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Ciak

Il mais, grazie al calore del gas, al di sotto della pentola, si trasformava in soffici pop corn, saltellando a suono di pop pop pop, andava a sbattere contro il coperchio trasparente.

Lea osservava quella magia che non era altro che un intreccio tra fisica, natura e genialità umana, con sguardo catturato.

Quando, pochi mesi prima, Valerio era tornato a casa con un cucciolo di carlino, Lea stava preparando per il loro appuntamento mensile di Cinema. Ogni venerdì della seconda settimana del mese, salivano sulla terrazza di Valerio, accendevano il proiettore e si strafogavano di schifezze, davanti a uno di quei film vincitori di Oscar, fingendosi critici e dando una loro propria opinione.

Quel giorno di pochi mesi prima, Valerio faceva avanti e indietro dalla cucina alla sala, pensando al nome da dare al cucciolo, mentre questo dormiva tranquillo nella sua cuccia improvvisata: scatola di cartone e cuscino.

«Sai perché il mais si trasforma in pop corn?» Gli chiese improvvisamente Lea, mentre, come ora, si trovava piegata verso la pentola per osservare la magia.

«Che ne dici di: Eros?» Le chiese Valerio dall'altra stanza.

Lea fece una faccia schifata e scosse la testa silenziosa. «In pratica dentro al chicco c'è dell'acqua che il calore della pentola fa trasformare in vapore, che grazie alla durezza del guscio non esce.»

«Muffin?»

«Quindi, in pratica, il chicco è una specie di pentola a pressione. Succede che la pressione aumenta piano piano all'interno del mais e quando la temperatura arriva a centottanta gradi... Pop! Ecco il pop corn!» Finì contenta mentre spegneva il gas e versava il contenuto dentro ai due sacchetti di latta a strisce bianche e rosse.

«Pop Corn!» Urlò Valerio affacciandosi alla cucina e Lea, dopo qualche breve secondo di riflessione, annuì soddisfatta.

Ripensava a quella scena, mentre aggiungeva altro mais alla pentola cosparsa d'olio, e lanciando un'occhiata al piccolo cane ai suoi piedi, realizzò che quel nome gli si addiceva completamente. In effetti, sembrava proprio un pop corn.

«Lea?» La voce di Valerio le arrivò alle spalle e si voltò a guardarlo. Era appoggiato allo stipite della porta della cucina, le mani all'interno della tuta e la guardava dispiaciuto. «Mi dispiace ancora per Noodle, io-»

«Acqua passata!» Esclamò fermandolo subito. «Non preoccuparti.»

«Non... non sei arrabbiata?» Le chiese aggrottando le sopracciglia, Lea scosse forte la testa, mentre i primi chicchi iniziavano ad esplodere sotto il coperchio. «Allora perché sei... cioè, hai una faccia strana.»

Lea spalancò i suoi grandi occhi marroni e scosse la testa per riprendersi. «No, no. Sto bene, davvero. Sono un po' in pensiero per la storia dei miei genitori, sai...» Gli disse velocemente mentre si girava a svuotare gli ultimi popcorn all'interno dei contenitori. «È pronto il film?» Gli chiese poi prendendoli in mano.

Valerio piegò leggermente la testa di lato e la guardò con aria triste, prima di annuire lentamente.

Dopo un primo momento di incertezza su cosa guardare e di successiva discussione su chi dei due ragazzi avesse diritto di scegliere, seguì una sanguinosa battaglia a Sasso, Carta, Forbice, Lucertola e Spock, che i due ragazzi avevano imparato guardando Big Bang Theory, al cui termine, Valerio alzò le braccia al cielo trionfante, mentre Lea si morse il pugno dalla frustrazione: Il Discorso del Re era stato battuto da un certo Parasite. Non aveva mai sentito quel titolo ed era convinta che Valerio si stesse sbagliando e che in realtà non aveva vinto proprio un bel niente.

Pesca La PaperaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora