Innamorato di un'altra
Jin ascoltava passivamente la voce lontana di Ju Kyung al telefono, mentre seduto sul suo letto cercava le parole giuste con cui interromperla. La loro non era una relazione vera e propria, tutti li consideravano come una coppia, ma Marco gli aveva fatto notare che per quello che facevano potevano definirsi semplicemente come amici.
Era convinto di provare per lei qualcosa che ora sapeva non aver mai provato. Non aveva mai sorriso al suo nome apparire sullo schermo, non spontaneamente, senza pensarci. Non aveva mai avuto il batticuore quando sentiva la sua voce al telefono. Non si dimenticava di tutto il resto quando stava insieme a lei. Non era geloso. Lo aveva capito finché non aveva iniziato ad aspettare i messaggi di risposta di Lea; finché non aveva ricevuto per la prima volta una sua registrazione e si era trovato a sorridere al suono della sua voce; lo aveva capito quando tornava a casa dopo una giornata passata con lei e sentiva il peso delle aspettative della sua famiglia calargli nuovamente addosso. Con lei aveva scoperto cosa significasse essere libero da loro.
Amava la sua famiglia, ma avevano cercato di soffocare una parte di lui, non lo avevano mai fatto essere realmente sé stesso. Non pensava lo avessero fatto con cattive intenzioni, solo che pensavano che quello fosse il meglio per lui. E lui ci aveva creduto. Non conosceva neppure sé stesso.
Aveva capito di non provare niente per Ju Kyung quando la sera passata, per la prima volta nella sua vita, aveva provato gelosia. Ma ciò che lo aveva spaventato era stato il fatto di aver provato gelosia a causa di Marco. Era Marco quello di cui era geloso. Il suo migliore amico. La sua ombra.
«Uri yaeghi jom haja¹.» La azzittì improvvisamente. "Dobbiamo parlare."
La ragazza rimase silenziosa dall'altra parte del telefono. Si era resa conto che Jin non la stava nemmeno ascoltando. Altrimenti le avrebbe chiesto per quale motivo fosse andata al parco divertimenti con uno dei suoi amici più stretti. Lo aveva fatto per farlo ingelosire. Forse era per questo che voleva parlarle?
No. Non era per quel motivo. Sapeva che lei provava qualcosa nei suoi confronti, era sicuro che fossero dei sentimenti sinceri, le voleva bene e aveva provato a ricambiarli. Non gli veniva naturale e lei non se lo meritava. Non meritava di essere presa in giro da uno che non sapeva cosa stesse provando. Le voleva bene, questo doveva saperlo, l'avrebbe voluta come amica, ma avrebbe capito se lei avesse preferito allontanarsi.
Non fu facile spiegarle tutto. Spiegarle il perché. Convincerla che non meritava una relazione così, che non era disposto a dargliela perché sapeva che là fuori c'era qualcuno che l'avrebbe valorizzata come doveva.
Ma alla fine glielo disse. Le disse la verità. Perché un altro modo proprio non sembrava esserci per farle capire che era inutile che continuasse a provare a convincerlo che aveva solo bisogno di tempo, che avevano solo bisogno di vedersi.
Non sarebbe cambiato niente. Perché? Perché si era innamorato di un'altra ragazza.
Glielo disse quasi sottovoce, lo sguardo sulle gambe incrociate sopra il materasso.
Marco era entrato silenziosamente in camera per non disturbarlo, aveva dimenticato le cuffiette da qualche parte e gli piaceva ascoltare la musica mentre preparava il pranzo. Quando entrò però, il ragazzo aveva attaccato. Lo sguardo era rivolto verso il basso e si girava il telefono tra le mani.
«Come è andata?» Gli chiese l'amico avvicinandosi a lui.
Jin alzò lo sguardo su Marco e fece un profondo sospiro. «Non so come tu faccia a farlo sempre.»
«Rompere i loro sogni?» Gli chiese con un sorriso divertito, ma Jin non lo ricambiò. Lo aveva ferito fare quella telefonata, sapere di aver fatto del male a un'altra persona.

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Pesca La Papera
RomanceImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...