Solo Se Te La Senti

Due giorni più tardi Jin decise di far conoscere la sua ragazza alla famiglia. Lea mangiava silenziosamente con le bacchette cercando di ignorare le continue occhiatacce che la nonna le stava lanciando da tutto il pranzo.

Jin le aveva parlato dei litigi inutili che, da quando era tornato dalla vacanza, portava avanti con sua nonna. Uno dei motivi per cui non era riuscito a contattarla prima. Voleva fare chiarezza nella sua mente, ma la donna rendeva tutto più difficile. Oppure, aveva reso il tutto più facile. Jin si trovava a difendere la ragazza come se fosse una questione di vita o di morte e si rese così conto di non poter ignorare ciò che provava per lei.

La donna infatti aveva espresso più volte la sua disapprovazione riguardo la ragazza, basandosi su motivi che a Jin sembravano più degli scherzi che altro: la carnagione scura, la pelle imperfetta, i capelli indomabili, il voto basso della maturità, l'origine incerta.

«Sei superficiale, halmoni.» Le aveva detto una sera di quelle facendo così scoppiare la donna. Iniziò a dirgli quanto fosse maleducato e irrispettoso e a cercare l'appoggio dei suoi genitori, ma il periodo di influenza che la famiglia aveva su di lui era ormai finito.

Tutti quei piccoli dettagli che la donna trovava giudicabili, Jin non ci trovava niente di male, anzi... Gli piaceva il colore scuro della pelle che faceva contrasto con la sua quando stavano vicini. I ricci che rispecchiavano il suo carattere particolare. Non gli interessava dei voti perché sapeva che quelli del liceo non servivano a niente e sapeva quanto fosse in realtà intelligente la ragazza.

«Quindi...» Prese a dire Aerin che con dolcezza aveva portato avanti la conversazione per tutta la serata. «Mi ha detto Jin che ti piace fotografare!»

Lea si voltò interrogativa verso il ragazzo, non pensava lo sapesse, né che ne parlasse con qualcuno, ma sorrise al pensiero, e annuì alla donna. «Sì, diciamo che sto... sto imparando ancora. Non sono bravissima. Non sono neanche brava in realtà, ma mi diverto!» Esclamò ridacchiando impacciata.

«Non avevo dubbi.» Borbottò la nonna mentre la guardava con superiorità. Lea le sorrise dolcemente pensando si riferisse al suo divertirsi, ma la sua espressione si fece perplessa quando notò lo sguardo della donna.

Jin strinse i denti dalla rabbia e si girò verso di Lea al suo fianco, la ragazza era rossa in viso e annuiva piano mentre osservava il suo piatto quasi vuoto.

La nonna continuò a guardarla con falsa bontà. «C'è qualcosa che sai fare, cara?» Le chiese.

La ragazza si bloccò e ingoiò con difficoltà il boccone che si era messa in bocca. Sentì il caldo dovuto all'agitazione aumentare e strinse le labbra con forza per poi scuotere la testa.

Jin osservò Lea con le sopracciglia aggrottate mentre la nonna annuiva soddisfatta. «Bene...» Mormorò poi tagliente girandosi verso il figlio e sua moglie. Il nipote si sentì montare da una rabbia esagerata, accumulata e repressa nel corso degli anni. Guardò arrabbiato sua nonna e strinse automaticamente la mano della sua ragazza.

«Jin, per favore-» Provò la madre, che aveva già percepito come si stava per mettere la situazione, ma il ragazzo ormai era infrenabile.

«Perché lo chiedi a me "per favore" e non a lei? Capisco il rispetto, mamma, e gliel'ho sempre portato, ma vorrei averne anche io.» Iniziò stringendo leggermente la mano di Lea per infondersi coraggio. Negli ultimi giorni le aveva spiegato la situazione che si era andata a creare a casa sua. Era come se tutti gli fossero contro, ma senza un motivo specifico. Gli aveva raccontato di come alla sua halmoni non piacesse, ma era certo che anche lei sapesse che non ne aveva validi motivi, l'unico era che volesse ancora tenerlo imprigionato alla sua idea di famiglia perfetta.

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