Ti Farò Cambiare Idea.
Sono solo amici. Pensava Jin mentre, seduto sul suo telo da mare, osservava Lea, con un costume intero arancione fluo, stesa come un sacco di patate sopra la spalla nuda di Marco. Ridevano e Lea pregava l'amico di non lanciarla in acqua.
Lui invece si trovava sotto l'ombrellone, con ancora la maglietta indosso e un terribile odore di crema solare sulla pelle, forse ne aveva messa troppa, ma odiava il sole. Si aggiustò il berretto abbassando la visiera sugli occhi e sospirò. Odiava sé stesso, il suo carattere riservato e l'incapacità di fare amicizia.
Lea urlò ma la sua voce venne bloccata dall'acqua quando Marco la lanciò. Il coreano aggrottò le sopracciglia. Non capiva proprio come l'amico riuscisse a instaurare rapporti speciali con qualsiasi persona conoscesse.
«Valerio?» Con lo sguardo ancora sui due, chiamò a bassa voce il biondo stesso sotto l'ombrellone accanto al suo, ma questo non rispose.
Lea tornò a galla e spintonò Marco con le sue poche forze. Questo barcollò leggermente e rise divertito per poi afferrarla per i polsi. Lea aveva i capelli bagnati che le ricadevano sulla schiena lasciando libero il volto che solitamente era sempre coperto dai ricci.
«Cazzo...» Mormorò Jin ringraziando che nessuno lo avesse sentito. Perché le sembrava così bella? Perché proprio ora e non prima? Si passò una mano sul volto sudato e sospirò. «Vale?» Lo chiamò ancora e non ricevendo risposta si girò verso la sua sinistra a guardarlo.
Dormiva come un bambino sdraiato sul suo telo della Marvel, con la mano affondata nella sabbia. Jin piegò la testa e lo osservò meglio. Il costume rosa con delle banane sopra spiccava in contrasto con la pelle chiara, i capelli biondi ospitavano qualche granello di sabbia di troppo e le guance erano arrossate dal sole. Trovava divertente lo stile del ragazzo e aveva iniziato a stimarlo per il fatto che non si vergognasse a mostrare sé stesso.
Si tolse il cappello e si passò una mano tra i capelli che iniziavano a essere bagnati di sudore. Afferrò la borraccia dal suo zaino sdraiato sulla sabbia e si bagnò la mano prima di passarla sulla testa calda.
Jasmine li aveva invitati alla sua casa al mare per passare qualche settimana insieme, così da festeggiare la fine del quinto e ultimo anno di liceo. Non avevano vinto il campeggio e questa sembrò a tutti un'ottima soluzione. Soprattutto per tirare su di morale Lea, che quando aveva scoperto che le sue Papere erano state superate da uno "stupido gioco di freccette" aveva avuto un attacco isterico.
I soldi racimolati dalla classe erano andati tutti a Marco e a sua madre, il ragazzo quando seppe della sorpresa si mise a piangere commosso. «Posso andare all'università.» Aveva mormorato stringendo Jin in un abbraccio prima di ringraziare tutti gli altri.
«Valerio?» Lo chiamò ancora, ma questo non si mosse. «Vale...» Riprovò più forte, il ragazzo era nel suo sonno profondo.
Jin passò lo sguardo da lui alla sua borraccia. Aggrottò le sopracciglia, tolse il tappo e lasciò cadere un po' del contenuto sul volto del biondo. Questo si alzò di scatto e spaventato si toccò il viso guardandosi intorno.
«Riposo soldato, è tutto sotto controllo.» Gli disse Jin riponendo la borraccia nel suo zaino.
«Oddio, stavo sognando!» Esclamò Valerio arrabbiato. «Perché l'hai fatto?»
Jin incorociò le gambe e gli sorrise. «Cosa sognavi?»
Il biondo lo guardò sconvolto e scosse la testa. «Niente che ti riguarda!»
«Guarda che se stavi sognando me puoi dirmelo! Sono uno aperto io, che credi.» Lo provocò sorridendogli.
«Ma cosa vuoi da me?» Gli chiese stanco tornando a sedersi sul suo telo.

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Pesca La Papera
RomanceImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...