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Un Amico di Lea

Lea tornò a casa con un sorriso stampato sulle labbra. Era bastato solo uno spritz per darle quel poco di sicurezza in più che le permise di parlare tranquillamente con Jin. Ma in realtà, pensava, forse se la sarebbe cavata bene anche senza l'aiuto della bevanda. Infatti, si era accorta come nelle ultime volte, dopo un iniziale momento di disagio riusciva sempre a lasciarsi andare.

Si sentiva al settimo cielo perché il suo desiderio di passarci del tempo insieme si stava finalmente avverando. Inoltre, aveva avuto il coraggio di invitarlo il giorno seguente da lei per ultimare lo stand.

Si chiuse la porta della cameretta alle spalle cercando di fare meno rumore possibile, i suoi si erano addormentati sul divano, i loro corpi avvinghiati venivano illuminati dallo schermo del televisore che riproduceva un film di Woody Allen.

Sua sorella invece era uscita sicuramente col suo ragazzo e sarebbe tornata la mattina seguente.

Si portò una mano davanti alla bocca per nascondere uno sbadiglio, non era solita fare tardi la sera, andava a dormire sempre presto di modo che la mattina non facesse fatica ad alzarsi. Si spogliò velocemente lanciando i suoi indumenti sulla sedia della scrivania, dove giacevano ancora quelli che si era tolta al pomeriggio e si infilò il pigiama pulito. Dei pantaloncini corti colore verde acqua con sopra la stampa di avocado aperti a metà. La maglietta invece era a bretelle, talmente corta che le arrivava fino sotto il seno, dello stesso colore dei pantaloncini ma con sopra un avocado sorridente con le braccia in alto e una scritta sotto che recitava: Avo-Cardio.

Impostò la sveglia dal cellulare, per poi metterlo in carica e poggiarlo sul comodino accanto a letto.

Quando spense la luce rimase ancora sveglia per qualche minuto ripensando alla serata trascorsa. L'ultima cosa che vide nella sua mente prima di cadere in un sonno profondo fu il viso di Marco.

Marco quella sera aveva un fascino particolare, sarà stata colpa della matita nera intorno agli occhi, o del gel, fatto sta che tutti gli occhi femminili del locale erano riservati a lui. Jin se ne era accorto e aveva osservato la scena ridacchiando.

Era sempre stato così, da quando si conoscevano. Le ragazze avevano occhi solo per lui. Si era più volte convinto che ciò fosse dovuto al fatto che la sua aria da cattivo ragazzo gli faceva guadagnare molti punti, ma non importava quanto si sforzasse di crederci, finiva sempre per pensare che lui non era bello abbastanza. Si divertiva così a chiedergli di lasciargliene una anche per lui e nonostante Marco si ostinasse a ripetergli che ne aveva dietro più di quante immaginasse, non gli aveva mai creduto.

Quando Lea e Valerio lasciarono il locale, intorno all'una di notte, Jin finalmente si decise a parlare con lui. La reazione era esattamente quella che si aspettava. In un primo momento rimase ipnotizzato, preda dei suoi stessi pensieri che cercavano di dare un senso alle parole pronunciate dall'amico. Quando realizzò, intimò Jin a non perdere un minuto in più e che non appena ne avesse avuta la possibilità avrebbe dovuto subito parlarne con lei.

Come sempre si era dimostrato troppo impulsivo e quando l'amico gli fece presente le sue preoccupazioni e i diversi motivi per cui ancora non le aveva detto niente, Marco tornò in silenzio e si iniziò a torturare una pellicina con i denti, mentre le rotelle del suo cervello giravano alla ricerca di una soluzione.

«Parlane prima con i suoi.» Questo fu il suo consiglio. «O parlo direttamente io con Lea.» Aveva aggiunto prima di essere richiamato in cucina. Questa seconda parte arrivò a Jin quasi come una minaccia, anche se era consapevole che così non fosse, ma voleva parlarci lui con la ragazza e non avrebbe fatto sì che Marco gli togliesse questa possibilità.

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