Perché Non Me Lo Hai Detto?
Il mare di notte dava a Lea tranquillità e sicurezza. Sentiva che le sue energie, consumate all'interno del locale chiassoso, venivano ricaricate dal rumore delle onde che si infrangevano sulla battigia.
Con Jin si erano seduti sulla sabbia, a poca distanza dalla riva, il buio avvolgeva il mare davanti a loro, illuminato di poco solo dalla luna calante. Un lampione poco distante segnalava la loro presenza sulla spiaggia deserta, illuminando le loro schiene.
Le loro spalle si toccavano delicatamente. Con una mano Jin accarezzava la pelle nuda della schiena della ragazza, mentre lei ringraziava mentalmente Jasmine per averla costretta a indossare quel vestito.
Il suo tocco la tranquillizzava, era pesante, ruvido per via dei calli che gli procuravano le corde della chitarra, e freddo, ma la faceva sentire protetta.
Usciti dalla discoteca avevano parlato del più e del meno, ma nessuno dei due aveva fatto riferimento a ciò che era successo la notte passata. Jin aspettava il momento giusto per riprovarci, per baciarla nuovamente, questa volta l'avrebbe fatto durare più a lungo, si ripeteva. Le avrebbe accarezzato i fianchi, la schiena, i capelli. Voleva sentire il suo corpo.
Lea invece temeva di aver fatto cambiare idea al ragazzo. Nonostante lui continuasse a essere molto carino con lei. Aveva paura di tirare fuori l'argomento per sentirsi rifiutata. Preferiva continuare a fare finta di niente.
«Se avessi vinto tu,» iniziò Jin con tono basso rompendo il silenzio. «Cosa mi avresti fatto fare?»
Lea sorrise e alzò la testa per poterlo guardare negli occhi, si ritrovò così il suo viso a pochi centimetri di distanza. «Sappiamo entrambi che non sarebbe mai successo.»
«Perché?!» Aggrottò le sopracciglia e piegò leggermente la testa. Allontanò la mano dalla sua schiena e la appoggiò sulla sabbia per potersi girare e guardarla meglio. «Secondo me avevi le potenzialità di vincere, solo che ormai sei troppo convinta di non riuscirci che quasi non ci provi neanche a mettere tutte le tue forze.»
Lea si sentì colpita dalle sue parole e rimase qualche secondo in silenzio mentre ne studiava il significato. C'era una possibilità che il ragazzo avesse ragione. Era ormai convinta di non essere capace in niente che per quanto si sforzasse a cercare qualcosa in cui era brava, in realtà finiva per autosabotarsi e non impegnarsi come avrebbe dovuto per arrivare ai risultati che desiderava.
Scosse la testa per allontanare il pensiero. «Ti avrei chiesto di cantare.» Ammise.
Jin alzò le sopracciglia e sorrise divertito. «Mi hai già sentito cantare quando ti sei intrufolata a casa mia, sbaglio?»
«Allora,» la ragazza portò le mani davanti a sé in segno di difesa. «La porta era aperta ed ero convinta di trovare te o qualcuno della tua famiglia! Poi la musica mi ha attirato, ma... Non l'ho fatto apposta, era il tuo compleanno, volevo lasciarti un pensierino e...» Si fermò e si portò entrambe le mani sulle guance paffute, stava sparlando presa dal panico mentre Jin la guardava divertito.
«Era molto buona la torta.» Le sorrise per rassicurarla.
«L'ha fatta Jami.»
«La prossima allora me la fai tu, che dici?»
Lea aprì leggermente la bocca e lo guardò confusa. «La prossima?» Sussurrò.

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Pesca La Papera
RomanceImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...