Un Po' Sotto Stress
Marco addentò un pezzo di piadina e chiuse gli occhi per assaporarne al meglio il sapore. La mozzarella affumicata mista allo speck, all'insalata e alla mostarda era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Pensava che avrebbe dovuto assumere Jin come cuoco personale, oppure era solo la fame che parlava.
Eppure, non c'era stata una volta che l'amico ai fornelli l'avesse deluso. Doveva ammettere che nonostante fosse ancora alle prime armi, non era proprio niente male come cuoco. Forse sarebbero dovuti andare insieme a fare un corso di cucina e...
Si fermò. Aggrottò le sopracciglia e scosse la testa. Stava correndo con il pensiero, come sempre. Era già tanto se riuscisse a comprarsi qualcosa da indossare, non aveva modo, in quel momento, di pagare corsi aggiuntivi.
Diede un ulteriore morso alla piadina e spostò lo sguardo sull'amico. Era seduto davanti a lui e con i gomiti appoggiati sul tavolo si teneva la testa con entrambe le mani, lo sguardo era perso e fisso sul tavolo.
Era rimasto bloccato così da non sapeva più quanto. Marco sospirò e mise in bocca l'ultimo pezzo di piadina. «Dimmi un po',» Disse con ancora il boccone in bocca. «Ti piace?»
L'amico sembrò tornare in sé, fece un respiro profondo e si passò una mano sul volto. Guardò l'amico e scosse la testa. «Non lo so...»
«Cosa non sai?» Chiese sbattendo le mani tra loro per pulirsi dalle briciole.
Jin alzò le spalle. «Forse dovrei rivederla prima, non ci vediamo da un po' e ci sentiamo sempre meno per un motivo o per un altro.» Gli spiegò lentamente. «O... Non lo so... Non lo so, Marco!» Esclamò frustrato. «La conosco da quando siamo piccoli e siamo sempre stati legati è... è come se per noi fosse sempre stato normale che dovessimo metterci insieme, capisci?»
L'amico rimase leggermente con la bocca aperta, non si aspettava questa reazione così forte da parte di Jin.
«Io e Ju Kyung» Riprese poi poggiando la schiena alla sedia «è... Non lo so, magari a lei piaccio per davvero ma mi sto domandando se ciò che provo io è un vero sentimento o se qualcun altro lo ha scelto per me.» Si alzò in piedi e iniziò a camminare per il piccolo salone.
Marco fece per parlare ma Jin lo puntò col dito. «No. Non ho finito.» Lo bloccò. «Dimmi se mi spiego-»
«Se mi fai parlare magari...»
«Quando eravamo piccoli ci dicevano sempre che prima o poi saremmo finiti insieme, tutti ne erano sicuri. Talmente tanto sicuri che hanno iniziato a trattarci come una vera e propria coppia, sia i nostri genitori che i nostri amici e noi, influenzati, forse, abbiamo iniziato a comportarci come tale.» Jin concluse soddisfatto la sua teoria e a braccia allargate si girò verso l'amico.
Marco lo guardava con le sopracciglia alzate e un'espressione a dir poco giudicante. «L'hai mai baciata?»
«No.»
Il moro aggrottò le sopracciglia e si passò una mano dietro la testa. «Sono sincero, Oh... Non ti sto capendo.»
«Non ci siamo mai baciati... però una volta l'ho tenuta per mano!» Esclamò diventando rosso in viso. «Non sono uno fisico e...» Con la mano spostò l'aria, come a scansare l'argomento. «Lascia stare, lascia stare, non mi va di spiegare. Da me dopo tre appuntamenti vi potete considerare una coppia, figurati se-»
«E voi siete usciti tre volte?» Chiese Marco cercando di non perdere il filo del discorso, ma non appena Jin riprese a parlare, il suo intento fallì. Fu colpa del bracciale che l'amico teneva al polso.
Non era uno da accessori, non l'aveva mai visto indossare niente del genere, né anelli, né collane, né bracciali, né tantomeno orecchini.
A differenza sua.
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Pesca La Papera
RomansaImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...