Capitolo VI (parte I)

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Improvvisamente si allontanò da me come se avesse commesso un errore
<<Te l'ho detto Lisa, se tu mi dai la possibilità,vorrei aiutarti a lasciarti il passato alle spalle. Penso che finalmente potrei riuscirci anch'io inoltre la tua presenza mi ricorda cosa significa essere una persona normale, mi fa desiderare di essere una persona migliore, meno impulsiva ed egoista>>
<<Quindi potrebbe essere l'inizio di una grande amicizia che potrebbe aiutare entrambi a crescere?>>
<<Perchè no? Chi lo sa. Lo scopriremo solo se riusciremo a sopportarci e a supportarci a vicenda>> rispose Max

Passammo la mezz'ora successiva a chiacchierare come se ci conoscessimo da anni e non da poche ore, il momento di salutarci arrivò rapidamente e non avevo il coraggio di chiedere quando l'avrei rivisto.
Salutò Pierre al cancello, Max mi guardava in attesa che dicessi qualcosa
<<Ci rivedremo prima di quanto pensi, non ti posso svelare quando ti lascerò di stucco come ho fatto questa mattina chissà...>>
<<Significa che quando meno me lo aspetterò ti troverò appostato fuori da casa mia?>>
<<Suppongo che tu debba fidarti di me questa volta Lisa>>
Così com'era successo la sera prima mi strinse la mano ma mi colse alla sprovvista attirandomi a sé tra le sue braccia, gli circondai la vita con le braccia mentre mi teneva stretta come se fossi sul punto di svanire
<<Tu ripensa a tutto quello che ci siamo detti>>
Si allontanò da me e gli lasciai un bacio leggero e delicato sulla guancia, dopo avermi lasciato un post it accuratamente piegato in mano salì sulla sua auto e sparì sotto il sole mattutino di Monaco.
Passai altri cinque giorni con Pierre e sembrava di essere tornati ai vecchi tempi, avevamo passato quei giorni tra partite di beach volley in spiaggia, nuotate, uscite con George e Lando. Da quando se ne era andato Max non si era più fatto vivo ma conoscevo il motivo, voleva che facessi io il primo passo verso di lui. Mi aveva lasciato il suo numero di telefono, scrivendo di chiamarlo non appena fossi stata pronta, quando sarebbe stato il momento opportuno. La sera stessa di ritorno da Monaco decisi che era il momento giusto per dirgli almeno che non avevo dimenticato la nostra chiacchierata, iniziai a comporre il numero e al primo squillo sperai quasi che non avrebbe risposto, ciò che mi spaventava era sviluppare una "dipendenza" da qualcuno.
Il telefono continuava a squillare e il cuore palpitava contro la cassa toracica mentre aspettavo di sentire la voce di Max.

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