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La Prima Neve

Jin entrò silenziosamente nella camera di Lea. Era tutto buio, la ragazza solitamente dormiva con le tapparelle alzate perché amava essere svegliata dalla luce del sole, ma questo non era ancora sorto.

Si accucciò accanto al suo letto, gli occhi abituatisi all'oscurità riuscirono a intravedere la testa riccia della ragazza fuoriuscire da un ammasso di coperte, cuscini e peluche.

Sorrise e le accarezzò piano la testa iniziando a togliere delicatamente i primi Pokémon che incontrò sulla sua strada. «Lea?» La chiamò piano facendole dei grattini sulla schiena.

La ragazza, ancora persa nel suo sonno, fece un verso incomprensibile e si voltò con la testa rivolta verso l'alto. Jin le accarezzò il naso continuando a chiamarla piano. Le lasciò un bacino sulle labbra e proprio allora lei si tirò su di scatto, spaventata, e soffocò un urlo. Stava sognando.

«Chi era?» Chiese Jin mettendo da parte le maniere dolci, sapendo che la ragazza stesse sognando. Quando dormivano insieme succedeva spesso e ancora più spesso non era lui quello nel sogno con lei.

Lea provò varie emozioni e sensazioni nel giro di pochi secondi. Sorpresa, felicità, freddo (non aveva più le coperte addosso), disorientamento, colpa. «Ryan Gosling.» Ammise ancora confusa dal fatto che Jin si trovasse in camera sua.

Il ragazzo chiuse gli occhi infastidito, si alzò e accese la luce, che costrinse Lea a stringere gli occhi non abituati. «Ei...» Si lamentò portandosi una mano davanti al viso.

«Ryan Gosling...» Borbottò invece lui mentre si avvicinava all'armadio con sull'anta appese alcune loro foto. «Questo è Valerio che ti ha fatto vedere "le pagine della nostra vita."» Continuò arrabbiato. Afferrò il pantalone grigio di una tuta e una felpa a caso e li lanciò sul letto di Lea.

«Sbrigati, ti aspetto fuori. Hai cinque minuti, poi ti vengo a prendere in braccio, anche se sei mezza nuda.» Fece per uscire dalla camera, ma si bloccò. Aggrottò le sopracciglia e si girò a guardarla. La ragazza si era allungata verso gli abiti e guardava la felpa bianca con sopra una stampa degli orsetti del cuore, con la testa piegata.

Sospirò. Ryan Gosling era oggettivamente un bell'uomo, in più non era colpa sua se l'aveva sognato, non poteva comandare i suoi sogni. Come non era colpa sua quando ha sognato Hugh Jackman, Chris Evans o Alex Turner. Si avvicinò a lei, le si sedette accanto e le afferrò il volto tra le mani. «Scusa... Fai con calma.» Le disse lasciandole un bacio sulle labbra carnose.

Lea non aveva ancora realizzato cosa fosse successo, così assonnata, appoggiò la fronte su quella del ragazzo e ispirò il suo profumo familiare.

«È stato bello?» Chiese poi Jin.

Lea aggrottò le sopracciglia, si allontanò di poco e lo guardò dritto negli occhi. «Neanche un po'.» Mormorò tornando a guardare la felpa.

«Ti aspetto fuori, non metterci troppo.» Rassicurato, le passò una mano tra i capelli già spettinati e uscì lasciandole lo spazio per cambiarsi.

La ragazza fece il più velocemente possibile e struccata e ancora disorientata dal sonno entrò dentro la macchina del ragazzo dopo neanche quindici minuti.

Era un'automatica usata a quattro posti con solo due portiere. Quando dovevano uscire con gli altri ragazzi era sempre un problema viste le gambe lunghe di Valerio e Marco e i loro continui lamenti sul fatto che Jin poteva benissimo comprarsi una macchina più grande. «Potevate prendere la vostra, rompi palle. E no, la musica la decido io.» Questo era il mantra che ripeteva più o meno ogni volta.

Faceva il grande davanti agli amici, ma quando era solo con Lea lasciava che fosse lei la DJ e le lasciava a disposizione lo stereo. Quella mattina però non sfruttò il suo diritto a essere l'addetta alla musica perché dormì per più di metà viaggio.

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