Capitolo XLVIII-seconda parte

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Nota dell'autrice
La seconda pubblicazione sarà online dalle ore 23! Non perdetevela!

Max era seduto su un lettino quasi spoglio ricoperto solo da un lenzuolo candido, non mi avvicinai subito perchè un’infermiera stava controllando probabilmente per l’ennesima volta il battito cardiaco e la pressione. Quando terminò di fare gli ultimi accertamenti Max posò lo sguardo su di me e le sue iridi spenti iniziarono a riaccendersi. Mi precipitai verso di lui che aprì le braccia accogliendomi nel mio unico posto sicuro al Mondo che avevamo rischiato di perdere, cercai di non stringerlo troppo dato che era ancora dolorante. 

Non disse nulla mi teneva stretta a sè, essendo sul lettino e più in alto rispetto a me stavo tra le sue cosce mentre mi cullava con le braccia, teneva il viso sepellito nell’incavo del mio collo inspirando con forza. Fui io a trovare il coraggio di guardarlo in faccia prima, quando mi ritrovai a pochi centimetri da quegli occhi e da quelle labbra che amavo, accarezzai le sue guance, i miei occhi si riempirono di lacrime ma promisi a me stessa che non avrei pianto. Dovevo essere forte per lui che anche se cercava di nasconderlo era sconvolto
<<Lisa…io non so cosa dire. Mi dispiace>> disse con voce rotta 
<<Di cosa?>> non riuscivo a capire 
<<Se non fosse per me non saresti qui e non avresti vissuto anche tutto questo, è colpa mia>> 
Non gli permisi di continuare <<Stammi a sentire Max. Ora voglio che ti concentri su di me>> incorniciai il suo viso tra le mani <<Io ti amo ed è qui il mio posto, ora. Non vorrei essere altrove, qualunque cosa accada io sarò sempre qui>> 
Sfiorai con delicatezza le sue labbra e mi attirò a sé approfondendo il nostro bacio 
<<Non riuscivo più a respirare Lisa. Non ho realizzato subito ciò che era successo poi quando me ne sono reso conto ero con gli occhi chiusi e non capivo più nemmeno dove mi trovavo>> confessò 
<<Va tutto bene, ci penso io a te adesso. Te lo prometto Max>> 

Si alzò con fatica e lo aiutai a togliere completamente la tuta, solo in quel momento mi girai e notai che alle mie spalle era stato acceso tutto il tempo il televisore con la diretta della gara
<<Perchè la stai guardando ancora? Non dovrebbe importartene nulla>> dissi sconvolta
<<Mi ha buttato fuori pista, ho rischiato la vita e vincerà anche la gara>> constatò con amarezza
<<Charles è il leader>> notai 
<<Non riuscirà mai a difendersi da Hamilton fino all’ultimo giro. Al primo tentativo di sorpasso quell’incapace lo farà passare solo per fare un dispetto a me, in quel modo Lewis recuperebbe punti>>

Non riuscivo a credere alle mie orecchie, aveva appena rischiato la vita e pensava a chi avrebbe vinto quello stupido Gran Premio. Sentì la rabbia montare dentro di me, mi allontanai di qualche passo incredula 
<<Non posso crederci, sei incredibile Max. Forse non l’hai ancora realizzato ma hai rischiato di non scendere più dalla tua macchina, lo sai? E tutto perché non avevi la minima intenzione di lasciarlo passare e alzare quel maledetto piede. Nessuno tenta un sorpasso a Copse eppure a te non importava nulla. Sei ancora qui a pensare alla gara e a Charles…>> mi portai le mani nei capelli scioccata 
<<Lisa, ascoltami>>  intrecciò le nostre dita ma io mi scansai 
<<Non hai pensato nemmeno per un secondo in quel momento Max! Potevi morire lo capisci?>> urlai 
Lui continuava a scuotere la testa contrariato <<Non capisci Lisa, qui si tratta solo di pensare ma di diventare ciò ho sempre sognato!>> si riferiva al campionato che avrebbe potuto vincere quell’anno 
<<E per farlo sei disposto a morire?! A lasciarmi?!>> alzai la voce e una lacrima sfuggì dai miei occhi 
<<Qui non si tratta di te Lisa!>> rispose con tono aspro e carico di rabbia rabbia 

Trovai la forza per avvicinarmi e gli puntai il dito contro guardandolo con fermezza 
<<Non osare dirmi mai più che non capisco. Ho passato la mia vita a bordo pista in Formula 1 e nei kart. Dove credi che fossi quando la macchina di Anthoine si è aperta in due a Spa nel 2019? Non insegnare a me cosa significa vedere la morte sulla pista, non quando questo sport mi ha portato via un ragazzo che era un fratello per me>> 
<<Lisa io non intendevo questo. Stavo solo dicendo che io non sono Charles okay? Io non mollo>>
<<Qui non si tratta di Charles…ma di me e di te>> conclusi con rabbia 

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