aspettarsi diversamente, era cresciuto senza la madre. Sin da quando era piccolo sentiva ripetersi sempre le stesse frasi. Suo padre era un buono a nulla e lui era quello diverso, strano, atipico. Se solo ci fosse stata la mamma sarebbe stato tutto diverso. Aveva iniziato anche lui a ripetersi queste parole, spesso chiuso in camera sua, con le lacrime agli occhi.

Se alle medie era il bersaglio principali dei bulli, al liceo divenne invisibile, aveva imparato a nascondersi e a non mettersi in mostra, non voleva problemi di nessun tipo e il suo unico obiettivo era di finire il liceo per poter iniziare una nuova vita.

Una vita insieme a Lea.

I due sognavano quei giorni, che apparivano loro come lontani, da quando si erano conosciuti da bambini. Eppure, il loro desiderio di condividere la scuola non era mai stato avverato. Con l'università però sarebbe stato tutto diverso. Sarebbero stati i padroni delle loro vite.

Provava un interesse che non riusciva a spiegarsi per tutto ciò che fosse etichettato come Nerd, dalle saghe ai videogiochi passando per i libri, i fumetti e i manga. Non si vergognava di questo suo lato, non ne avrebbe avuto motivo. Lo mostrava con disinteresse perché faceva parte di sé e non gli interessava niente dell'opinione altrui. Così come gli piaceva cimentarsi in qualsiasi tipologia di sport. Aveva iniziato con quelli più classici come la pallavolo e la pallacanestro, ma non riusciva a trovarsi bene in squadra, così era passato al nuoto, aveva preso tutti i brevetti e aveva raggiunto la possibilità di diventare istruttore.

Così fece. Ogni fine settimana insegnava ai bambini di una fascia di età dai tre ai cinque anni a nuotare. Lo faceva come lavoro part-time per mettersi da parte i soldi per l'università.

Ma non aveva certamente smesso di allenarsi. Ogni anno provava un'attività sportiva diversa e quelle che più lo interessavano erano diventate parte della sua vita. Come lo yoga, non c'era mattina in cui non dedicasse un'ora a rilassarsi e allungarsi prima di iniziare la giornata; o anche la vela, ogni estate con Lea affittavano una barca e se ne andavano a largo. Aveva provato anche le arti marziali e si divertiva a insegnare alla riccia delle tecniche di difesa basilari.

Si considerava un ragazzo che si dava da fare. Non solo dal punto di vista sportivo, ma anche di interessi generali. Aveva preso parte a un corso di cucina per non rischiare di morire intossicato dalla sua incapacità culinaria e aveva trovato in questa un rifugio. Aveva seguito anche un corso di disegno e uno di scrittura creativa. Faceva parte di un club del libro e quando poteva faceva volontariato con la comunità della chiesa.

Aveva svariati interessi e capacità. Sperava di incontrare una persona che si concentrasse sul suo aspetto interiore, invece che sull'estetica. Su quella non aveva molto potere. O almeno così lo specchio gli faceva credere.

Lea glielo ripeteva in continuazione che era bello, ma le sue parole purtroppo non avevano alcun peso in questo caso, lui non ci credeva.

Il fisico allenato sul suo corpo alto, accompagnato dai capelli biondi e gli occhi verdi dalle sfumature marroncine non gli dicevano niente. Vedeva il suo viso come troppo spigoloso e se il suo naso fosse stato più piccolo forse... E poi i denti non erano perfetti e le labbra troppo fine.

Ora aveva smesso di provare a cambiare, aveva accettato il suo corpo, nonostante non gli piacesse. Si era focalizzato sull'aspetto interiore, lo coltivava come se fosse un orto e lo curava con attenzione come una serra. Aveva talmente tante conoscenze da far invidia a qualsiasi ragazzo della sua età.

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