La Mia Voce in Coreano.
Jin stava dando una mano a Lea ad asciugare i piatti, quando improvvisamente sentì un'ondata di caldo. Si sventolò con la mano e si appoggiò al lavandino per far poi scorrere l'acqua fredda sopra i polsi. La schiena gli pizzicò e ci portò una mano sopra, ma non appena fece per grattarsi un dolore acuto glielo impedì.
Lea se ne rese conto e posò il piatto sul tavolo per poi avvicinarsi a lui. «Ti senti male?» Gli chiese piano e lui scosse la testa per poi allontanarsi di fretta verso il bagno.
La ragazza rimase confusa, ma decise di non investigare oltre per non dargli fastidio. Così, finì di sistemare la cucina da sola, in silenzio, accompagnata solo dal rumore dei grilli e di qualche macchina che passava per la via isolata.
«Lea?» La voce di Jin era un sussurro alle sue spalle. Si girò e lo vide senza maglietta. Spalancò gli occhi sorpresa, ma quando lui fece un passo all'interno della cucina e la luce illuminò il suo corpo, Lea si portò una mano davanti alla bocca.
«Non ti sei messo la crema?!» Gli chiese con tono da rimprovero. Le spalle e il petto erano completamente colore aragosta.
«Sì, l'ho messa.» Rispose subito lui. «Ma poi abbiamo nuotato e mi sono dimenticato di rimetterla.» Ricordò passandosi una mano tra i capelli. «Mi fa abbastanza male, che faccio? Sto morendo? Devo mettere il ghiaccio? Come funziona?» Parlò velocemente, gli occhi erano spalancati dal panico.
Lea sorrise rassicurante e con le mani gli fece segno di calmarsi. «Non stai morendo. Prendo l'aloe, aspettami fuori così ti rinfreschi.» Lo istruì mentre si allontanava verso il bagno. «Perché non me l'hai detto subito?»
Jin si avvicinò alla porta di ingresso scuotendo lievemente la testa. «Mi vergognavo...» Mormorò non volendo farsi sentire.
Lea fece finta di niente ma non appena fu dentro al bagno sussurrò «Di me?» Senza trattenere un sorriso.
Dopo aver afferrato la sua crema all'aloe vera tornò verso il portico dove vide Jin appoggiato con i gomiti sulla staccionata di legno. Rimase qualche secondo ferma a osservare quella scena, mentre i battiti cardiaci acceleravano. E di nuovo sorrise involontariamente.
«Mettiti questa.» Gli disse porgendogli il barattolo verde e bianco mentre lui si girava verso di lei.
Il ragazzo lo afferrò, lo osservò per qualche secondo e poi lo riallungò alla ragazza. «Me la puoi mettere tu?» Le chiese a bassa voce. Lea spalancò gli occhi e lo guardò dubbiosa. «Per favore. Ho... paura di toccarmi, se mi tocco fa male.»
Lea quasi inconsapevolmente afferrò la crema all'aloe, mentre con gli occhi vagava sul corpo di Jin. Stava ricevendo qualche ricompensa divina? Ma per cosa? Il Signore si stava facendo perdonare per le zanzare?
«Anche io ti farò male.» Riuscì a dire alzando gli occhi su quelli a mandorla di lui.
Jin sorrise e lentamente fece di no con la testa. «Lo sopporterò meglio.»
Il cuore di Lea fece una capriola. Ingoiò la saliva e annuì per poi mettersi all'opera.
La sua testa riccia arrivava poco sotto le spalle del ragazzo. Davanti a lei un disegno di muscoli ben delineati della schiena, in particolar modo delle spalle. Le mani le tremavano ma cercò comunque di essere il più delicata possibile mentre faceva scorrere l'aloe sulle spalle rosse del ragazzo, che nel mentre cercava di non mostrare il dolore mordendosi le guance. Lea stava vivendo il suo sogno mentre Jin era intrappolato in un incubo di dolore che solo il contatto freddo della crema riusciva ad alleviare.
«Me lo avresti dovuto dire subito.» Mormorò la ragazza mentre le mani dalle spalle scivolavano in alto, verso il collo e poi in avanti sulle clavicole. Questo non rispose e alzò il mento verso l'alto in automatico. Le lunghe dita scure di Lea sulle clavicole gli toglievano il fiato, ma ne voleva di più.
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Pesca La Papera
RomanceImpegnata nella ricerca di un'attività in cui sia brava, maledice i suoi genitori biologici per averle dato quei geni che lei reputa "rotti" e per averla successivamente abbandonata in ospedale. Arrivata all'ultimo anno del liceo, Lea sentirà il bis...