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Matcha

«Allora è il numero giusto.» Quelle poche parole l'avevano fatta sorridere per tutta la notte. Le aveva ripetute a mente gustando ogni nota della sua voce, fino ad addormentarsi.
Le aveva chiesto se fosse libera il giorno seguente, dopo pranzo, per vedersi al Bonjour. Aveva temporeggiato un po' prima di rispondere e al ragazzo era sembrato che stesse valutando i suoi impegni, ma in realtà lei era totalmente libera e se non lo fosse stata, si sarebbe liberata comunque. Quel silenzio era dovuto solamente al suo stato confusionale. La sua mente era ancora ferma al nome del ragazzo sul display e lui le aveva detto così tante cose in così poco tempo...

«S-sì, sì. Sì, ci sono.» Aveva risposto infine, tutto d'un fiato.

«Bene, a domani.» La conversazione si era conclusa così, con queste poche semplici parole, seguite dal segnale acustico che segnalava l'interruzione della chiamata.

Lea si era lasciata scivolare sul letto, il telefono sopra al cuore e un sorriso enorme sul volto. Si portò il cuscino sopra la faccia e soffocò un urlo mentre sbatteva i piedi sul letto. Si alzò poi di scatto e si girò verso la cuccia di Noodle. «Hai sentito?» Chiese, ma il gatto stava già sonnecchiando.

Aveva sentito i consigli di Jasmine, non glieli aveva chiesti in realtà, ma la mora aveva tenuto a precisare alcune, secondo lei, regole fondamentali che doveva seguire. Era stata ad ascoltarla, aveva messo la sua buona volontà di fare un favore alla mora, ma inevitabilmente finiva per distrarsi. La sua mente tornava a quella chiamata inaspettata. E ora non ricordava più nessuna parola pronunciata dall'amica.

Ma non temeva, le regole della mora non combaciavano con le sue, e su questo ne era sicura. Conosceva il suo approccio: sbattere le ciglia, giocare con i capelli, toccare la sua mano mentre ridi. Lea già tanto se fosse riuscita a respirare, pensava, mentre per l'ennesima volta si passava il dischetto di cotone, imbevuto di struccante, sopra l'occhio.

Intorno la pelle era leggermente arrossata e irritata. Aveva nuovamente provato a truccarsi seguendo uno di quei tutorial coreani. Per aiutarsi con l'eyeliner aveva anche provato la tattica di mettere lo scotch intorno alle palpebre, ma era stato un altro tentativo fallimentare da aggiungere alla sua lunga lista.

Dopo aver sprecato tutta la sua mattinata sulla scrivania, davanti allo specchio, si rese conto che stava rallentando la sua tabella di marcia. Se non si fosse sbrigata avrebbe fatto tardi all'appuntamento. "Non è un apluntamento." La voce dura di Jasmine la colpì come una secchiata d'acqua, ma scuotendo la testa la fece andar via.

Ovviamente però, come ogni altro giorno in cui si trovava in ritardo, l'universo si organizzava per renderle il tutto ancora più difficile. Sua sorella le aveva rubato l'outfit che si era preparata e tra un'imprecazione e l'altra dovette reinventarlo uno da capo, ma non perse l'occasione di prendere in prestito qualcosa dal suo armadio, e fece attenzione che fosse una delle sue magliette perferite.

Finalmente fuori casa, passò una ventina di minuti in fermata prima di rendersi conto che l'autobus non aveva alcuna intenzione di passare, così si vide costretta a farsela a piedi fino al centro della città. Aveva rischiato di essere messa sotto quattro volte, le aveva contate, una di queste da un bambino col monopattino. Era stata vittima di insulti e clacson per aver aiutato un signore anziano ad attraversare nonostante fosse rosso, ma finalmente, dopo aver vissuto la sua versione dell'Odissea, si trovava danari al Bonjour. Con ben mezz'ora di ritardo.

Park Jin Oh era seduto davanti a lei, con la schiena dritta e lo sguardo impassibile, aspettava che riprendesse fiato, si era fatta l'ultimo tratto di corsa.

«Sei in ritardo.» Le disse improvvisamente e lei annuì con forza.

«Lo so.» Fece un bel respiro per recuperare del tutto il fiato e andò avanti. «Ma ho sacrificato la mia puntualità per salvare quella di un signore anziano che ho incontrato per strada. Eravamo al semaforo e mi ha raccontato che stava facendo ritardo per la partita di bocce al-»

Pesca La PaperaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora