Ella Fitzgerald
Si trovava nella sala di Jin, seduto su una sedia, accanto alla poltrona della halmoni. Aveva il petto nudo coperto solo da un asciugamano bianco poggiato sopra le spalle. I capelli bagnati gli gocciolavano sul collo e sulla schiena, mentre Aerin con delicatezza glieli tagliava. Si era fatto la barba appena tornato a casa e la nonna di Jin, appena era uscito dal bagno, gli aveva rivolto uno di quei sorrisi che non avrebbe mai dimenticato. In effetti, se non avesse avuto altri pensieri per la testa, si sarebbe accorto, nei giorni passati, delle occhiate di disapprovazione della donna, ma anche di compassione. Un caro ragazzo come lui, costretto a subire tutto quel male.
«Me la racconta una storia, halmoni?» Le chiese improvvisamente alzando lo sguardo verso la donna.
Questa prontamente spense la televisione, dove fino a qualche secondo prima, la mamma biologica di Lea stava descrivendo qualche caso di cronaca rosa. Si voltò verso il ragazzo e gli rivolse uno dei suoi migliori sorrisi.
«Bene, bene. Allora...» Ci pensò per qualche secondo. «La sai quella della donna mascherata?»
Il ragazzo scosse la testa che subito venne bloccata dalle mani fredde di Aerin. Se avesse continuato a muoversi gli avrebbe fatto male.
«Si dice che una donna si aggiri per le strade, ha la bocca e il naso coperti da una mascherina chirurgica, che cela un enorme sfregio che le percorre da guancia a guancia il volto. Se incontra qualcuno per la sua strada, gli chiede: "sono bella?". Se risponde di no lo ucciderà con delle forbici, se risponde di sì invece si toglierà la mascherina mostrando lo squarcio e chiederà di nuovo "e adesso? Sono bella?". Se dice di no, lo taglierà a metà, se dice di sì... lo farà diventare come lei.»
Marco prese un respiro profondo e aggrottò le sopracciglia. «Non hai via di fuga.»
«Questa storia me la raccontava mia madre,» Fece Aerin, «per non farmi parlare con gli sconosciuti.»
«Io non avrei più parlato in vita mia.» Commentò Marco facendo ridacchiare le due donne.
«Ne so molte altre, se vuoi» Disse la nonna di Jin facendogli l'occhiolino.
Marco annuì con forza. «Non me lo deve neanche chiedere.»
Ma proprio in quel momento, la persona che meno amava le storie della nonna, fece il suo rientro in casa. Chiuse delicatamente la porta e si tolse le scarpe prima di entrare nel salone.
Appena vide la scena rimase per qualche secondo confuso, poi ridacchiando si avvicinò all'amico e gli diede una botta sulla spalla. «Ti fai bello per me?» Gli domandò per poi salutare con un bacio le due donne.
«Per chi altrimenti?»
Jin si mise a ridere e si poggiò con la schiena al muro accanto alla televisione, guardò l'amico e poi la madre. «Ma solo a me facevi sembrare una noce di cocco quando mi tagliavi i capelli?»
«Lo sembri ancora.» Rispose nuovamente Marco. Aerin ridacchiò mentre il figlio gli puntò un dito contro con finta aria minacciosa.
«Mi vado a lavare e mi preparo. Te copriti, depravato. C'è mia nonna davanti a te!» Esclamò mentre si allontanava verso il bagno.
La halmoni si voltò verso Marco. «Non c'è bisogno, caro.» Gli sussurrò per poi stringergli l'occhio.
Aerin rise per tutta quella scena e con la mano scompigliò i capelli di Marco, ora molto più corti di prima, lasciavano la fronte libera e gli davano un'aria più ordinata. «Vatti a cambiare, tesoro. Qua abbiamo finito.» Gli disse togliendogli l'asciugamano dalle spalle.

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Pesca La Papera
RomanceImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...