Non Voglio Vederti Più.
Se c'era una cosa che Lea doveva imparare a fare, questa era chiudere a chiave la porta della sua camera.
Si rigirò sul suo letto arrotolandosi tra le lenzuola gialle. Alzò le braccia e con un verso da uomo delle caverne si stiracchiò. Aprì lentamente gli occhi e lo sbadiglio si trasformò in un urlo.
Davanti a lei, Marco era appoggiato con la schiena al muro e col cellulare le stava scattando delle foto divertito. Jin, invece, era accucciato vicino al letto. Era stato lui a svegliarla. Come era successo un paio di mesi prima.
«Che ci fate voi due qui?» Chiese tirandosi su di scatto.
Jin la guardava mortificato, mentre Marco continuava a ridacchiare. «Tua sorella...» Iniziò quest'ultimo, ma Lea non gli diede il tempo di finire.
«Fuori!» Esclamò mentre il cuore le batteva furiosamente in petto.
Solo quando la porta fu nuovamente chiusa si lasciò andare a un sospiro disperato.
Trovarseli entrambi a una distanza così ravvicinata, in camera sua, appena sveglia, senza nessun preavviso, non era certo stata una bella sorpresa, nonostante la vista non fosse niente male.
In più, vedere Marco le aveva ricordato cosa era successo. Si sentiva terribilmente a disagio, non aveva ancora capito cosa provasse in quel momento, ma era certa che doveva parlarne con lui.
Per non parlare della vista di Jin. A differenza dell'amico che aveva un sorriso da ebete sul volto, lui la guardava dolcemente, quasi si sentisse in colpa per quello che stava facendo. Ma dopo un primo attimo in cui si era persa in quella vista, si era ricordata della telefonata avvenuta quella notte stessa. Sarebbero dovuti andare a fare colazione insieme!
Si alzò dal letto e si lanciò verso il suo armadio. Si vestì velocemente indossando le prime cose che trovò all'interno del suo armadio. Non aveva il tempo necessario per pensare a un outfit, ma a dirla tutta, non aveva il tempo necessario per realizzare che stesse andando fuori con Jin.
Si bloccò.
Afferrò il suo cellulare e guardò l'ora, il suo stomaco brontolò mentre leggeva che era l'una passata. Sicuramente non stavano più andando a fare una colazione, ma la domanda che le si presentò nella testa fu: stavano davvero andando da qualche parte? O aveva sognato tutto?
Spalancò gli occhi. Ma era ovvio che era stato tutto frutto del suo subconscio. Altrimenti perché portare anche Marco?
Prese un respiro profondo e uscì dalla cameretta, lasciando il letto completamente sfatto.
In sala trovò Marco appoggiato sul braccio del divano. Sbatteva il piede freneticamente, mentre pensieroso osservava un punto indefinito del pavimento.Jin, invece, parlava a bassa voce con sua madre, che le sembrò alquanto agitata.
Aggrottò le sopracciglia e fece per avvicinarsi ai due, quando si sentì afferrare per il polso.
Si girò di scatto e vide davanti a sé gli occhi scuri di Marco. «Dobbiamo parlare.» Le disse e il suo cuore accelerò leggermente.
Non gli rispose e si lasciò trascinare fuori casa. Prima di chiudere la porta però, si girò verso sua madre e notò lo sguardo di Jin su di sé.
Marco uscì dal cancelletto e si portò le mani all'interno delle tasche dei pantaloni. Lea lo seguì lentamente e chiuse il cancello alle sue spalle e ci si appoggiò sopra con la schiena.
«Come stai?» Gli chiese subito lei. Aveva quello sguardo. Quello sguardo che lui non tollerava. Il motivo per cui non voleva che lei scoprisse niente. Si sentì un vuoto allo stomaco e fece qualche passo indietro.

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Pesca La Papera
RomanceImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...