Mi Piaci

«WO!» Urlò Marco alzando le braccia al cielo. Era riuscito a prendere tutte le paperelle. «Ma io amo questo gioco, lo voglio fare di nuovo!»

«Paga il biglietto.» Gli disse Jin divertito indicandogli con la testa la cassa.

Il ragazzo tirò fuori il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni. «Neanche uno sconto per chi ha vinto per due turni consecutivi?»

«No.» Rispose Jin secco afferrando le monetine dell'amico.

«Neanche per il tuo coinquilino/migliore amico?»

«No.» Mise i soldi all'interno della cassa e richiuse il cassettino nero.

«Neanche se ho convinto Chiara a-»

«Se continui ti faccio pagare il doppio.»

Marco alzò gli occhi al cielo divertito e tornò alla posizione di gioco. Lea si era allontanata di poco e osservava la scena dietro la piscina dove galleggiavano le paperelle. Si era alzata il cappuccio per avere un maggiore senso di sicurezza, nonostante fosse solo un'illusione, e aveva nascosto le mani all'interno delle tasche della felpa per nascondere il suo tremore.

Il ragazzo era leggermente diverso dall'ultima volta che l'aveva visto. Nonostante la luce fioca dei lampioni riusciva a vedere che la sua carnagione aveva riacquisito un po' di colore, le guance inoltre non erano più scarne. Aveva anche i capelli più corti che gli lasciavano la fronte libera e gli illuminavano il volto. Ma il cambiamento più grande era che stava ridendo. Lo stava facendo da quando era arrivato.

«Quindi? Quali sono i miei premi?» Chiese Marco poggiando le mani sul tavolo. Aveva di nuovo preso tutte le paperelle. Era stato l'unico.

«Per chi le prende tutte ci sono i miei appunti.» Disse Jin iniziando a mettere a posto le canne da pesca colorate.

Marco alzò un sopracciglio. «Scherzi? E cosa dovrei farmene?»

«L'alternativa è...» Jin afferrò un oggetto a caso dalla scatola delle ricompense e lo posò sul tavolo, davanti a Marco. «Questa vecchia abat-jour senza lampadina.»

Il ragazzo chiuse gli occhi e scosse leggermente la testa.

«Non ti piace?» Chiese Jin fingendosi offeso.

«Cosa avete dato al professore?» Chiese portando le mani all'interno delle tasche dei pantaloni. Ma allora da quant'è che li stava osservando? Marco sembrò percepire quella domanda e infatti spiegò. «Stavo allo stand con JJ, Sara l'aveva lasciata sola perché troppo stanca, così sono venuto a darle una mano.»

«Il minimo che potessi fare.» Lo ammonì l'amico mentre metteva le paperelle dentro una busta. Lea non gli stava dando alcun aiuto.

Marco annuì piano e prese un bel respiro. «Be'» Esclamò «Questa lampada in realtà non mi piace molto, posso scegliere io la mia ricompensa?»

Jin alzò lo sguardo verso Lea. Aveva capito il motivo per cui si era allontanata e non aveva voluto dirle niente. Quella era una questione tra lei e Marco, non sapeva di cosa avessero parlato, e avrebbe rispettato ogni sua decisione senza metterla in difficoltà. Ma con quello sguardo ora le stava chiedendo cosa ne pensava della domanda di Marco. Lea sembrò capire e alzò leggermente le spalle.

«Va bene, prendi quello che vuoi.» Gli disse Jin svuotando poi all'interno delle piante alle loro spalle, l'acqua della piscina.

«Io in realtà volevo parlare con la paperella che è rimasta nell'ombra.»

A quelle parole il battito di Lea accelerò lievemente. Strinse le mani all'interno delle tasche e fece un passo avanti così che il lampione le illuminasse il volto.

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