Ti ha dato fastidio?
Accarezzava la mano della sua mamma come se fosse l'oggetto più delicato del mondo. I dottori gli avevano detto che aveva avuto fortuna, suo zio era stato molto scaltro a portarla in ospedale, in questo modo erano riusciti ad agire in tempo. Ma avrebbe dovuto continuare le cure a tutti i costi. Non poteva più permettersi di ignorarle.
«Ce la faremo.» Mormorò accarezzandole il volto con l'indice. «Te lo prometto.»
Ci credeva davvero, e dentro di sé stava già pianificando la sua estate in base ai lavori che avrebbe potuto fare. La stagione estiva offriva molte più opportunità: la piscina comunale avrebbe avuto bisogno di un bagnino, qualche gelateria locale sicuramente cercava un aiutante part time, si sarebbe potuto offrire anche per guardare i cani di coloro che partivano e non potevano lasciarli soli o i bambini dei genitori che lavoravano. Ce l'avrebbe fatta.
Si alzò dalla sedia e lasciò un bacio sulla fronte della madre, per poi entrare nel bagno della camera ospitata solo da lei.
Si guardò allo specchio e come ogni volta trasalì. Da quando Jin glielo aveva detto, non poteva fare a meno di notarlo anche lui, e ogni volta si domandava come fosse possibile che non se ne fosse accorto prima.
Il suo corpo stava mutando.
Sembrava una vera e propria trasformazione in un mostro.
Jin era preoccupato per lui. Aveva provato in tutti i modi, ma non c'era verso di farlo mangiare. Il suo corpo rifiutava qualsiasi cibo e se riusciva a ingerirlo, ecco che lo rivomitava subito dopo. Aveva lo stomaco costantemente contratto, rigido. In più gli mancava l'appetito, lo aveva perso e non riusciva più a trovare piacere nel cibo, ogni volta che metteva in bocca qualcosa gli sembrava insapore.
Il viso era scavato, le guance erano come sparite e iniziava a vedersi l'osso dello zigomo. La lieve barba celava di poco quella verità e Marco sperava che crescesse ancora di più.
Si alzò la camicia della divisa e sospirò nel vedere il riflesso.
Marco era un ragazzo dal corpo alto e ben piazzato, da quando lui e Jin si conoscevano, i due si allenavano insieme usando gli attrezzi del parco della città e giocando a basket quasi ogni sera. Erano soliti fare il tutto a torso nudo così che i vestiti non si appiccicassero alla loro pelle, fu così che Jin si accorse dei primi cambiamenti. Marco stava dimagrendo. Giorno dopo giorno gli addominali lasciavano posto alle costole che da sotto la pelle risaltavano quando questo si aggrappava alla sbarra.
Non resisteva più come prima. Aveva meno forza e si giustificava dicendo che era tutta colpa della stanchezza. Dormiva poco.
Jin si era accorto anche di questo. Non solo per le occhiaie evidenti. L'amico gli messaggiava nel pieno della notte per chiedergli informazioni circa una materia o un'altra. Conosceva Marco e conosceva bene anche il suo amore per il dormire, solitamente si addormentava dopo la mezzanotte, ma se non lo si svegliava sarebbe andato avanti a dormire fino al pomeriggio. Invece ora passava le notti a studiare pur di occupare le ore di insonnia.
Marco si sciacquò il viso con l'acqua fredda e tornò a sedersi accanto alla mamma. Si appoggiò con la testa sul materasso e chiuse gli occhi. Voleva svegliarsi da quell'incubo.
Due mani delicate gli toccarono le spalle e con mosse precise e sicure iniziarono a massaggiarlo. Gli venne nuovamente da piangere, ma si sforzò di resistere.
«Hai bisogno di un cerotto.» La voce di Lea gli arrivò come un antidolorifico, mentre con le mani rilassava i suoi muscoli tesi. Con quei gesti la ragazza si accorse delle costole al di sotto della divisa del compagno, erano talmente sporgenti da farle effetto, ma non le commentò e continuò a fare finta di niente.
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Pesca La Papera
Любовные романыImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...