Passeggiamo?
Jin si sedette sopra il muretto del portico, appoggiò la busta di biscotti sopra le sue gambe e ne addentò uno, mentre osservava Valerio raggiungerlo con difficoltà, usando una sola gamba e i vari mobili per non cadere.
«Ti conviene sia di vitale importanza...» Faticò a dire mentre si chiudeva la porta di ingresso alle spalle. Si guardò intorno mentre si reggeva con una mano sul muro, notò la panchina di legno chiaro poco distante dalla porta e si trascinò sopra di essa. Tirò un lungo sospiro di sollievo e guardò Jin. «Cosa mi volevi dire?»
L'asiatico chiuse la busta e lo raggiunse lentamente, si sedette accanto a lui e gli porse un biscotto. «Cos'è questo incubo che fai?» Gli chiese curioso mettendo la mano dentro la busta.
Valerio aggrottò le sopracciglia confuso, non si aspettava quella domanda. Scosse la testa e lo guardò. «Non... Non lo so, non me lo ricordo mai.»
Jin annuì e mangiò un altro biscotto.
«È una sensazione brutta. Di perdita, di impotenza, di una tristezza... buia. Lo so che non ha senso.» Sospirò appoggiandosi con la schiena alla panchina e lasciò lo sguardo vagare sul prato al di sotto del portico.
«Non importa se non ha senso per me, la maggior parte delle cose che fai tu non ce l'hanno.» Gli sorrise. «Hai provato a parlarne con qualcuno, che non sia la tua migliore amica fissata con articoli scientifici dalle fonti discutibili?»
«Bada a come parli, è la ragazza che ti piace.» Gli ricordò alzando entrambe le sopracciglia.
Jin sorrise e lasciò uno sbuffo dal naso. «È il motivo per cui mi piace.» Precisò. «Sai queste sue passioni... particolari. Il modo in cui ne parla. Sa un sacco di cose quasi inutili e te le dice nei momenti più strani!» Gli scappò un sorriso e scosse la testa.
«Sai che da piccola si è letta tutto il codice dei pirati?» Gli svelò Valerio trattenendo una risata. Jin lo guardò sorpreso e il biondo notò nei suoi occhi una scintilla. Quella era la conferma che cercava.
Il moro chiuse la busta di biscotti allontanandoli, rischiava di finirli tutti. «Tutte le notti fai questo sogno?» Jin tornò sull'argomento principale e piegò la testa di lato guardando il biondo.
Questo scosse la testa. «Da piccolo sì. Il... Lo... Quello da cui andavo... lui diceva che erano legati a qualche forma di stress.»
«Chi? Da chi andavi? Uno spacciatore? Il panettiere?» Gli chiese, ma aveva già capito.
Valerio lo guardò, non gli andava di parlare di quel suo lato, quello che tutti prendevano in giro, di cui ridevano, non con lui, pensava potesse reagire allo stesso modo: scoppiare a ridere, dirgli che era pazzo, fuori di testa, matto da legare e poi andarsene.
Poi pensò a Lea e decise di sottoporlo anche a questo test. Così finalmente disse con un sussurro. «Lo psicologo.»
«Ah! Allora possiamo fidarci.» Annuì Jin con forza. «Sai non mi sarei fidato del giardiniere.»
«Era un tipo strano Rick...» Mormorò Valerio, era da tanto che non ne parlava con qualcuno, con Lea quel periodo era diventato una sorta di taboo.
«Il giardiniere?»
«Anche. Lo sai che si rubava le rose dal mio giardino per poi regalarle alla mamma di Lea?»
Jin alzò un sopracciglio e con un gesto della mano scansò il discorso. Come c'erano arrivati a parlare del giardiniere che corteggiava Dafne?
«Quindi sei stressato?» Gli chiese con la stessa classe e delicatezza di un medico: infilando la mano nella busta dei biscotti e allungava le gambe davanti a sé. «So che Marco si trasferisce da te e la cosa non ti fa tanto piacere e so anche di Jasmine. Vuoi parlarne?»

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Pesca La Papera
RomanceImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...