Una Questione Inconscia.
Lea sbatteva freneticamente la gamba e guardava l'amica con un sorriso che le andava da un orecchio all'altro. Doveva sforzarsi di parlare piano, nella sala d'attesa regnava un silenzio che la metteva quasi a disagio, le altre persone presenti erano lì per motivi seri, per motivi di salute, non per un capriccio come il suo. In più non poteva di certo rovinare quella tranquillità parlando della sua cotta con la sua amica. Si sforzava quindi di mantenere un tono basso, ma ciò che non riusciva a fare era nascondere la sua felicità: Jin le aveva telefonato.
«Non aveva il tuo numero?» Le chiese Jasmine focalizzandosi su l'unica cosa non importante. «Quindi non ha neanche il mio? Perché non ha i nostri numeri?»
«Ma 'sti cavoli, Jami!» Esclamò a bassa voce dandole una botta sul braccio. «Poi, il mio ora ce l'ha.» Aggiunse scuotendo le spalle.
La mora scosse la testa pensierosa, ma decise di non approfondire ulteriormente la questione. Non gli sembrava carino da parte di Jin ignorare così i suoi compagni di classe, ma era solo un suo parere che certamente non avrebbe fatto cambiare idea a Lea.
Una lampadina le si illuminò improvvisamente. L'amica non le aveva mai detto esplicitamente di avere una cotta per il suo compagno di classe, lei lo aveva intuito, insomma, Lea glielo aveva sbattuto in faccia chiaramente diverse volte, ma quando provava a chiederglielo continuava a negare tutto. Questa era un'occasione che non poteva perrere.
«Perché sei così contenta che ti abbia chiamato?» Le chiese incrociando le braccia al petto e, come aveva previsto, Lea iniziò a balbettare parole incomprensibili. «È solo Jin Oh!» Aggiunse poi alzando le spalle per minimizzare ancora di più l'accaduto.
L'amica spalancò gli occhi e la saliva le andò di traverso, tossicchiò un paio di volte e allungò una mano verso Jasmine. «Sì, è solo Jin.» Disse ridacchiando, mentre lasciava lo sguardo vagare per la spoglia sala d'attesa dell'ospedale.
Jasmine, presa dalla rabbia per quella reazione, le diede un pugno sulla spalla. Lea si portò subito la mano sul punto dolorante la guardò confusa da quel gesto violento inaspettato. «Lea!» La riprese l'amica ad alta voce, attirando l'attenzione di un'anziana davanti a loro. «Dimmi la verità, cavolo! Sono tua amica. Lo so che ti piace! Pensi che non me ne sia accorta?»
A questo punto tutti i presenti avevano gli occhi puntati su di loro. Le infermiere che passavano per la sala di attesta so fermarono ad osservare la scena, stupite. Lea sorrise dolcemente per far loro capire che non era successo niente, poi si girò verso Jasmine con gli occhi spalancati. «Sei matta?» Mormorò.
«Sono arrabbiata!» La corresse tornando a un tono di voce basso. «Hai paura che lo dica a qualcuno?» Le chiese offesa incrociando le braccia al petto.
Lea scosse la testa. «Non...» Aggrottò le sopracciglia e sospirò. «No, so che non lo faresti, ma...» Prese un bel respiro e confessò: «Mi piace Jin da, più o meno, lo scorso anno.»
«Lo so!» Esclamò Jasmine con gli occhi spalancati. «Ora, raccontami.» Disse sorridendo eccitata. «Ti ha chiamata?»
Lea si sentì un po' a disagio, non voleva che fosse così ovvia la sua cotta, ma forse avrebbe dovuto fare più attenzione. Ora, oltre a Marco, lo sapeva anche Jasmine, se continuava così tra non molto lo avrebbe saputo anche il diretto interessato.
Inoltre, non era solita parlare dei suoi sentimenti con le altre persone; quando si sentiva sopraffatta ne parlava con Noodle, lui era l'unico a conoscere i suoi sentimenti. Ma forse era ora di provare ad aprirsi con i suoi veri amici, così, decise di fidarsi di Jasmine e si lasciò andare.

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Pesca La Papera
RomantikaImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...