No
«Bene, allora, cosa avete imparato dalla lezione di oggi?» Chiede il ragazzo della Croce Rossa portandosi le mani dentro le tasche dei jeans.
Una mano si alza tra le sedie allineate nella palestra della scuola e lui con la testa, fa segno di prendere parola. «Cercare di non ritrovarsi in situazioni pericolose con Lea?» La voce apparteneva a Marco e fece scoppiare una risata generale.
La ragazza sospirò e si accasciò sulla sedia cercando di nascondersi. Era stata scelta, insieme ad altri ragazzi, per salvare il manichino da uno dei tanti incidenti che stava subendo in quei venerdì pomeriggio, ma durante la mossa di salvataggio qualcosa è andato storto e finì per dare involontariamente un pugno sul naso al povero malcapitato. Si rincuorò comunque sapendo che poteva andare di gran lunga peggio.
Il ragazzo della Croce Rossa partecipò al divertimento generale con una risatina e ne approfittò per spiegare velocemente un'ultima volta quella mossa di soccorso, per poi lasciarli al loro fine settimana.
Lea camminò lentamente verso l'uscita della scuola, con aria affranta e pensierosa, ovviamente non era la prima figuraccia che faceva e sicuramente non sarebbe stata neanche l'ultima. Ma le sarebbe piaciuto, almeno una volta, che fosse richiamata per aver fatto qualcosa di buono, invece che di sbagliato.
Si passò una mano tra i capelli, scostandoli da davanti il volto, mentre pensava se annullare o meno la sua missione. Jin non lo aveva visto, ma sicuramente era presente, avrebbe scommesso qualsiasi cosa che si trovava seduto accanto a Marco, se lo immaginava là, mentre alzava un sopracciglio come reazione alla sua ennesima figuraccia.
Si schiaffeggiò la fronte con la mano, ma una volta, una volta sola, non ce la faceva a comportarsi normalmente?
«Ei, Leoncina, non te la cavi male, eh.»
La voce alle sue spalle le fece alzare gli occhi al cielo e proprio nel momento in cui Marco le stava per mettere una mano intorno alle spalle, Lea si scansò.
«Che riflessi...» Commentò il ragazzo alzando le sopracciglia.
«Non ti conviene stare vicino a me, metti che ti succede qualcosa, poi non posso salvarti.» Disse seccata allungando il passo verso il cancello, ma il ragazzo la afferrò per il polso costringendola a fermarsi. Lea alzò gli occhi verso di lui e lo fulminò con lo sguardo. «Non toccarmi.» Sibilò.
Marco allontanò subito la mano e la guardò interrogativo. Non si era mai rivolta a lui così e non capiva perché lo stesse facendo adesso, si prendeva la libertà di fare quelle battute perché sapeva che non le davano fastidio, forse c'era sotto qualcosa che non sapeva.
«Non volevo infastidirti, scusa.» Le disse guardandola negli occhi. Lea sospirò e si passò una mano sul volto.
Il ragazzo non era tipo da chiedere scusa e Lea sapeva che se l'aveva fatto significava che lo pensava davvero. In qualche modo era serio quando diceva di tenere alla loro strana relazione.
«Non ti preoccupare, sono solo nervosa.» Lo tranquillizzò scuotendo la testa e sorridendo lievemente. In un giorno solo aveva scoperto di non essere capace né col trucco né a salvare le persone, era certa che la pratica in entrambi i casi l'avrebbe aiutata, ma ce ne sarebbe voluta troppa. Questa storia la stava irritando, era sempre stato così, ma due in un giorno le risultavano difficili da mandare giù e per quanto le volesse ignorare, anche quelle risate le rimanevano scomode.
Marco le sorrise e le scompigliò i capelli. «Senti, noi andiamo a fare aperitivo, vieni?» Lea allungò lo sguardo dietro le grosse spalle del ragazzo e notò Jasmine, Sara e Jin. «C'è anche lui...» Sussurrò Marco facendole l'occhiolino.
STAI LEGGENDO
Pesca La Papera
عاطفيةImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...